MESSINA. Sembra una morìa, quella alla quale si sta assistendo in centro città, soprattutto (ma non solo) nel settore della ristorazione, dovuta alle chiusure delle ultime settimane, ma in genere la categoria merceologica del commercio a Messina non se la passa affatto bene: secondo i dati della Camera di commercio, nell’ultimo trimestre del 2024 ci sono 132 imprese in meno a Messina, frutto del saldo tra le 82 nuove iscrizioni a cui vanno sottratte le 214 cessazioni.
Una tale situazione non ha una sola causa: c’è chi punta il dito contro l’isola pedonale (anche se, in città, le uniche vie senza botteghe vuote sono proprio quelle intorno al Duomo, pedonalizzate da trent’anni, e largo Seggiola, reso pedonale qualche anno fa), chi fa appello alla mancanza di parcheggi, chi ancora tira in ballo lo spopolamento rapido e costante in città, e il conseguente mancato ricambio generazione, chi sottolinea gli effetti nefasti di una città “povera”, in cui la stragrande maggioranza della popolazione ricade nella soglia di reddito fino a diecimila euro all’anno (esacerbata ancora di più dall’inflazione galoppante degli ultimi periodi).
Posto che le saracinesche abbassate non iniziano oggi (qui un approfondimento di LetteraEmme di cinque anni fa), uno dei motivi principali è il peso delle spese “morte”, prima tra le quali l’affitto dei locali. Secondo l’agenzia Grimaldi, in centro sulla media di locali da 80 mq, il prezzo di mercato si aggira attorno ai 1700/1800, cifra più o meno uguale a quella di Tecnocasa, che indica per Viale San Martino 25/30 euro al metro quadrato, per via dei Mille e Giordano Bruno (le parallele a monte e a valle del viale) una cifra oscillate tra i 15 ed i 20 euro al metro quadrato, mentre allontanandosi ulteriormente, sulle vie Risorgimento e Ugo Bassi, la cifra si abbassa a 10/15 euro al metro quadrato.
Questo significa, per un negozio sul viale San Martino da 100 metri quadrati, una spesa fissa mensile da 2500 a tremila euro al mese, senza considerare utenze, personale e i costi fissi di gestione, ma ci sono casi in cui la spesa può salire: il sito Casa.it propone una bottega da 130 metri quadrati a piazza Cairoli a 4500 euro o, nella stessa via, 3900 per 100 metri quadrati, mentre Immobiliare.it propone, in viale San Martino, 50 metri quadrati di bottega a 2900 euro al mese. Si trovano però anche degli “affari”: 458 metri quadrati (piano terra) su viale San Martino al prezzo “di realizzo” di 3600 euro, o 156 metri quadrati a 1900 euro, sempre sul Viale.
Rispetto a qualche anno fa il prezzo degli affitti è diminuito, in media. Sul sito dell’Agenzia delle entrate il dato relativo al primo semestre del 2024 indica una quotazione da 15 a 18,5 euro al metro quadrato per il quadrilatero Piazza Cairoli-Teatro-Duomo-Piazza del Popolo. Nel 2019, sempre secondo lo stesso portale, nella stessa area il prezzo mensile delle locazioni dei negozi era fra i 15 e i 22 euro al mq. In base ai valori presenti sul portale “mercato immobiliare”, nel 2020 il prezzo medio dei locali commerciali in tutta la città ammontava a 12,7 euro al mq; adesso è di 11,2 euro al mese.
E nelle città limitrofe? Il prezzo medio nel centro di Catania, secondo l’Agenzia delle Entrate, si assesta fra gli 11 e i 32 euro al mq in base alla zona. A Reggio, nell’area compresa fra il corso e il lungomare, si va da 13 a 19 euro al mq.
2500 euro mese ×12 mesi = 30,000 – 40% imposte su IRPEF= netto 18.000 euro – imu ipotizzo 1200 = 16.800 euro anno – assicurazione immobile 800 euro anno = 16000 :12 mesi = 1300 euro mese netti per 12 mesi =. Agenzia delle entrate valuta 6,5% in affitto del valore immobilare in caso di accertamento. NegozioC1a Catania centro volgono 200,000 euro …….sic ….?
200,.000 x 6.5% = 1300..