MESSINA. Sull’erosione costiera che consuma Galati Marina intervenire anche il consigliere comunale della IV Municipalità Gabriele Ferrante, che descrive la situazione attuale paragonandola a quella di vent’anni fa e sposando la causa del Comitato Salviamo Galati Marina che da anni si batte per portare l’attenzione dei politici e degli amministratori sul territorio.

«Sotto il condominio in cui sono nato e cresciuto – spiega Ferrante – fino ai primi anni del 2000 vi erano ettari di terreno fra comunale e demaniale, vi insisteva un grazioso vialetto alberato atto a donare frescura ai turisti che soggiornavano in un grande campeggio. Ci arrivavano in camper attraverso una strada a doppio senso di circolazione, ancora visibile, per ironia della sorte, sulle mappe satellitari. Lì vicino il ristorante-discoteca “La Girandola” era luogo di ritrovo molto apprezzato dai cittadini di Messina e provincia fino agli anni ‘90, in quelle sale mosse “i suoi primi passi dei suoi primi piedi” (come direbbe lui) un certo Nino Frassica. Tutto perfettamente reso fruibile in sicurezza anche la sera da un impianto di pubblica illuminazione».

«Come non parlare dello storico campo da calcio di Galati Marina – continua Ferrante – dove giocavano sportivi che partendo da lì avrebbero poi calcato i palcoscenici della Serie A accanto a Maradona. Penso ad esempio a Raimondo Marino, pilastro della difesa di Napoli, Lazio, Lecce e Messina. Inutile raccontarvi poi delle lunghissime spiagge con lidi e campi da beach volley che davano uno sfogo sano alle decine di villeggianti che frequentavano la frazione in quella che era una fortemente produttiva stagione estiva».

«Ho descritto 200mt nei pressi del mio condominio, solo una piccola porzione del territorio messinese che compone Galati Marina – sostiene Ferrante – potete quindi immaginare quanto ci sia costata in termini di sviluppo la disattenzione della mala politica, quando si parla di erosione costiera bisogna considerare che non parliamo solo di spiaggia tolta a chi vorrebbe fare il bagno e prendersi il sole, ma è anche un lento suicidio economico e culturale di un’importante porzione di territorio».

«Oggi tutto questo non c’è più – conclude Ferrante – sono rimasti i ricordi di chi ha avuto la fortuna di vivere quegli anni, ma è nostro compito proteggere quella memoria e rivendicare il maltolto, per questo ho scelto di sposare la battaglia del Comitato “Salviamo Galati Marina” che da più di 3 anni si è fatto portavoce di una frazione dimenticata che voce non ne aveva».

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