ROMA. Un anno di restrizioni, chiusure, riaperture a singhiozzo e parziali, prescrizioni e misure di sicurezza per evitare o rallentare i contagi da coronavirus: una settimana fa LetteraEmme ha pubblicato un articolo sulla risposta del governo rispetto al numero dei contagi e all’andamento della curva epidemiologica, che illustrando l’andamento dei positivi in relazione alle misure di restrizione nazionali, conferma che lockdown prima e zone rosse dopo hanno funzionato. Per renderle socialmente sostenibili, l’Italia ha impegnato oltre 140 miliardi di euro in termini di indebitamento netto reperiti attraverso diversi scostamenti di bilancio (al netto delle manovre locali di regioni e comuni). Il 7% del prodotto interno lordo del Paese. Come sono stati impiegati?

Il grafico, basato su uno studio dell’università di Oxford sulle reazioni di tutti i governi del mondo rispetto alla pandemia (elaborato per LetteraEmme da Antonio Liotta dell’università di Bolzano ed Enrico Ferrara dell’università di Darby), mostra l’andamento delle misure di sostegno economico messe in campo dal governo italiano in relazione alle restrizioni imposta per contenere il contagio, su una scala da 0% (nessuna manovra) a 100% (pensa a tutto lo Stato). 

Quello che emerge è che il sostegno ai cittadini è partito leggermente in ritardo rispetto alle chiusure imposte a pressochè tutte le attività produttive dal primo lockdown. La prima vera azione arriva con il decreto “Cura Italia”, manovra da 25 miliardi emanata il 17 marzo e del quale il Senato ha approvato la legge di conversione il 9 aprile: il decreto contiene misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, a sostegno del lavoro e della liquidità attraverso il sistema bancario, e misure fiscali a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese. Contemporaneamente passa anche, l’8 aprile, il decreto “liquidità”, rivolto principalmente alle imprese con, tra l’altro, prestiti fino a 30mila euro e possibilità di presentare una autocertificazione per evitare l’istruttoria delle banche. E’ l’impalcatura sulla base della quale saranno prese (o prorogate) anche le misure future. A livello locale, regioni e comuni applicano i buoni spesa, affitti e utenze per le famiglie, e le sospensioni di tributi locali per le imprese.

Lentamente le curve epidemiologiche si appiattiscono, i contagi iniziano a decrescere, e si riapre, prima timidamente poi, nel giro di qualche settimana, quasi del tutto. Riparte, nelle intenzioni del governo, anche l’economia, con sostanziose iniezioni di spesa pubblica: a giugno è varato il decreto “Rilancio” da 55 miliardi:

molte delle misure e degli ammortizzatori sociali previsti sono stati prorogati rispetto ai termini originari. Tra le novità ci sono l’anticipo della cassa integrazione di autunno, lo stanziamento di fondi ulteriori per il bonus bici, l’ampliamento del bonus rottamazione e nuovi termini per chiedere il reddito di emergenza e regolarizzare il lavoro nero. Il bonus per le partite IVA è rinnovato a 600 euro, 1.000 nel caso in cui si dimostrasse di aver registrato perdite superiori al 33% rispetto al fatturato dello stesso periodo nel 2019. Come misura straordinaria c’è il reddito di emergenza, che prevede un sostegno economico per le famiglie che non ne percepiscono già alcuno con un ISEE inferiore a 15.000 euro. La durata del reddito di emergenza è di di due mesi e l’importo del sostegno va da un minimo di 400 euro a un massimo di 800 euro

Il decreto “Rilancio” è uno dei più ingenti della storia italiana; per sostenere imprese, famiglie e lavoratori lo Stato ha stanziato 54,9 miliardi di euro, che si aggiungono ai 25 miliardi del precedente Cura Italia. In tutto è quasi il 5% del pil totale italiano. E’ lo sforzo più alto sostenuto dal governo, nel momento di minor numero di contagiati dall’inizio (e anche nel prosieguo) della pandemia.

