MESSINA. Con la prospettiva di nuove elezioni alle porte, ritorna come sempre in auge il Ponte sullo Stretto, tirato in ballo implicitamente anche dal vicepremier Matteo Salvini (e prima ancora da Elvira Amata e Matilde Siracusano). A ribadire la loro contrarietà alla “grande opera” sono adesso i membri della Rete No Ponte, che dopo il corteo dello scorso 26 luglio (al quale molte sigle da sempre contrarie all’infrastruttura hanno deciso di non aderire) rivendicano le ragioni della protesta. Togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. 
«Il 26 Luglio a Messina la Rete No Ponte – scrivono – ha dato una risposta concreta anche a tutti coloro che rispondevano “tanto il ponte non lo fanno”. Durante le assemblee precedenti al corteo abbiamo ribadito più volte la necessità di una mobilitazione, oltre che per gli storici motivi che ci spingono a contrastare questa grande opera, anche e soprattutto per il rischio -concreto- nel caso di ascesa di un governo di centro-destra, di rilancio dell’idea del Ponte sullo Stretto.
Ed eccoci qua! Il via è stato dato, qualche settimana fa, dalla parlamentare regionale di Fratelli d’Italia Elvira Amata che ha rilanciato “l’importanza di un’opera come il Ponte sullo stretto” sulla base della comunissima – e smentitissima – idea questo farebbe da volano allo sviluppo del Sud. La stessa filosofia di chi sosteneva che con i poli industriali avremmo messo la parola fine alla precarietà e al sottosviluppo a cui siamo soggetti.
Le ha fatto eco, qualche giorno fa, anche la parlamentare di Forza Italia Matilde Siracusano. Con una scelta dei tempi classica dei sì ponte, ad elezioni alla porte, ha afferrato il discorso dei pontisti auspicando addirittura a una mobilitazione nazionale pari a quella Si Tav di qualche mese fa. Ma non l’avevano già preannunciata mesi fa e mai fatta?
E oggi, chiude per il momento il cerchio, Salvini che ha confermato esattamente ciò che abbiamo ripetuto per mesi e mesi.
Sotto il sole torrido dell’estate pre-corteo ci accusavano di fare le cose “a freddo” e che una manifestazione ormai era inutile. Eppure – proseguono – i fatti dimostrano chiaramente che le abbiamo proprio indovinate tutte. 
Durante la preparazione del corteo, hanno remato contro associazioni, movimenti, e partiti che, nel loro classico modus operandi, preferiscono aspettare piuttosto che fare. Lo abbiamo visto nel tempo, prima quando sostenevano che Salvini non si doveva contestare “per non dargli visibilità” e oggi con i giudizi sul corteo. Abbiamo visto come nel tempo si è distrutto un movimento, con promesse fatte e mai mantenute fino a portare una città come Messina, da sempre no ponte, all’amara accettazione del “tanto non abbiamo nulla da perdere, vediamo che succede se si fa il Ponte”.
La situazione è per noi ormai chiara e lo è da tempo. Siamo convinti che il corteo no ponte del 26 Luglio ha solo gettato le basi per un fronte di resistenza concreto contro il rilancio del Ponte sullo stretto.
Noi dalla parte di Salvini non ci staremo mai, noi difendiamo la nostra terra!», concludono.
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