MESSINA. La Badiazza non soltanto resta chiusa ma continua a non essere sottoposta a tutti gli interventi di ristrutturazione promessi dalla Soprintendenza lo scorso anno. Il grande monastero dall’indubbio valore architettonico e storico è accessibile saltuariamente e con grandi difficoltà anche per quei turisti che, una volta arrivati a Ritiro, non possono entrare alla Chiesa di Santa Maria della Valle. E il paradosso è che, nonostante le promesse dell’ente regionale, oggi nessuno si può più occupare della valorizzazione del sito e della sua apertura al pubblico.

A mettere in risalto la problematica il consigliere comunale Alessandro Russo (Libera ME) che, nel ricostruire le vicissitudini della Badiazza, vuole conoscerne lo stato di avanzamento dei lavori chiedendo di riattivare una sinergia con le associazioni del territorio per il rilancio e la riapertura della Chiesa. Fra il 2008 e il 2018 l’Associazione “Il Centauro Onlus”, si è impegnata con la Soprintendenza di Messina per ripristinare a titolo gratuito la struttura aprendola al pubblico anche attraverso diversi eventi. Gli interventi dell’associazione sono stati importanti e strutturali: oltre all’organizzazione di appuntamenti e manifestazioni, la “Centauro” ha anche realizzato la nuova pavimentazione, l’allaccio idrico e il transennamento del fossato che circonda la struttura, in sinergia con altri enti presenti sul territorio, primo fra tutti il V quartiere.

Dal 2018, però, le cose sono completamente cambiate. Con la nota n. 248 del 24/01/2018,  la Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, ha revocato la concessione data all’associazione annunciando l’arrivo di finanziamenti dal Patto per la Sicilia destinati ad interventi di ristrutturazione che avrebbero riguardato anche la Badiazza. Ma a oggi ancora i lavori non sono cominciati e, nel frattempo, tutte le attività finalizzate alla riqualificazione e alla messa a disposizione della struttura al pubblico sono bloccate dalla Soprintendenza stessa che non concede l’autorizzazione nemmeno per eventi di breve durate ( come le giornate della Legambiente).

Nessun cantiere è stato programmato, contrariamente a quanto comunicato nel gennaio 2018 dalla Soprintendenza che parlava di “lavori imminenti”, mai realmente cominciati. Alessandro Russo chiede che adesso sia il Comune di Messina a interfacciarsi con gli uffici regionali per verificare l’effettivo stato di avanzamento dei lavori, riattivare la collaborazione con le associazioni interessate al sito archeologico e ritirare la revoca unilaterale della convenzione per l’uso gratuito della struttura a danno, oltre che della comunità, soprattutto dell’Associazione “Il Centauro Onlus”.

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