MESSINA. Mentre l’attenzione dei media era tutta puntata sulla processione della Vara, ieri Davide Faraone è stato a Messina nell’ambito del suo tour #sivacasapercasa: “Ferragosto nell’antico Borgo del Tirone dove convivono storie di baracche e di degrado ma anche di tanta dignità. Andiamo alle Scalinate Sergi e Tirone, una zona che da decenni aspetta una giusta riqualificazione, il ripristino delle più elementari condizioni di sicurezza e decoro. Diciotto famiglie, tanti bimbi. Ci accoglie Italia, sta preparando il falsomagro, tipico piatto di festa. Il profumo ci distrae e dimentichiamo che tutto intorno è degrado. Riccardo ci fa entrare nella casa che ha costruito con le sue mani in un terreno non suo. Sua moglie ci offre da bere. Sperano che la nostra visita non sia una iniziativa estemporanea. Non li deluderemo”.

La visita in città del Sottosegretario alla Santità, referente principale di Matteo Renzi in Sicilia, non ha fatto tappa solo al Tirone, come racconta lui stesso su Facebook: “Un ferragosto a Messina indimenticabile che ho condiviso con tanti amici. Pensavo di restare da solo, che i più avrebbero preferito legittimamente il mare, e invece in tanti mi hanno accompagnato al pronto soccorso, in carcere, tra le baracche dell’antico borgo del Tirone. Iole, Ciccio, Davide, Paolo, Liliana, Tani, Michele, Alberto, Filippo, Tommaso, Patrizio, Alba, Stenio, Claudio, Matteo, Giovanni, Massimo, Antonio, Natale, Patrizio, Umberto, Carmine… una bella squadra, c’è una sola parola che mi viene in mente: grazie!”.

Un diario di viaggio, quello di Faraone, le cui pagine sono dense di buone parole, speranze e ringraziamenti a tutti, dalla famiglia “abusiva per necessità” del Tirone al Pronto soccorso del Papardo, dove ha stretto la mano ai medici, agli infermieri e a tutto il personale “che in questa giornata di ferragosto è in corsia, nei reparti, nelle sale operatorie, nelle ambulanze per garantire il diritto alla salute”, augurando buon lavoro a loro “e a tutti i camici bianchi che in ogni angolo di Sicilia, nonostante le tante difficoltà, ci mettono passione e professionalità”, per finire con il Carcere di Gazzi, scoprendo che “10 detenuti lavorano in in call center per la Tim, con un regolare contratto di lavoro, che tanti altri hanno ristrutturato interi locali percependo il salario, che c’è tutto un settore clinico per la cura dei malati efficiente, una biblioteca piena di libri e una scuola”. Una scoperta, quella a Gazzi, che “rende felici”: “Cambiar vita è possibile! Grazie a tutti quelli che lavorano a Gazzi”.

Alla fine della mattinata, lo “schiticchio” di Ferragosto del sottosegretario è stato un pranzo in riviera.

 

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