di Claudio Bernardo Puglia

MESSINA. La pestilenza di Messina del 1347 diventa un gioco da tavolo. Realizzato da Raúl Fernández Aparicio e Vladimír Suchý , designers di videogiochi provenienti rispettivamente da Spagna e Repubblica Ceca, il gioco, che senza troppa fantasia si chiama “Messina 1347”, si svolge in riva allo Stretto durante l’inizio dell’epidemia di peste e la diffusione della sua infezione attraverso la città, si articola in sei round, al termine dei quali vince chi ha più punti e, in caso di pareggio, chi all’inizio dell’epidemia si è arricchito di più con… l’amuchina, il tutto tra suore, nobili, artigiani, laboratori e quarantene.

Cosa è successo a Messina nel 1374? Sostanzialmente, dopo aver devastato Europa e Italia, come ne scrisse Boccaccio riguardo a Firenze, la peste arrivò in Sicilia, probabilmente portata dalle navi genovesi approdate nel porto di Messina (secondo altre fonti, la pestilenza compare invece a Messina, proveniente dall’oriente, per diffondersi poi negli altri porti, tra cui Genova, Marsiglia, Venezia e Pisa in cui fanno scalo le navi). Nel gioco, i giocatori assumono il ruolo di importanti famiglie messinesi che lasciano la città e si trasferiscono in campagna, dove tutti aspettano che l’epidemia si plachi, per poi tornare a Messina per prendere il sopravvento e dominare i vari quartieri della città. Inoltre, si concentrano sul salvataggio degli altri abitanti e sulla lotta contro l’infezione della peste in città.

Una curiosità: benchè il gioco sia ambientato nel 1347, in copertina si vede l’orologio astronomico. Che è del 1933.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments