MESSINA. Ventitre dei 145 milioni di euro del progetto Pinqua (progetto “qualità dell’abitare”, costruzione, opere di urbanizzazione e acquisti di alloggi per risanamento) sarà destinato al contrasto al disagio abitativo. Lo ha annunciato il sindaco Federico Basile, spiegando la strategia di Palazzo Zanca sulle situazioni “borderline” di emergenza abitativa, “sulla quale il comune di Messina ha ricevuto una dotazione finanziaria tra le più alte in Italia”, come ha specificato l’assessore alle Infrastrutture Salvatore Mondello.

Sono trecento le famiglie che oggi vivono in stato di disagio abitativo: chi, cioè, non ha più una casa perchè sfrattato per “morosità incolpevole”, o in situazioni familiari e lavorative precarie , ma non è in graduatoria per una casa popolare, settore “monopolizzato” dal risanamento. Dell’acquisto degli alloggi se ne occuperanno le partecipate Arisme e Patrimonio Messina (“Ci sono 85 domande per emergenza abitativa in fase di evasione’ hanno spiegato i presidenti Vincenzo La Cava e Maurizio Cacace), “ma saranno coinvolte anche le agenzie immobiliari”, come ha spiegato il direttore generale Salvo Puccio. Il 30% saranno destinate a chi “esce” dalle baracche, il restante 70% per l’emergenza abitativa propriamente detta che non coinvolge il risanamento. “Si parla di circa 250 alloggi”, ha spiegato Marcello Scurria, subcommissario per il risanamento (che opera con risorse diverse, cento milioni che derivano dai poteri speciali concessi al prefetto di Messina in qualità di commissario che derivano da legge nazionale).

“Stiamo revisionando i criteri per le graduatorie, e abbiamo previsto dei “budget d’inclusione” finanziati con venti milioni di fondi Pon per il progetto Be-Come, aggiuntivi rispetto ai fondi Pinqua”, ha aggiunto l’assessora ai Servizi sociali Alessandra Calafiore.

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