Coco, la scimmietta della Villa Mazzini

 

La sua casa di un tempo, la gabbia Villa Mazzini, adesso è diventata una voliera. Triste destino, quello della scimmia Coco, colpita da una damnatio memoriae senza precedenti. Eppure, in vita, non aveva fatto nulla, se non manifestare le pulsioni che invece, in una canzone di Fabrizio De Andrè, aveva pienamente soddisfatto un suo simile a spese di un giudice. Brutta cosa, vivere guardando il mondo attraversato da strisce nere verticali.
Fastidiosa, poi, se gli unici momenti in cui non sei solo corrispondono a un ripetuto lancio di noccioline da parte di bimbi vocianti. Così Coco, per consolarsi, si dedicava a ciò che si dice quando si trascorre il tempo a non far nulla: “se la minava”. Si toccava, già, ma non nelle notti solitarie, bensì davanti a tutti. La città, scossa, e allo stesso tempo impietosita dal quadrumane esibizionista, decise di correre ai ripari. La soluzione, trovata dall’allora assessore Calogero Centofanti, fu di spedirlo in Africa per soddisfare i suoi bisogni. Correva l’anno 1993: giunto alla meta, Coco morì.

 

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Simona
Simona
21 Gennaio 2017 2:18

Ne viene fuori un quadro insolito,quasi grottesco.Ma viva,viva chi racconta la verità!