Mario Falcone con il suo nuovo romanzo "Leuta"

 

MESSINA. Domani, 15 novembre 2024, uscirà in tutte le librerie “Leuta”, nuovo libro di Mario Falcone.
Dopo gli anni vissuti a Roma come sceneggiatore (lavorando a fiction di successo come “La guerra è finita”, “Padre Pio”, “Einstein” e “Francesco”) e aver dedicato poi la sua penna soprattutto a gialli e noir, lo scrittore messinese sembra oggi più orientato all’introspezione.

Solo lo scorso anno, nel settembre del 2023, aveva svelato un nuovo lato di sé con la pubblicazione del suo primo libro di poesie, intitolato “Piccole pietre.” Oggi torna invece in libreria con un romanzo che parla di crescita e scoperta di sé, ma anche di ritorni a casa, di sfide imprevedibili e di quelle svolte improvvise che la vita può regalare in qualsiasi momento.

Il titolo, “Leuta”, rimanda al nome dell’isola fittizia in cui Mario Falcone ha ambientato il romanzo. Una terra che ha deciso di collocare nel Mediterraneo, tra Malta e Lampedusa. Qui il protagonista Enrico Criaco torna dopo cinquant’anni.

Enrico è uno scrittore di successo, ma è anche un uomo in conflitto con se stesso, con un passato doloroso con cui fare i conti. A Leuta è convinto di poter rimettere in ordine la propria vita, ma si scontra con una serie di eventi imprevisti.

 

L’intervista

Come descriveresti questo nuovo romanzo?

“Leuta è una storia circolare, perché lui parte da lì e torna lì dopo aver attraversato la vita.
È la storia di un uomo di successo che torna nell’isola dove è nato e cresciuto e pensa che lì potrà finalmente fare pace con se stesso. È un uomo che si porta dietro molti fardelli, molti carichi.
Deve ricostruirsi spiritualmente. Cerca di fare pace con Dio, che negli anni aveva incolpato delle cose che gli sono successe. È una persona molto complessa.”

Il tema principale è quello del ritorno a casa.

“Il tema del ritorno è vecchio come il mondo, basta pensare ad Ulisse, ma ne ha scritto anche il nostro più grande scrittore Stefano D’Arrigo.

Quando c’è il ritorno significa che c’è una riscoperta.

Ritrovi gli umori, i sapori, gli odori, le persone, le caratteristiche. Dopo aver fatto esperienza ed essere stato lontano da casa, ritornare dà la possibilità di vedere, come dice anche Sorrentino nel suo ultimo film. Hai la possibilità di vedere una realtà che ti è appartenuta tanti anni fa, che si è trasformata ma è sempre quella. Vedere significa entrare dentro le cose. Non tutti vedono, molti guardano senza vedere.

Si possono girare tanti posti, ma poi si sente la necessità di tornare al punto di partenza per riscoprirlo. È come ricominciare tutto daccapo, come è successo a me tornando a Messina.”

C’è molto di personale?

“Non ho la presunzione di parlare di me, ma di me come archetipo di essere umano che ha visto tante cose e tornando a casa fa i conti con la propria esistenza, questi sì.
Quando uno scrittore si mette a scrivere, anche se un noir, un giallo o un fantasy, credo che in qualche misura comunque parli di sé.”

E Leuta, quanto ha di Messina?

“Non volevo ambientare questa storia in un posto fisico preciso, perciò mi sono inventato quest’isoletta al centro del Mediterraneo che si chiama Leuta, con un’isola gemella di fronte chiamata Malia. Sono nomi che si rifanno al mito.
Nella mia immaginazione l’isola di Leuta è stata abitata da persone provenienti da Messina. Tant’è che a Leuta parlano il nostro stesso dialetto.”

Cosa ti ha spinto a scrivere una storia come questa?

“Quando sono tornato qui, l’ho fatto per una decisione maturata negli anni. Dopo 42 anni a Roma non avevo più voglia di stare lì e ho pensato di tornare a casa. Mi sembrava la cosa più ovvia. Ma è stato un cambiamento epocale. I cambiamenti non sono facili, anche perché onestamente sono stato deluso da Messina. È la mia città e la amo, ma è una delusione. Io ho fatto la mia carriera a Roma perché Messina non mi dava nulla. Da un punto di vista professionale è Roma la mia città.
Spero che negli anni riescano a fare quello che hanno detto e che rimettano in moto un circuito economico virtuoso che crei lavoro. Lo spero per i giovani.
Credo che anche in queste cose la letteratura possa fare molto.”

C’è qualche parallelismo che riguarda questo aspetto, tra Messina e Leuta?

“Nel romanzo c’è una parte che riguarda la salvaguardia della nostre radici.

A Leuta, la parte vecchia dell’isola è abbandonata perché negli anni ’50 ci fu una carestia e tutti andarono in Australia. Succede che a un certo punto una multinazionale americana vuole comprare Leuta vecchia per fare resort e alberghi. Qui poi entrano in gioco il tema della corruzione e quello della salvaguardia delle radici.

È una delle due cose imprevedibili che capitano al protagonista, che si trova impegnato in una battaglia forte per difendere la sua isola.”

Questo è solo uno degli eventi inaspettati che capitano al protagonista.

“Sì. Lui è uno scrittore, quindi uno che la sua vita l’ha messa su carta… alla fine però di fronte alle domande e alle sfide della vita, si trova ancora impreparato.
Arriva a Leuta perché crede veramente di poter chiudere il cerchio della sua esistenza serenamente, invece la vita gli presenta due piatti inaspettati.
I progetti alla fine vengono ribaltati dalle contingenze. Non è facile, per milioni di motivi che riguardano la sua forza interiore, le energie, la voglia, paure e fragilità.
Un altro evento per lui imprevedibile è l’incontro con una persona che lo fa rimettere in discussione quando ormai credeva di aver chiuso il capitolo affetti.
Non decidiamo mai niente, decide la vita.
Questo è il tema principale del romanzo, come affrontiamo la vita e le sue imprevedibilità.”

 

“Leuta” di Mario Falcone: Tutti gli appuntamenti in programma

La prima presentazione in libreria sarà il prossimo 22 novembre alle ore 18, presso il Mondadori Bookstore. Per l’occasione l’autore dialogherà con l’avvocato Carmen Currò.

Il libro verrà poi presentato anche alla “Giunti al punto” di Milazzo il 28 novembre e alla Ubik e alla Feltrinelli nel mese di gennaio.

A dicembre è invece previsto un evento a Roma, durante la Fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri, più liberi.” In questo caso, l’appuntamento con Mario Falcone e “Leuta” è per giovedì 5 dicembre alle 16:30, con la partecipazione di Nadia Terranova.

La copertina del libro "Leuta" che riproduce il quadro "Il pescatore" del pittore spagnolo Joaquin Sorolla. Rappresenta un ragazzo con una cesta di pesci.

 

 

 

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