MESSINA. Piastrelle staccate nei bagni, calcinacci, spalti pericolanti, la tribuna superiore inagibile da sempre e una cintura di erbacce che circonda per larga parte il perimetro del campo. A distanza di qualche mese dal roboante blitz del sindaco Cateno De Luca, che ha chiesto il licenziamento in tronco dei custodi dopo averne beccato uno che guardava la televisione, il campo di atletica dell’ex Gil “Salvo Santamaria” è ancora “un cesso a cielo aperto”, proprio come lo aveva definito il primo cittadino. Dallo scorso 8 luglio, in sostanza, la situazione è pressoché la stessa (ma con la vegetazione più folta). Malgrado il clamore mediatico e i conseguenti strascichi (uno dei custodi minacciò anche il suicidio).
Le condizioni di degrado odierne, però, più che ai custodi, che si occupano di manutenzioni ordinarie, sono da attribuire alla mancanza di manutenzioni straordinarie. Paradossalmente, infatti, la parte più “decorosa” dell’ex Gil (più pulita rispetto a due mesi fa) è quella di competenza dei guardiani, che però nulla possono contro il suo decadimento strutturale.
Dallo stanzino insalubre degli inservienti (tre, che lavorano a turni) ai bagni disastrati, infatti, l’intera struttura versa in condizioni da “socialismo reale”, che poco o nulla sembrano avere a che fare con il lavoro di pulizia dei custodi, che si occupano di spazzare, lavare e pulire i sanitari (in pessime condizioni strutturali), il “corridoio” di accesso al campo e il gabbiotto in cui risiedono, che ha delle infiltrazioni su tutto il soffitto. A tenere occupati gli addetti, in una struttura che nei giorni di punta accoglie centinaia di sportivi, sono anche le erbacce: quelle più corte, in prossimità dell’ingresso, sono state rimosse dagli stessi inservienti, mentre dall’altra parte della pista i mancati interventi di scerbatura (per i quali servirebbero dei decespugliatori) hanno permesso alle piante di crescere ad altezza d’uomo lungo tutto il perimetro, creando dei problemi anche a chi abita al confine con l’impianto.
A differenza del resto della struttura, il campo appare invece in condizioni discrete (è stato completamente rimodernato nella tarda primavera del 2018), se non fosse per una sorta di “residuato bellico” che fa capolino al centro della pista: si tratta di un tappeto per il salto con l’asta che secondo i presenti vegeta lì da decenni.
Non sono messi meglio gli spalti (a partire dalla tribuna superiore, ma non solo) né i bagni, utilizzati ogni giorno da tantissimi sportivi, che fra piastrelle staccate, muri scrostati e docce malandate, più che un impianto sportivo ricordano un carcere del Vietnam.
Tutto questo mentre si avvicina l’inverno, con tutto ciò che ne consegue: nell’impianto piove letteralmente dentro e con l’arrivo del maltempo spesso i custodi sono costretti a distribuire secchi nei corridoi e all’ingresso.
Com’era l’8 luglio…
… e com’è il 5 settembre
I blitz di De Luca sono solo un patetico modo per giustificare i suoi fallimenti e per togliersi le responsabilità di sopra. Ora stanno diventanto un boomerang