La rinascita della Zona Falcata

 

Se ne parla da decenni, fra “passerelle”, polemiche, annunci, rendering e soldi a pioggia mai pervenuti. Eppure, fatta eccezione per qualche piccolo cambiamento, una delle aree più belle, caratteristiche e simboliche di Messina è ancora la stessa di sempre: un territorio desolato, in preda al degrado. Un vero e proprio affronto alla città e ai cittadini, che attendono la riqualificazione della Zona Falcata come Vladimir ed Estragon aspettano Godot.

Sulle potenzialità dell’area è pure superfluo soffermarsi. Basti pensare alla conformazione peculiare della Falce, alla maestosità della Real Cittadella, alla Lanterna del Montorsoli e persino ai tanti “ruderi” che potrebbero tornare a nuova vita con un adeguato intervento di archeologia industriale.

Di progetti più o meno avveniristici se ne sono letti tanti: acquari, grattacieli, cupole di vetro e chi più ne ha più metta. Eppure, per iniziare a salvare dall’abbandono la zona, potrebbe anche essere sufficiente un restyling più minimal, a partire dalla necessaria bonifica del suolo e da specifici interventi mirati. Ne sono un esempio il parchetto adiacente al Ricrioamare, che al momento rappresenta una cattedrale nel deserto, o il campo di basket donato alla cittadinanza dall’ex sindaco Renato Accorinti: piccoli spazi di cui la città si è subito riappropriata con entusiasmo, senza la necessità di progetti faraonici che il più delle volte rimangono chiusi in un cassetto o stampati sulla carta.

Sulle prospettive a lungo termine dell’area le possibilità sono infinite: c’è chi propone un parco sui grandi Miti dello Stretto e chi degli allestimenti museali, c’è chi prospetta un’area destinata allo sport e chi invece vagheggia su una lunga promenade, mentre noi, nel nostro piccolo, abbiamo pensato a un grande e alberato “polmone verde” in mezzo al mare (anzi, ai mari) da fare invidia a Central Park. Vogliamo esagerare? E allora esageriamo, immaginando che in un futuro non troppo lontano l’intera Falce possa essere restituita alla città, da San Raineri alla Madonnina, senza più zone off-limits, barriere e parti inaccessibili. 

Sogni, al momento. Nella speranza che le tante promesse ascoltate in questi anni possano presto essere mantenute.

 

 

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