MESSINA. Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Amministrazione comunale in seguito all'”ufficializzazione” di un hotspot a Messina. Di seguito il comunicato completo:

 «Come è noto alla cittadinanza, fin dal primo momento, questa Amministrazione ha lanciato il suo “no” chiaro e inequivocabile al modello hotspot nella nostra città, con note e interlocuzioni plurime con il governo sia centrale che locale. L’accoglienza non è un fatto di numeri, ma di umanità. Messina ha sempre accettato di svolgere il proprio ruolo, come richiesto dal ministero dell’Interno in accordo con Anci, accogliendo un numero anche superiore alle quote ministeriali, ma sempre a patto che ci fossero dietro progetti di dignità e inclusione. Ci inquieta e disorienta quindi la divergenza di informazione in merito al nuovo centro presso la ex Caserma “Gasparro”. Da un lato la comunicazione ufficiale del governo territoriale, riguardante la realizzazione di un Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (Cpsa), deputato alle operazioni di identificazione dei migranti e di avvio delle procedure per il riconoscimento dello status di richiedente asilo e protezione, allocato attorno al Centro di Accoglienza Straordinaria (Cas), già attivo da tempo. Dall’altro la nota pubblicata dall’European Union Agency for Fundamental Rights che, nell’annunciare il seminario che si terrà nella nostra città sui temi dell’accoglienza, fa riferimento ad un hotspot a Messina. È chiaro comunque che, al di là della nomenclatura, questa Amministrazione ribadisce il suo rigettare un modello di accoglienza costruito sul trattenimento e detenzione dei migranti e i cui tempi di attesa nel riconoscimento e identificazione possono essere lesivi della dignità e della libertà individuale. Modello ancora più inadatto a fronteggiare le ultime inquietanti evoluzioni del sistema di sbarco, all’indomani della creazione dei “centri” libici. Si ricorda, infine, che questa Amministrazione ha investito nella seconda accoglienza rivolta ai piccoli numeri e proiettata all’integrazione e accompagnamento dei nuovi cittadini provenienti dalle rotte migratorie. Lo dimostra il numero di posti nelle case comprese nel Sistema di Accoglienza per Rifugiati e Richiedenti Asilo (Sprar), “buona prassi” a livello europeo che vede impegnata la rete degli enti locali con gli organismi del terzo settore nella presa in carico dei migranti. Oggi nel sistema Sprar la nostra città dispone di 20 posti “ordinari” (adulti e nuclei familiari), di 71 posti per vulnerabili (donne sole con bambini e persone con disabilità), di 37 posti per minori non accompagnati e continua partecipando ai bandi per ampliare la platea dei beneficiari, a cui si aggiungono strutture accreditate di seconda accoglienza per minori e iniziative diffuse rivolte all’integrazione vera”.

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