MESSINA. Il ministero dell’Ambiente ha dato parere positivo al progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, dopo l’esame da parte della commissione tecnica di valutazione dell’impatto ambientale, ma con integrazioni, 60 “condizioni ambientali” di cui tenere conto nel progetto esecutivo. «Una bellissima notizia per l’Italia, per il Mezzogiorno, per la Sicilia e per la Calabria -scrive in una nota Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia- Non avevamo alcun dubbio in merito a questa decisione. Il Ponte sullo Stretto, oltre ad essere una infrastruttura strategica per lo sviluppo economico e commerciale del Paese, sarà una grande opera green, in grado di abbattere emissioni e inquinamento, favorendo una mobilità sempre più sostenibile».
«Un importante passo avanti per il progetto e la realizzazione dell’Opera. La Commissione ha svolto un lavoro straordinario esaminando nei tempi di legge una progetto complesso come il ponte sullo Stretto. Ora il nostro impegno si concentra sulle prescrizioni espresse, che saranno valutate con grande attenzione, ricordando che la progettazione esecutiva per fasi ne agevolerà l’attuazione» ha commentato Pietro Ciucci, dalla Stretto di Messina.
«Un esito forse quasi scontato rispetto a quanto già si era compreso nei mesi scorsi -ha commentato il sindaco Federico Basile- Attendiamo ora il provvedimento ufficiale, in cui saranno indicate le 60 prescrizioni per il progetto,” ha dichiarato il Sindaco Basile. “Lo valuteremo con attenzione, nell’ambito delle nostre competenze, consapevoli che ora il percorso passa al CIPESS, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile. La fase esecutiva dell’opera sta subendo un’accelerazione e dobbiamo fare tutto ciò che spetta al Comune per garantire che il progetto rispetti il nostro territorio. La nostra città, come abbiamo detto più volte, deve essere protagonista in ogni fase del progetto per garantirne un corretto inserimento nel territorio e un impatto positivo su economia, ambiente e qualità della vita anche in ottica di benefici delle opere compensative proposte ed i cui benefici ricadranno sulla città di Messina e che dovranno essere in parte avviate prima della concreta realizzazione del ponte e delle relative opere complementari. Il contesto di cantieri infatti e le trasformazioni che questo progetto porterà con sé avrà una portata devastante, capace di ridisegnare il territorio e generare una serie di effetti rilevanti. Al di là dell’opera in sé quindi permane un interesse generale a tutela del territorio e della qualità della vita dei cittadini. Messina rivendica un ruolo attivo nelle decisioni che riguarderanno non solo la costruzione, ma anche la gestione di una struttura che avrà effetti diretti sulla comunità e sulle infrastrutture locali»
Non manca la risposta dei no ponte: «Se c’è chi pensa che dopo il parere della commissione Via Vas la partita sia finita e si possano aprire i cantieri ha fatto male i suoi conti -scrivono da No Ponte Capo Peloro– La decisione della Commissione Via Vas ci lascia sgomenti e ci domandiamo a cosa è servito inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana se poi si esprime parere favorevole ad un’opera ciclopica come il ponte sullo Stretto che impatta pesantemente su territori fragili e ultra vincolati come quelli che si affacciano sullo Stretto di Messina. Con un “Si e 60 però” la Commissione dà l’impressione di chi non ha avuto il coraggio di dire No all’opera di regime ed ha però poi cercato di recuperare il suo ruolo tecnico scientifico con 60 prescrizioni di peso. Attendiamo comunque di leggere il parere integrale e le 60 prescrizioni, ma le cose che da subito ci colpiscono sono tre: si parla di 60 prescrizioni da osservare “per lo più” nella presentazione del progetto esecutivo. Cosa significa “per lo più”? Che alcune sono da osservare subito prima di presentare il progetto definitivo? E che tempi ci saranno? Si legge sulle note stampa che tra le prescrizioni vi sia l’innalzamento del ponte. Quando l’altezza delle torri passò dai circa 387 metri a 399 metri, fu necessario prevedere l’allungamento dei cavi, lo spostamento dei blocchi d’ancoraggio, la modifica strutturale del ponte. Ma quindi bisognerà modificare il progetto? Ed a questo punto non bisognerà rifare la procedura di valutazione d’impatto ambientale? Da chi era costituito il gruppo di lavoro istruttorio della pratica Ponte? Secondo indiscrezioni di stampa era costituito da soggetti di chiara militanza nel centrodestra, alterando così la terzietà della commissione. E quanto peso ha avuto nella decisione finale l’inserimento dei 12 nuovi componenti la commissione a pochi giorni dalla decisione?Riteniamo ci sia materiale sufficiente per aprire nuovi contenziosi tecnici e legali. Come comitato No ponte Capo Peloro continuiamo la nostra lotta sui territori e dichiariamo da subito lo stato d’agitazione quotidiano e permanente fino a quando questa minaccia non sarà definitivamente allontanata dall’area dello Stretto di Messina»
I no ponte si riuniranno a Roma il prossimo 15 novembre nella conferenza stampa “No al ponte sullo Stretto”, organizzata da 22 sigle tra cui associazioni ambientaliste locali e nazionali, sindacati, attivisti, studenti e tre partito politici.