Municipio, Palazzo Zanca

MESSINA. Dopo la prima edizione dell’anno scorso, anche quest’anno l’amministrazione comunale di Federico Basile ha riproposto, con l’approvazione della Giunta, il progetto “Estate addosso”: il Comune di Messina spenderà circa un milione e mezzo per borse sociali lavoro dell’importo di 600 euro l’una che si svilupperanno in un arco di tempo limitato al periodo estivo al fine di non interferire con il ciclo di studi scolastici e universitaria. Obiettivo sarà quello di offrire opportunità di crescita, interazione, ricostruzione dei legami sociali, di acquisizione di specifiche competenze lavorative ed attuando politiche preventive, inclusive e di affiancamento alla crescita stessa creando opportunità di apprendimento, in un luogo di lavoro reale.

Il soggetto attuatore sarà sempre la Messina social city e l’intervento è sempre indirizzato a studenti delle scuole secondarie di secondo grado, dell’Istruzione e Formazione Professionale, agli studenti universitari e ai NEET che hanno subito una condizione di isolamento ed allontanamento dalla socialità, quale conseguenza diretta dei lunghi periodi di lockdown imposti dalla pandemia. L’attività avrà una durata bimestrale (prorogabile per ulteriori 3 mesi) e sarà rivolta a cittadini residenti nel Comune di Messina da almeno un anno al momento della presentazione della domanda. A differenza dell’anno scorso, tiene a sottolineare l’assessore comunale Carlotta Previti, «avvieremo una campagna di comunicazione con le associazioni di categoria per coinvolgere le imprese del territorio che l’anno scorso, come primo esperimento, sono state poco reattive». Tutto il resto sarà uguale.

Come l’anno scorso, il progetto prevede due azioni. La prima prevede uno sportello informativo e di orientamento: questa azione è finalizzata alla creazione di uno spazio (fisico e digitale) finalizzato alla ricerca, diffusione di informazioni mirate e ad alle attività di orientamento. La seconda, invece, è l’attivazione di “Borse d’Inclusione Sociale (B.I.S.)”: questa attività rappresenta una risorsa che permette al soggetto adulto, in situazione di “svantaggio”, di realizzare un percorso, atto a favorire l’autostima e l’apprendimento di nuove specifiche competenze lavorative, oltre che una relativa autonomia personale ed economica.

«Il progetto è finalizzato alla ricostruzione di un tessuto sociale inclusivo, in grado di sviluppare i fattori di benessere individuali come la coesione e la crescita culturale e partecipativa, rimuovendo gli ostacoli al pieno esercizio dei diritti dei giovani, segnatamente dei giovani che vivono in condizioni di disagio psicologico e sociale amplificato dalle conseguenze della pandemia che ha avuto una maggiore risonanza nelle aree metropolitane e in particolare nelle città del SUD con maggiori indici di vulnerabilità sociale e materiale mostrando contraddizioni evidenti non solo tra le aree diverse di uno tesso paese ma anche e soprattutto tra centro e periferie», si legge nella scheda del progetto redatta l’anno scorso.

«Secondo gli ultimi dati ISTAT riferiti al censimento del 2011 (elaborazione per commissione periferie, aggiornamento gennaio 2017) la città di Messina presenta un IVSM pari a 103,50 che la pone al 40 posto tra le 14 città metropolitane italiane come maggiormente predisposta degli altri a subire gli effetti della crisi economica poiché in essa convivono strati sociali potenzialmente più deboli – continua la scheda – In termini assoluti, le città più grandi sono anche quelle con i quartieri disagiati più popolosi; a Messina ben 81.405 sono i residenti che vivono in quartieri con alto potenziale disagio economico un dato che, rispetto al totale della popolazione rappresenta una percentuale di circail 30%. Ciò significa che una parte importante dei cittadini vive in quartieri dove sono presenti forti difficoltà che hanno ripercussioni negative sulla vita della comunità stessa e ne mette a rischio il tessuto sociale».

«Il Progetto di inclusione sociale proposto, si colloca nell’ambito di un’azione amministrativa tesa a contrastare ed alleviare gli effetti della povertà attraverso un sostegno economico e sociale erogato alle persone esposte al rischio della marginalità sociale impossibilitate a provvedere per cause fisiche e/o sociali al mantenimento proprio e del proprio nucleo familiare ed al contempo, si propone di creare opportunità di apprendimento, in un luogo di lavoro reale, a beneficio degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, dell’Istruzione e Fori-nazione Professionale, degli studenti universitari e dei neet», continua.

Pertanto, «si prevede di realizzare azioni di inclusione sociale atte a garantire attraverso l’orientamento e le borse di inclusione sociale, apprendimenti utili ad affrontare in modo funzionale le sfide del vivere quotidiano ( anche a fronte dell’uscita dalle gravi situazioni isolamento ed allontanamento dalla socialità, quale conseguenza diretta dei lunghi periodi di lockdown imposti dalla pandemia) e sviluppare conoscenze, capacità ed attitudini che permetteranno loro di promuovere il proprio potenziale di salute e benessere, quelle “life skills” che in ottica psico – sociale ed educativa sono necessarie e fondamentali per stabilire e gestire anche tutte quelle relazioni interpersonali su cui si fonda anche un ingresso nel modo del lavoro che sia non solo funzionale ma anche positivo e foriero di benessere. Allo stesso tempo l’azione progettuale mira a realizzare l’obiettivo preposto anche attraverso la creazione di nuove relazioni e nuove collaborazioni che vedranno l’attivazione di reti formali ed informali ed coinvolgimento del partenariato pubblico e privato».

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