MESSINA. L’Aids non è una semplice malattia. È percepita ancora come uno stigma sociale, una piaga, e più che in altri casi l’anonimato è fondamentale. Per vincere la paura. E la vergogna. E i tanti luoghi comuni che a tutt’oggi, nel 2017, sono difficili da sradicare. I medici spiegano da decenni che la prevenzione e la consapevolezza sono fondamentali. Ma sebbene la medicina abbia fatto degli enormi progressi e gli strumenti per limitare il contagio siano alla portata di tutti, i passi da fare sono ancora tanti.

A Messina il numero delle persone sieropositive è in crescita: seicento contagiati in cura, su un totale di 2500 individui in tutta la Sicilia, metà dei quali hanno contratto il virus per via sessuale. Numeri, quelli relativi alla diffusione dell’Hiv in città e provincia, che raccontano di un incremento delle infezioni a fronte di un calo dei casi di Aids (279, secondo il report dell’Istituto nazionale della Sanità), che potrebbero diminuire ulteriormente utilizzando i kit rapidi che consentono di fare il test “autonomamente”.  

«Purtroppo però quasi tutte le farmacie messinesi ne sono sprovviste», spiega il responsabile dell’Ambulatorio per la diagnosi e cura delle malattie da Hiv/Aids del Policlinico, Gianfranco Pellicanò, che sfata uno dei miti più comuni sulla diffusione del virus: «A essere contagiati sono in pari misura omosessuali ed etero», quantomeno in riva allo Stretto.

«I kit – conferma il presidente di Federfarma Giovanni Crimi – sono stati messi in commercio da poco tempo e i depositi di Messina ancora ne sono sprovvisti. Tuttavia qualche farmacia li ha già ordinati. Si tratta di strumenti economici (costano circa 20 euro) che danno una risposta dopo 15 minuti al massimo. L’unico inconveniente rispetto ai test tradizionali è che sono validi dopo circa 90 giorni dalla contrazione del virus».

«Per quanto riguarda Messina, i numeri in nostro possesso – spiega Pellicanò – si riferiscono al 31 dicembre 2015. Sugli ultimi 12 mesi possiamo fare invece una stima approssimativa facendo affidamento sulla quantità dei farmaci prescritti».  Per un calcolo preciso dei dati è necessario però tenere conto della “migrazione sanitaria”: ovvero dei tanti che per paura o per timore di essere riconosciuti vanno a fare il test in altre città o in altre regioni. I tre centri specializzati della provincia peloritana – al Policlinico, al Papardo e a Barcellona Pozzo di Gotto – offrono  la possibilità di effettuare il  test in maniera anonima e totalmente gratuita, senza l’impegnativa del medico curante. Il risultato? Si conosce entro un massimo di 48 ore.

«Fare il test è di vitale importanza – raccomanda Pellicanò – dato che su 100mila casi di persone infette in tutta Italia, ce ne sono almeno 20-30mila che non sanno nemmeno di aver contratto la malattia. Se il virus viene diagnosticato in tempo è possibile abbattere la carica virale e limitare il contagio».

«In alternativa – prosegue il medico – sono disponibili sul mercato due tipi di test rapidi, uno per salivazione e uno ematico, che danno una risposta dopo pochi minuti. Sono degli strumenti molto utili, malgrado non abbiano la stessa efficienza di quelli ambulatoriali (che riescono a individuare le particelle virali a quaranta giorni dal contagio) e non garantiscano la necessaria assistenza psicologica. Il problema è che tantissime farmacie messinesi ne sono sprovviste».

A fine 2015, in Italia, sono state riportate 3.444 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti. Un numero che pone il Bel Paese al tredicesimo posto tra le nazioni dell’Unione Europea. E mentre rimane stabile il numero di decessi in persone con Aids,  circa la metà delle nuove diagnosi di “sindrome da immuno deficienza acquisita” riguarda persone che non sapevano nemmeno di avere l’Hiv. L’età media al momento della diagnosi di infezione da Hiv è di 39 anni per gli uomini e di 36 anni per le donne, mentre le regioni più colpite sono Lombardia e Lazio. In Sicilia, secondo i dati del Registro Regionale  dell’Osservatorio Epidemiologico, dal 2009 al 2015 si sono registrati  1499 nuovi casi di contagio da Hiv, con un alta percentuale di maschi (76%) e circa il 20% di stranieri (soprattutto donne).

 

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