LATINA. Due match da dentro o fuori per il Messina di Eziolino Capuano che in sette giorni si gioca, più dal punto di vista psicologico che sportivo, la risalita in classifica nel girone C. I peloritani, già costretti a rinunciare a Matese, Morelli e Balde, perdono anche Marginean e Gonçalves. Rientro tra i convocati invece per Fazzi e Damian.

I padroni di casa, schierati anche loro col 3-5-2 dall’ex Palermo Di Donato, stanno costruendo al “Francioni” i mattoncini per una salvezza tranquilla: qui sono arrivati 13 dei 14 punti raccolti in campionato conditi da 3 vittorie negli ultimi 4 scontri diretti contro Picerno, Campobasso e Andria, prossimo avversario del Messina al “Franco Scoglio”.

PRIMO TEMPO
I giallorossi partono bene e con personalità ricordando quasi le prime giornate di campionato sotto la guida di mister Sullo, quando il pallone viaggiava e la mente sembrava più sgombra. Il Latina non si vede mai lì davanti e sono allora gli ospiti, alla prima occasione, ad andare subito vicinissimi al vantaggio con il sinistro potente di Sarzi Puttini deviato da De Santis sulla propria traversa (20′). Quattro minuti ed è ancora la squadra di mister Capuano a cercare la via della rete: Adorante sfrutta un errore della difesa laziale ma il lob si deposita alla sinistra del palo. Nel momento migliore del Messina, il Latina passa: Celic prolunga il pallone in scivolata nel tentativo di deviazione, Mikulic – peggiore in campo per distacco insieme al compagno di reparto croato, entrambi per nulla a proprio agio nel 3-5-2 di Capuano – si proietta sulla sfera ma dimentica di avere davanti a sé Carletti: è rigore. Il centravanti laziale spiazza Lewandowski e trova la sesta marcatura in campionato (31′). Tra i giallorossi subentra l’ansia ed è ancora un disastroso Mikulic a concedere un’altra chance a Sanè: stavolta l’estremo polacco salva tutto in uscita bassa (38′). Un minuto dopo Konatè si improvvisa acrobata e, dimenticato tutto solo in area, anziché stoppare il pallone e depositare alle spalle di Cardinali, decide di tentare la mezza rovesciata col pallone che termina in curva tra la disperazione generale dei suoi compagni di squadra. La prima frazione di gioco termina così col Latina in vantaggio.

SECONDO TEMPO
Capuano tenta di mischiare le carte del mazzo con ciò che si ritrova a disposizione in panchina: entrano dal primo minuto Rondinella e Catania al posto degli improponibili Celic e Konatè. Poi è la volta del ritorno di Damian, imprescindibile elemento tra le fila dei peloritani. Il Messina, seppur con difficoltà, si risveglia e si riversa in attacco: sono 5 i calci d’angolo conquistati nei primi venti minuti della ripresa con l’occasione più ghiotta che porta la firma di Vukusic, ma il tiro è stoppato dall’estremo pontino. Il Latina gioca tutto dietro la linea della palla e i giallorossi tentano il tutto per tutto mettendo dentro anche Distefano e Busatto, ma la ripresa è qualcosa di calcisticamente osceno con i giocatori in campo che non sanno cosa fare con la sfera né come farlo. È proprio il giovane attaccante arrivato dalla primavera vicentina ad avere la palla del pareggio, ma il colpo di testa in avvitamento termina di poco sopra la traversa (88′). Il Latina vince con il minimo sforzo e rispedisce oltre lo Stretto il centinaio di tifosi giallorossi arrivati nel Lazio, unico spettacolo di giornata.

C’è qualcosa che si è rotto in casa Messina. Ci sono dei rapporti che sono stati compromessi all’interno dello spogliatoio e una sfiducia generalizzata tra calciatori e società che giornata dopo giornata continua a crescere. Due le immagini: Fazzi che spinge via il compagno Sarzi Puttini intento a battere una punizione sul finire del primo tempo; Damian, solo in mezzo al campo, che a cinque minuti dal termine del match si ferma e allarga le braccia sconsolato perché non sa a chi passare la sfera. Un nervosismo e una confusione giustificati da una squadra indecente messa in campo da un allenatore che, da quando si è insediato sulla panchina giallorossa, non ha dimostrato un briciolo di gioco. Ma assemblata da Argurio e Lo Monaco con calciatori che, per larghi tratti, in campo, sembrano svolgere un’altra professione. Per il Messina è crisi nera con una vittoria e quattro sconfitte nelle ultime cinque partite.

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