MESSINA. Se il centrosinistra è alle prese con le defezioni che hanno creato difficoltà nell’espressione di una candidatura a sindaco per le prossime amministrative di (forse) fine maggio, ma almeno la coalizione viaggia in armonia, per il centrodestra le cose sono più complicate: perchè l’armonia non solo è più complessa da ottenere per motivi di equilibri interni tra le forze di coalizione, ma in più c’è un gioco di veti incrociati che ha imposto una fase di stallo preoccupantemente lunga.

Qualche giorno fa sembrava che il nome di Maurizio Croce fosse quello che sarebbe riuscito a mettere d’accordo un po’ tutti, sia pure con nasi turati e bocconi amari da inghiottire. E invece no. Come un fulmine a ciel sereno è arrivata la “disponibilità” di Nino Germanà a rompere le uova nel paniere del candidato di area Beppe Picciolo/Sicilia Futura (area dalla quale ironicamente proviene l’unico attuale candidato a sindaco, Federico Basile), al quale in molti nel centrodestra non perdonano l’essere stato assessore regionale col governo di centrosinistra di Rosario Crocetta, segno che la Lega è in cerca di un posto al sole. Per Croce sarebbe fondamentale (e naturale, per lo “sfondamento al centro”) l’appoggio di Forza Italia: che c’è da Palermo, con la benedizione di Gianfranco Miccichè, ma non a Messina, che dalle decisioni palermitane e romane vorrebbe sganciarsi il più presto possibile. Nel frattempo scalpita Fratelli d’Italia, che ufficialmente non ha proposto alcuna candidatura, ma che col vento in poppa dei sondaggi nazionali rivendica la paternità della scelta, e che sul nome di Croce non ha espresso chissà quale entusiasmo. Un gioco di veti incrociati che potrebbe far saltare il tavolo, e imporre che si ricominci daccapo, mentre l’unico candidato attualmente ufficializzato, Federico Basile di Sicilia vera, è in campagna elettorale da quasi un mese (e il suo mentore, Cateno De Luca, da più di un anno).

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