MESSINA. Si è svolto ieri sera l’evento “Il Cinquecento a Castanea, un secolo di rinascita”, organizzato dall’associazione Giovanna D’Arco e dalla parrocchia del villaggio collinare della zona nord in occasione del V Centenario della colonna crocifera situata nella piazza di San Giovanni, antistante l’omonima chiesa. Manifestazione si è conclusa con due momenti: la celebrazione Eucaristica e “una passeggiata” nel 500 a Castanea. La Parrocchia di Castanea con l’associazione si sono fatte voce di un tempo lontano portando in piazza e accendendo i riflettori su vicissitudini, opere e manufatti pervenuti fino ai giorni d’oggi per valorizzarne, custodirne e promuoverne il valore, e su queste basi gettare nuovi semi fecondi per il futuro.

“Cinque secoli fa i nostri antenati hanno eretto questo monumento e noi oggi siamo qui riuniti pieni di gratitudine, eredi e custodi di quanto ci hanno tramandato – ha esordito Tonino Spanò, dando inizio al momento culturale – Ogni epoca, come la vita di ciascuno di noi, attraversa momenti belli e altri meno. Il 2022, questo nostro tempo, pare che ci sta portando fuori dal morbo del Covid e cosi fu il 1522 che segnò la fine di una fra le tante pestilenze che colpirono la città di Messina e il nostro villaggio: il monumento voluto dai nostri avi è un inno di ringraziamento per la fine della pandemia”.

“Questo incontro, preceduto dalla Celebrazione Eucaristica, vuole essere un ponte che dalle nostre radici storiche si proietta nell’oggi, nel qui e ora, affinché dal nostro tempo presente possiamo virare il timone per gettare semi fecondi verso il futuro, i nostri figli – ha proseguito – Il popolo da Castanea da sempre è stato profondamente religioso e questa sera, questa bella accoppiata fra la Chiesa e l’Associazione Giovanna d’Arco è l’auspicio per un proseguo di pace e fraternità. L’associazione Giovanna d’Arco è stata beneficiata sul nascere dalla presenza fulminea del caro architetto Alessandro Costa, conosciuto da tutti come Pituzzu, ed ‘è grazie a lui se oggi in alcuni di noi è nata la passione, divenuta poi studio, verso le nostre radici, la nostra piccola storia, verso la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, paesaggistico ecc. ecc”.

“E le gratitudini si moltiplicano se volgiamo lo sguardo indietro nate tutte sulla scia della donazione libera e incondizionata e sul motto che ha sempre caratterizzato il nostro stare insieme – ha continuato – Chi sa, chi ha un talento diverso dall’altro lo offre cosicché non vada perduto: se oggi non si è persa l’arte dell’intreccio, se Maria, Flavia, Caterina ecc. ecc. “sannu fari i panara” è perché il probo don Giovannino con tanta dedizione trasferì questa sua arte. E questo è quello che intendiamo fare questa sera con Giovanni Quartarone che ci parlerà di Castanea nel 500, con gli eventi principali che lo hanno caratterizzato: un secolo intriso di gioie e dolori; Grazia Arena ci presenterà le opere di pregio architettoniche, pittoriche e scultoree che sono la parte più cospicua del nostro patrimonio”.

“Grandi artisti di scuole e botteghe nazionali hanno lasciato il segno consegnandoci dei tesori inestimabili. Ricorreranno i nomi dei Calamech, Freri, Guinaccia e altri ancora che ritroveremo nei musei o nelle cattedrali di importanti città italiane; Giovanna Oliva ci mostrerà le colonne crocifere presenti nella storia dell’arte cosi da coglierne, confrontandole, l’importanza che riserba quella che ci è stata affidata dalla Provvidenza. Con Padre Vincenzo ripercorreremo le pestilenze tra Bibbia e Letteratura, assaporeremo e impareremo come da ogni difficoltà, fatta di tante prove e tribolazioni, è possibile attraversarla con un dialogo costante fra Dio e l’uomo”, ha concluso Tonino Spanò, che ha moderato l’intero incontro.

Un intermezzo durante la serata è stato scandito dalla consegna alla parrocchia del prezioso cimelio custodito dall’associazione da quasi trent’anni: un braccio di croce in marmo Quattrocentesco rinvenuto in un giardino di Castanea. Il reperto, illustrato durante l’intervento da Giovanna Oliva, presenta decori floreali da ambo le parti, si può benissimo “leggere” il braccio di Gesù Crocifisso e il leone, simbolo dell’evangelista da un lato. Nell’altra facciata è chiara la figura di un frate con un “libro” nella mano sinistra e una croce in alto sulla mano destra. Da ambo i lati un fiore rosaceo. Nel 1994 in occasione della II mostra “Metamorfosi”, dedicata a Sandro Costa, fu esposto insieme ad altre opere di privati e fu lasciato alla nostra associazione. Il Presidente, Tonino Spanò, a nome della “Giovanna d’Arco” lo ha consegnata al Parroco Vincenzo Majuri, affinché si aggiunga ai tesori del passato e possa essere così tramandato ai posteri.

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