CATANIA. «È stata una frase infelice dettata dalla rabbia e dal momento terribile che sta vivendo il nostro paese, ma io mi sono sempre battuta contro tutte le mafie, a cominciare da quella nigeriana». Così l’ex senatrice della Lega ed ex vice sindaco di Lampedusa Angela Maraventano commenta all’Ansa le polemiche dettate dalle sue frasi choc sulla mafia (“La nostra mafia che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima”) pronunciate nel corso di un intervento sul palco della manifestazione a sostegno di Matteo Salvini, a Catania.

«Ho voluto solo scuotere le coscienze della gente sul fatto che stiamo assistendo a una ‘invasione’ da parte dei migranti, con un governo complice. Ma tutto questo non vuol dire certamente che sono a favore della mafia, per me parla la mia storia», ribadisce.

“Volevo dire solo – specifica ancora all’AdnKronos – che ora c’è la mafia dei nord africani, e io non mi faccio mettere i piedi in faccia da chi traffica carne umana, non mi faccio pisciare addosso, mi scusi il linguaggio, dai tunisini. Ma chi non vive a Lampedusa  non può capire, mentre parlo con lei c’è una motovedetta che sta andando a prendere i tunisini appena arrivati, anche oggi. Il governo non fa nulla, i porti sono aperti, noi siamo in pericolo. Sui social mi minacciano, ci sono tante cose brutte contro, sarò costretta a chiudere tutto, ma li denuncio tutti quelli che dicono che devo morire. Per vecchia mafia – sostiene poi tornando al punto – intendevo la difesa del proprio territorio, nel senso del coraggio che potevano avere i nostri. Non mi riferivo alla mafia brutta, quella che ha ucciso i nostri uomini valorosi».

E ancora: «Non ci siamo sentiti con Salvini, mi dispiace per tutto questo clamore, io ero pure in commissione antimafia, ho sempre lottato contro i delinquenti, si è scatenata la fine del mondo, hanno voluto strumentalizzare. Io non voglio la mafia, soprattutto non voglio questo tipo di mafia, quella dei nigeriani e dei libici. Volevo dire – conclude su quanto detto ieri – che ormai qui non c’è più nessuno che difende nessuno».

Dichiarazioni che non servite tuttavia a placare la bufera. Tra i tanti a intervenire anche Piero Grasso, Maria Falcone e il sindaco di Lampedusa Totò Martello.

«Ho ascoltato, incredula, le parole dell’ex senatrice della Lega, Angela Maraventano che, ieri, nel corso di una manifestazione, ha constatato con rammarico che non esiste più la mafia ‘sensibile e coraggiosa’ di un tempo. Che una persona che ha rappresentato lo Stato possa riproporre la trita favoletta della mafia buona mi indigna e mi fa arrabbiare», ha commentato la sorella di Giovanni Falcone, presidente della Fondazione che porta il nome del giudice assassinato a Capaci.

«In questi anni abbiamo pianto decine di donne e uomini delle istituzioni, magistrati, giornalisti, sindacalisti, cittadini comuni uccisi da una criminalità organizzata che ha saputo solo seminare morte, sopraffazione e ingiustizia. La Maraventano – aggiunge – è arrivata a dire che la mancanza di sviluppo della nostra Sicilia è da ascriversi al fatto che lo Stato, con una dura battaglia, ha eliminato la mafia, dipingendo una Cosa nostra sensibile e attenta alle esigenze del territorio. Parole senza senso di chi ha dimenticato la lunga scia di sangue che ha sporcato le nostre strade. La mafia non è mai stata buona, non ha mai portato sviluppo e ricchezza. È un cancro che continua a essere presente nella nostra terra e va combattuta quotidianamente. Dalle istituzioni, ma anche da ciascuno di noi. Spero che i vertici del partito di cui l’ex senatrice è esponente prendano le distanze dalle sue vergognose dichiarazioni».

A intervenire sull’accaduto anche Matteo Salvini, che ha minimizzato le parole pronunciate dall’ex senatrice leghista: «Penso che si sia spiegata male, per chiunque la mafia è merda, violenza, schifezza, arroganza, un cancro da estirpare», ha detto il leader del Carroccio, intervistato a Non è l’arena su La 7.

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