MESSINA. Sessantadue milioni e 800mila euro: è lo stanziamento che il comune di Messina ha previsto in termini di aiuti economici a cittadini e imprese per far fronte alla seconda ondata della pandemia causata dal coronavirus, dal ritorno della family card ai contributi alle imprese promessi qualche settimana fa. La ripartizione delle somme privilegia le imprese, che godranno sia di contributi una tantum, che di una lunga serie di esenzioni fino alla fine dell’anno.

Lo stanziamento maggiore è previsto proprio per i contributi alle imprese: in totale poco meno di venti milioni di euro, tutti di fondi extracomunali: una prima tranche da 4,6 milioni, una seconda da 15, destinate entrambe alle imprese che hanno subito la riduzione o la chiusura delle attività in seguito al dpcm del 3 novembre (quando la Sicilia è stata dichiarata zona arancione), oltre che alle attività chiuse durante la primavera, nella prima ondata, in seguito alle attività chiusa proprio da De luca con sue ordinanze, mentre nel resto d’Italia erano rimaste aperte.

Sempre per le aziende sono previste una nutrita serie di esenzioni: stop fino a fine anno dei tributi su spazzatura, acqua, imu, suolo pubblico, cosap (per i mercati), pubblicità. Per acqua e spazzatura l’esenzione è prevista fino al 31 gennaio 2021, per suolo pubblico e cosap per tutto il 2020, e ci sarà la possibilità del rimborso delle bollette già agate. Le misure costeranno in tutto circa undici milioni, in massima parte coperte dal “fondo perequativo”.

Per la family card, dal 23 novembre partirà l’attivazione del servizio, sempre nella modalità voucher da spendere nei negozi che decideranno di accettarla, non è ancora chiaro chi e quanti, dati i ritardi nell’erogazione dei rimborsi (il 4 novembre è andata in pubblicazione una determina di liquidazione ch risale ancora alla prima fase). Il totale previsto è di sei milioni e 220mila euro in linea con quanto stanziato durante la prima ondata. Anche qui, si tratta di fondi extracomunali.

Altre esenzioni (tutte con fondi di bilancio comunali) saranno previste per i fitti 2020, da parziale a totale, per l’edilizia residenziale pubblica per quasi 1,9 milioni di fondi comunali, per le mense scolastiche, poi contributi per la sanificazione delle scuole, attività di natura sociale, incremento del servizio di assistenza alla comunicazione nelle scuole da 6 a 12 ore, esenzione del pagamento per gli scuolabus, esenzione dalla compartecipazione al servizio di assistenza domiciliare per gli anziani e abolizione delle “strisce blu” in centro.

Per chi vive negli ambiti di risanamento sono previsti poi sostegno ai canoni di locazione (ma anche tirocini formativi e forme di avvio al lavoro), e “rafforzamento all’azione di contrasto al disagio abitativo, con priorità ai nuclei familiari residenti negli ambiti di risanamento e ai nuclei che versano in grave situazione di disagio abitativo): in tutto oltre 22 milioni di euro di fondi extracomunali. 

Aiuti ed esenzioni previsti anche per associazioni sportive e culturali: 800mila euro di fondi comunali già contenuti in bilancio ma da coprire con variazione, con erogazione in seguito a valutazione di progetto o concorso d’idee da presentare entro la fine di novembre.

Previste non solo misure di sostegno economico, ma anche di avvio al lavoro: 350 posti per tirocini formativi (oltre 2,6 milioni di fondi Pon inclusione e agenda urbana), 500 per cantieri di servizio (un milione e mezzo di fondi regionali).

Il totale complessivo della manovra sarà garantito per la maggior parte dell’importo da fondi extrabilancio: quindi fondi statali, regionali e comunitari provenienti da progetti da rimodulare, per un importo di poco meno di 48 milioni di euro. Nove arriveranno dal “fondo perequativo”, un capitolo di spesa riempito dal governo nazionale, destinato ali territori con ridotte capacità contributive, le cui risorse sono ripartite tra i comuni e assegnate dalla Regione. Di fondi di provenienza comunale ce ne saranno una somma residuale, 5,8 milioni: un milione e mezzo già dotato di coperura in bilancio, 4,4 da coprire con variazione (perchè destinati ad altro o ancora non assegnati).

 

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