MESSINA.  «Dare ossigeno alle aziende di commercio locali prima che l’emergenza Covid intoni loro il de profundis».  È la richiesta dei membri del direttivo dell’Associazione ForuMEssina, che intendono chiedere formalmente all’amministrazione di prevedere un sostegno economico per i negozi messinesi attraverso una misura di circa 10 milioni di euro “da gestire in modo sensato e che andrebbero individuati dagli storni del pon metro e dal mancato pagamento quote capitali mutui CDP”.

«In primis – scrivono in una nota – abbiamo previsto di dividere le 13.500 attività commerciali aventi sede sul territorio comunale in tre gruppi, ciascuno dei quali comprendente determinate tipologie commerciali: esercizi che hanno dovuto interrompere l’attività, vendita al dettaglio e ingrosso (a titolo esemplificativo ma non esaustivo: abbigliamento, accessori, artigianato non alimentare, arredamento,tessuti etc.); esercizi che hanno avuto modo di compiere l’attività in modalità delivery (bar, ristoranti, pizzerie e pasticcerie); esercizi che hanno potuto continuare a svolgere attività regolare (farmacie, parafarmacie, tabacchi, edicole, pompe di benzina, alimentari in genere e supermercati, studi medici). Riteniamo giusto si pensi a fornire un sostegno concreto alle attività che ricadono nelle prime due categorie e più di tutte hanno risentito delle limitazioni di queste settimane e che ai titolari di queste, siano erogate delle somme in grado di consentire il pagamento delle spese vive necessarie, quali canoni di locazione e tasse comunali».

Nel dettaglio la proposta prevede, per il primo gruppo, il versamento su conto corrente pari a due mensilità di locazione, o in alternativa, se l’azienda è proprietaria dell’immobile ove svolge l’attività, lo storno di Imu e Tari relativi al 2020;  alle aziende che ricadono nel secondo gruppo il supporto consisterebbe invece nel versamento di un importo corrispondente a un mese di locazione oppure, qualora l’azienda fosse proprietaria dell’immobile ove svolge l’attività, l’esenzione di un tributo tra Tari e Imu. Le richieste, sotto il profilo burocratico, andrebbero accompagnate da: Visura camerale (che accerti la sede in Messina); Iban; Contratto di locazione (con versamento tassa annuale); Ultima Imu/Tari pagata.

«L’intento di questa proposta è di dare un aiuto concreto al sistema economico cittadino, parametrando il sostegno sulle dimensioni delle aziende e sulle difficoltà che stanno affrontando in questo momento», aggiunge Francesco De Pasquale, membro del direttivo e promotore della proposta.

 

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