MESSINA. Il comune di Messina intende mettere la parola “fine” alla vicenda della finanza derivata, iniziata nel 2007 con la sottoscrizione di tre contratti con Bnl e Dexia. Con la banca italiana il tutto si è concluso tre anni fa con una accordo transattivo, e alla stessa maniera si intende procedere con l’istituto di credito franco-belga. Giuseppe Cannizzaro, però, l’esperto che per conto dell’amministrazione di Renato Accorinti ha seguito la vicenda, e chiuso l’accordo con Bnl (vantaggioso, per il comune di Messina), avverte: la transazione che ha approvato la giunta, e che è stata inviata in consiglio comunale per la ratifica, non è affatto conveniente per Palazzo Zanca.

Perché? Perché sostanzialmente andare in giudizio (e perdere) costerebbe meno del sottoscrivere l’accordo. “Il rischio di una eventuale soccombenza in giudizio è quantificabile in un maggiore esborso (rispetto alla prevista transazione) quantificabile in un range compreso tra 4/5 milioni e non in 35 milioni come erroneamente indicato nel testo della delibera”, scrive Cannizzaro in una lettera indirizzata al Consiglio comunale, per metterli al corrente dei numeri prima che i consiglieri ratifichino la decisione della giunta e si proceda con la transazione.

Il vantaggio economico in caso di vittoria in giudizio ammonterebbe a oltre 18 milioni e appare pertanto incomprensibile quanto asserito in delibera nella parte che recita: ‘ma anche nel suo miglior scenario sarebbe in ogni caso ben superiore alla somma che si è convenuto di versare in sede di conciliazione’ “, continua Cannizzaro. “Lo stesso contratto in questione, il cui onere complessivo a seguito dell’accordo ammonterebbe a circa 13 milioni, è identico a quello oggetto della precedente transazione con BNL, conclusosi a costo zero per l’Ente”.

Il Comune di Messina ha richiesto un parere allo studio legale di Marcello Parrinello, che nella sostanza concorda (meglio, non smentisce) su quanto espresso da Cannizzaro dal punto di vista finanziario, ma conclude in maniera molto differente dal punto di vista legale: secondo il legale interpellato da Palazzo Zanca, “riteniamo che le nostre possibilità di vittoria nel giudizio sono di gran lunga inferiori rispetto alla prospettiva di una soccombenza, conseguentemente optiamo per la soluzione transattive”.

Questo perché lo studio legale ha stimato in 21 milioni e 906mila euro i costi di una soccombenza in processo (24 milioni contando i costi legali).

LA STORIA. Quella dell’incursione nlla finanza derivata, per il comune di Messina, è stata un’operazione totalmente “a perdere”, nella quale palazzo Zanca si era imbarcato tra il 2003 ed il 2007, con la sottoscrizione di tre contratti “swap” per un totale di circa 200 milioni di euro con le banche Dexia e Bnl. Con Bnl il cerchio era stato chiuso nel 2016 con l’azzeramento dell’esposizione negativa, e dal 2012 questi contratti sono vietati. Restava la bomba Dexia.

Cosa è successo? Nel 2007, su incarico del Comune, l’istituto di credito arriva a Palazzo Zanca in qualità di consulente, ed effettuava una valutazione dei contratti all’epoca in essere, definendoli “molto rischiosi”. La stessa Banca proponeva come soluzione una radicale rinegoziazione alla quale essa stessa avrebbe partecipato, ponendosi quindi nella situazione bizzarra di “advisor” e venditore.

A seguito della ristrutturazione proposta da Dexia, il Comune ha eliminato dalla propria sfera economica il danno teorico e potenziale (“Mark to Market”) dei vecchi contratti, pari a 21 milioni e 600.000 euro, per acquisire un danno certo pari ad un importo compreso tra un minimo di circa 30 milioni e un massimo di circa 76 Milioni di euro.

I 200 milioni di potenziali danni paventati una decina di anni fa anni fa, si sono prima ridotti ad una cifra tra trenta e 76, poi si sono avviati rapporti negoziali: chiusi con Bnl, in fase di definizione, in base al voto del consiglio comunale, con Dexia.

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] MESSINA. “Dopo due sedute molto accese di Consiglio comunale, nella tarda serata di ieri è stata approvata dall’aula la proposta di deliberazione con la quale si è dato l’ok alla transazione tra il Comune di Messina e la Dexia sui derivati. Ove ve ne fosse ancora bisogno, la votazione di ieri è stata la palese dimostrazione che in aula non esiste più una maggioranza a sostegno della Giunta De Luca, contrariamente a quanto emerso a Gennaio scorso in occasione del c.d. “Cambio di passo”. Al primo vero appuntamento di rilievo per le sorti dell’amministrazione in carica, infatti, la maggioranza di De… Leggi tutto »