PALERMO. «É la fiera delle balle, con i partiti in gara a chi la spara più grossa a livello regionale e nazionale. Al nazionale, poi, è un florilegio di promesse impossibili che, se dovessero essere realizzate solo in minima parte, manderebbero presto in bancarotta il Paese» a commentare l’andamento della campagna elettorale candidato M5S alla presidenza della Regione Nuccio Di Paola, che pone l’accento sulle ultime dichiarazioni dell’avversario Renato Schifani.

«In Sicilia -spiega- destra e sinistra, hanno tutti le miracolose ricette per fare quello che non hanno mai fatto quando erano al governo. Dicano ai siciliani perché non hanno fatto nulla per i rifiuti, per il lavoro, per le liste d’attesa in sanità, per le strade, per il turismo. Schifani dice che il ponte si farà? Peccato che Berlusconi ne parli dal 1994 e il suo governo assicurava che nel 2011 sarebbe stato aperto al traffico. Evidentemente credono che i cittadini abbiano l’anello al naso, ma si sbagliano e se ne accorgeranno all’apertura delle urne. Noi agli elettori diciamo solo una cosa. Siamo l’unica forza politica che ha realizzato l’80 per cento del proprio programma elettorale».

Intanto il leader di “Sud chiama Nord” Cateno De Luca ieri è arrivato a Catania, dove ha incontrato Confindustria e Ance. «Molti dei punti che mi avete sottoposto- ha spiegato durante l’incontro- trovano soluzione nei nostri 10 comandamenti programmatici. Il nostro obiettivo è quello di rendere la Sicilia un’isola delle imprenditorialità e senza mafiosità. Per farlo è necessario rimuovere gli ostacoli burocratici e politici che non consentono alle attività produttive di essere competitive in Sicilia rispetto alle altre aree dell’Europa promuovendo la cultura della legalità e della meritocrazia e contrastando tutte le forme di mafiosità soprattutto nell’ambito della pubblica amministrazione regionale. Rispetto alla necessità di rivedere a burocrazia, storicamente lenta e da riformare, il nostro obiettivo è abolire il pizzo legalizzato imposto dall’utilizzo politico-mafioso della struttura burocratica regionale. Un processo che passa dalla semplificazione dei procedimenti, accorpando e riorganizzando gli uffici ed i servizi, decentrando al territorio la gestione delle principali competenze amministrative regionali, valorizzando le autonomie locali ed i corpi intermedi con una norma regionale di intangibilità economico-finanziaria pluriennale. Questa è una missione che riguarderà la quotidianità del presidente della Regione. Sono argomenti che conosco bene e su cui ho trovato le soluzioni giuste quando ho governato nei miei Comuni. Siamo riusciti a parlare lo stesso linguaggio, anche perché io provengo dal mondo associativo e riconosco il valore dei corpi intermedi. Il mondo dell’impresa ha l’obiettivo di mantenere gli equilibri di bilancio. Non può morire di malaburocrazia».

 

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