Brutalismo e dewcostruttivismo fuse insieme nello stile "non -finito siciliano"

 

MESSINA. Il neonato “Forum delle Donne Messinesi” interviene in merito al dibattito sul risanamento e “bacchetta” il sindaco Cateno De Luca, invitandolo “a non scimmiottare alcuni leader politici che hanno costruito la loro carriera alimentando l’odio contro i migranti”, con ovvio riferimento a Matteo Salvini e alle ultime dichiarazioni del primo cittadino. Fondato da alcune donne di età, carattere, cultura e posizione sociale diverse, ma che hanno in comune la voglia del “riscatto della città”, il movimento nasce con  l’ambizione di costruire un vero e proprio manifesto sociale, etico ed emotivo – spiegano le promotrici –  al fine di promuovere e avviare un vero e proprio cambiamento economico sociale della città.

«Crediamo – scrivono – che il Sindaco De Luca  abbia la capacità di portare avanti il risanamento e lo sbaraccamento senza fare ricorso a dichiarazioni infelici. Per il “ Forum delle Donne di Messina” nelle baracche non possono abitare né i cittadini messinesi né i migranti. Le baracche devono essere abbattute. Noi donne siamo madri, zie, nonne e molte di noi hanno vissuto e vivono la sofferenza di un figlio, di un nipote, di un parente che è stato costretto a lasciare il nostro territorio per mancanza di lavoro. Il Sindaco Cateno De Luca, non deve mostrare alcuna preoccupazione: il movimento delle donne messinesi al quale hanno aderito anche le donne che vivono nelle “favelas messinesi” sostiene sbaraccamento e riqualificazione dei quartieri – continuano le promotrici – e non consentiremo “giochetti politici” finalizzati ad affossare una iniziativa che i messinesi attendono da oltre 100 anni. Non possiamo, infine, fare a meno di segnalare che a causa del mancato invito da parte del Presidente della Commissione al bilancio dell’Assessore e dei dirigenti Comunali – concludono le promotrici del movimento – oggi i componenti della Commissione non hanno potuto iniziare l’esame della delibera di costituzione dell’Agenzia. Un corto circuito istituzionale che certamente non fa bene alla città».

 

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