MESSINA. Dopo l’esordio con l’ ”Amleto” di Michele Sinisi (“costretto” a replicare due volte), il “Cortile Teatro Festival” di Messina affronta la sua seconda settimana di cartellone con uno spettacolo e una performance-site specific, dal titolo “(Comu veni) Ferrazzano”, di e con Giuseppe Provinzano, diventato in pochi anni uno dei teatranti palermitani più importanti, grazie anche al progetto “P3_coordinate popolari”, una trilogia che prende spunto dal grande etnologo Giuseppe Pitrè.

Filo conduttore di questa ricerca linguistica, il confronto tra l’attore e regista e l’artista scenografa Petra Trombini. Nel cortile del palazzo Calapaj – D’Alcontres (ore 20,45) lunedì 20 luglio sarà in scena “(Comu veni) Ferrazzano”. «Per guidarci in questa trilogia – dice Provinzano – abbiamo scelto di affidarci alla figura di Ferrazzano, alter ego scaltro di Giufà, al quale il Pitrè ha dedicato diverse storie a fare da contraltare al babbasone di lui più noto. Ferrazzano è una sorta di Virgilio, un trait d’union tra i vari capitoli che in questo secondo lavoro della trilogia si presenta in tutta la potenza narrativa e performativa».

Come si legge nelle note di regia, sono 35 e più le storie che Ferrazzano conosce: “potrebbe raccontarle tutte fino a quando il pubblico ne avrà voglia o solo alcune di queste. Quali non è dato saperlo. Il pubblico sceglie da una bisaccia le storie sfidando Ferrazzano in un gioco ispirato a quello delle vecchie osterie, sfidandosi ‘a chi la racconta meglio’, con un bicchiere di vino quale premio o come pegno. E così, come un tempo queste entravano e uscivano dal calesse del Pitrè, oggi muoveranno il loro incedere dalla voglia di sentire una storia di uno spettatore e da un corpo capace di narrare con tutti i suoi mezzi a disposizione, quello di Ferrazzano, che vivrà questa sfida in un ambiente scenico che lo farà sentire un gigante, o forse un nano sulle spalle di un gigante, Giuseppe Pitrè”, si legge sul comunicato.

Mercoledì 22, alle ore 20,15, è in programma la seconda performance site-specific: “Theremani” di Vincio Siracusano. Lo spazio del cortile settecentesco diventerà come uno strumento musicale. “Una installazione in cui lo spettatore si trasforma nell’attore principale, avendo letteralmente in mano il suono e la luce che attraversano il cortile. Tramite dei sensori, il movimento delle mani viene connesso ad un sistema che genera suoni e luci e fa si che gli spettatori siano immersi in un’atmosfera fuori dal comune“, spiegano.

“Il Cortile – Teatro Festival” è organizzato dall’associazione “Il Castello di Sancio Panza” con il sostegno di “Latitudini”, la rete di drammaturgia siciliana, ed è diretto da Roberto Zorn Bonaventura e Giuseppe Giamboi. Come è nella tradizione di questo Festival, alla fine di ogni rappresentazione il pubblico, intrattenendosi con gli artisti, potrà godere ancora di più del “cortile”, gustando i prodotti del ristorante ‘A Cucchiara di Giuseppe Giamboi (solo aperitivo in occasione delle performance, prima dell’inizio).

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