MESSINA. Cala definitivamente il sipario su un pezzo di storia della città della Stretto. È giunta alle fasi conclusive la trattativa per la vendita del palazzo “Coppedè” di via Castellammare, storica ex sede di Pci e Ds, per tanti anni simbolo e ritrovo di una politica (e di una Messina) che non c’è più. La proprietà dell’edificio, che ha ospitato nel tempo anche il club Guernica e vari circoli, passerà infatti da Ugo Sposetti, presidente della “Fondazione Enrico Berlinguer”, ai fratelli Micali, imprenditori nel settore delle costruzioni.

Un palazzo, quello di via Castellammare, che reca una firma famosa, quella di Gino Coppedè, un artista eclettico che sviluppò un suo stile ornamentale che coincise, nella scelta di alcuni motivi, con i caratteri più immediati dello stile Liberty, ma non solo. Degli edifici messinesi da lui realizzati, quello dellʼex Pci, acquistato dal partito messinese alla fine degli anni ’60, è uno dei più conosciuti. Poi, con la caduta del Muro di Berlino, e la fine della Prima Repubblica, con lo sgretolarsi dei partiti tradizionali, anche i palazzo storici hanno cambiato proprietario.

Fu così che i Ds ereditarono dal Pds, che lo aveva ereditato dal Partito Comunista Italiano, la storica sede di via Castellammare. Non è la prima volta che il palazzo viene messo in vendita: nel 2010, un possibile acquirente era stato identificato nellʼex secondo portiere della Juventus, nonché storica saracinesca del Messina ai tempi dei fasti della serie A, Marco Storari. Lʼaffare, però, è naufragato senza mai essere arrivato alla quantificazione di un’offerta. Ad occuparsi della vendita, allora, l’ultimo tesoriere (Angelo Libetti) degli ultimi proprietari (i Ds), prima che l’immobile fosse trasferito alla Fondazione Enrico Berlinguer, nata “con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale nato e cresciuto con la storia del PCI , PDS, DS, nonché di salvaguardare il patrimonio immobiliare che faceva capo al partito stesso”.

“Dalla cessione, oltre al valore commerciale, la fondazione riceverà un appartamento per continuare a svolgere le sue funzioni – conferma l’ex deputato regionale, e storico dirigente della sinistra messinese Filippo Panarello – e personalmente non posso che dirmi soddisfatto perché comunque il palazzo è stato venduto ad imprenditori messinesi”, ha concluso.

Cosa possedevano del palazzo gli eredi del partito comunista, che ora passerà in mano agli imprenditori messinesi? Tutto il primo piano, per esempio, e il “secondo”. Nel corso degli anni, infatti, il Pci soprelevò l’edificio sul fronte principale (che si affaccia sulla chiesa dei Catalani), incontrando anche parecchie critiche, ma mise in vendita la parte posteriore. Il primo piano ospitò le attività di partito finché un partito esisteva, la soprelevazione divenne sede del “Guernica” mentre le botteghe sottostanti, mai acquistate dal partito, ospitarono prima il Noà, poi il Catalani Jazz Cafè, gestito da ex esponenti della Fgci, la sezione giovanile del partito, e quindi di nuovo il Noà. Poi ci sono i circoli. Uno di questi fu il “Libertà” di Ciccio Quero e Alessandro Russo, allora presidenti del quarto e quinto quartiere, autotassandosi per affitto e spese.

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Carla siracusano
Carla siracusano
27 Ottobre 2018 9:16

Spero sia vincolato o dobbiamo assistere a un altro scempio?