MESSINA. «Siamo rimasti molto sbalorditi nel leggere le dichiarazioni che sono circolate in queste ore sui social e riprese da alcune testate, che non hanno svolto nessuna azione di verifica o interpello del nostro Comitato, il quale viene pure citato. A questo punto non possiamo che intervenire, per amore della verità, riportandovi come sempre fatto in questi anni, la realtà delle cose». A scriverlo, in una nota, sono gli esponenti del Comitato “Salviamo Galati marina“, che intervengono nuovamente sul caso dell’erosione costiera nel villaggio a sud di Messina dopo le dichiarazioni del sindaco Cateno De Luca e dell’assessore Francesco Caminiti, che nei giorni scorsi hanno fatto il punto sull’avanzamento dei lavori.

 




 

«La narrazione che viene offerta – si legge nel comunicato – purtroppo è faziosa e fuorviante, perché se è vero che da un lato sembrerebbe che si stia verificando un’azione di ripascimento della costa, non si può non considerare che il fenomeno a cui assistiamo è visibilmente quello dello spostamento, cioè dell’azione del mare che erode in alcune porzioni di territorio, riportando lo stesso materiale più avanti. Inoltre si sostiene che, grazie all’operato del Comune, non ci sono stati danni alle abitazioni. Ci avrebbe senz’altro fatto piacere poter confermare questa dichiarazione, ma che purtroppo, amaramente, ancora una volta viene smentita dai fatti, poiché anche durante questa amministrazione, non sono mancati gli episodi in cui, nonostante allerte diramate dal DRPC, abbiamo dovuto vedere proprietà private dilaniate dalla forza del mare, stabili allagati, abitazioni che hanno subito danni anche a causa dell’inadempienza e mancanza di tempestività da parte dell’apparato comunale. Ed ecco che ancora una volta vediamo il nostro fragile paesino gettato nel tritacarne della propaganda, dove l’accecata ricerca del consenso prevale su di ogni altra cosa. Per noi la buona politica non è quella che si ferma ai proclama. Quindi non possiamo che continuare ad auspicare, oltre il completamento dell’opera integrale con i 9 pennelli previsti dal progetto (mettere in sicurezza dovrebbe ritenersi un atto dovuto dopo tutti i danni e le sofferenze subite, non un’azione straordinaria!) che si continui ad operare con la dovuta attenzione per le zone limitrofe, le quali continuano ad essere erose. Apprezzando l’impegno di chi ha permesso l’avvio dei lavori e quanto fin ora concretamente fatto, auspichiamo l’integrazione con altre azioni, che vadano ben oltre le sole ordinanze di sgombero, mirate a contrastare la moria sociale ed economica che ormai da anni attanaglia sempre di più Galati Marina, volendo ancora riservare un barlume di speranza rivolto verso le istituzioni, per poter restituire un futuro prospero al nostro paese».

 

 

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