La Chiesa Normanna di Mili e la Badiazza

 

Due luoghi geograficamente agli antipodi (la prima nell’estrema periferia a sud, la seconda in centro nord) ma accomunati da un destino affine. Dell’abbazia normanna di Mili si è detto tanto in questi anni, soprattutto grazie alle iniziative e agli sforzi delle tante associazioni (Ionio e Pro Loco Messina Sud su tutte) che a più riprese hanno sollecitato le Istituzioni affinché il monumento venisse salvato dall’abbandono.

Fondata nel 1091, la chiesa rappresenta uno dei rarissimi esempi, a Messina, di architettura arabo-bizantina, confluita nella sintesi stilistica dell’architettura normanna. Di proprietà pubblica (patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno), il monumento non è visitabile all’interno, per via di un’ordinanza prefettizia del 2012, che ne vieta l’accesso a causa delle cattive condizioni del monastero annesso, di proprietà di privati.

Numerose in questi mesi le iniziative e le interpellanze per la salvaguardia e il restauro della struttura (e qualcosa si è mosso), ma ad oggi la Chiesa è ancora chiusa e inaccessibile, malgrado la passione dei cittadini e il sempre crescente interesse turistico per il patrimonio arabo normanno (con tour ad hoc in provincia e nel resto della Sicilia).

 

 

Ancora più emblematico il caso della Badiazza (qui il perché del toponimo), da anni al centro del dibattito cittadino, fra annunci pirotecnici, ristrutturazioni mai avviate, progetti, sopralluoghi e polemiche.

La chiesa di Santa Maria della Valle (o della Scala) è un edificio religioso ubicato nel letto di un torrente lungo il percorso di valico dei monti Peloritani, ai piedi dei colli San Rizzo. Fondata nell’XI secolo da monache Benedettine e segnata da una storia parecchio travagliata, fra alluvioni, periodi di abbandono, incendi, saccheggi, atti di vandalismo e lavori di restauro senza fine, qualche tempo fa si è classificata al 42° posto in tutta Italia (quarta in Sicilia e prima in provincia di Messina) fra “i luoghi del cuore” nel contest indetto dal Fai.

A interessarsi delle sue sorti, di recente, è stato il presidente della Regione Nello Musumeci in persona, che a novembre del 2019, dopo un sopralluogo, ha annunciato il completamento, entro sessanta giorni da allora, del progetto di fattibilità tecnica e di quello definitivo, per poi procedere a indire la gara d’appalto per l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva, per un costo complessivo diun milione e 600mila euro.

In attesa dei lavori, il monumento (già “dimenticato” dalla cartellonista e sconosciuto ai turisti) langue in un lungo sonno profondo.

 

 

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