E infatti non dura molto. L’esigenza di “aprire tutto” per non compromettere la fondamentale stagione estiva, fa ritornare in salita i contagi, seppure lentamente: le restrizioni non si adeguano, e fino a ottobre rimarranno più o meno stabili in un “liberi tutti ma con qualche attenzione”. Per dare un’ulteriore spinta, il 26 agosto viene approvato un nuovo decreto, il quarto, poco fantasiosamente denominato “Agosto”. Uno stanziamento ulteriore di circa 25 miliardi di euro che portano a cento il totale dei miliardi, pari a 6 punti percentuali di PIL. “Uno sforzo tra i più ampi a livello internazionale per dimensioni e portata, che ha consentito di difendere la capacità produttiva del nostro Paese e contenere la caduta del PIL e gli altri effetti economici e sociali causati dalla pandemia”, spiegava il ministero dell’Economia Roberto Gualtieri. Oltre alle proroghe, la novità sostanziale è lo stanziamento da 600 milioni di euro per sostenere gli esercizi di ristorazione, letteralmente massacrati dalle chiusure prolungate. Il decreto è approvato a metà ottobre, quando i contagi ricominciano a crescere in maniera vertiginosa, arrivando a moltiplicare per 6 i numeri del lockdown.

Si torna piano piano alle chiusure, prima con le zone arancioni e poi con le zone rosse “mirate” di Natale e Capodanno. La risposta economica il governo la affida all’ennesimo decreto, (in realtà quattro) chiamato “Ristori”, declinato in versioni fino alla “quater”: tra le novità ci sono contributi a fondo perduto direttamente sui conti correnti delle imprese, ulteriori sei settimane di Cassa integrazione ordinaria, credito di imposta affitti commerciali e cancellazione della seconda rata IMU, indennità una tantum di 800 euro per i lavoratori dello sport e di 1000 euro per i lavoratori del turismo, e due nuove tranche di 400€ del reddito di emergenza per chi ne aveva diritto. Nel Ristori bis, per sostenere le attività economiche che operano nelle regioni “rosse”, viene riconosciuto un ulteriore contributo a fondo perduto. IlRistori Ter porta a oltre 10 miliardi l’ammontare delle risorse messe in campo dal governo in un mese, dopo gli oltre 8 miliardi stanziati con i due precedenti provvedimenti. A dicembre arriva anche il Ristori quater.

Per dare una ulteriore spinta ai consumi, a dicembre, poco prima delle festività, arriva il programma “cashback”, un rimborso del 10% di quanto speso fino ad un massimo complessivo per l’intero periodo di 150 euro effettuando almeno 10 acquisti con carte e app di pagamento entro il 31 dicembre 2020. Prima della fine dell’anno, una nuova tranche di contributi a fondo perduto automatici per le categorie maggiormente interessate dalle misure restrittive: 645 milioni di euro, di cui 455 milioni già nel 2020 Il contributo è pari al 100% di quanto ricevuto con il Decreto Rilancio, ed è destinato a diverse attività, fra le quali quelle di ristorazione, bar, mense, catering per eventi, gelaterie e pasticcerie. La curva dei contagi nel frattempo, dopo il picco di fine novembre, inizia a decrescere

Inizia l’anno, e mentre la maggior parte d’Italia riapre, tra zone gialle e arancioni, la Sicilia arriva in zona rossa. Non durerà molto: a marzo, infatti, la situazione si inverte, con mezza Italia in zona rossa e Sicilia prima in giallo e poi in arancione. Cambia il governo, con le dimissioni di Giuseppe Conte e l’incarico, con ampissima maggioranza, a Mario Draghi. Cambio anche al vertice del ministero dell’Economia, che parte col decreto “Sostegni”, il sesto in un anno. Valore della manovra circa 32 miliardi, impegnando quindi per intero lo scostamento temporaneo di bilancio autorizzato dal Parlamento a gennaio. Nel frattempo, all’orizzonte non si vede alcun segnale che faccia ipotizzare la fine della pandemia.

 

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