MESSINA. Si chiama Saverio Calabrese il parroco di Monteparano, è una tra le 13 persone arrestate a Taranto nell’ambito dell’operazione contro un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Calabrese è ai domiciliari per favoreggiamento, riporta il sito La Repubblica: una delle tredici misure cautelari (di cui 8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) che sono state emesse dalla Gip di Taranto Paola Incalza per ipotesi di reato che vanno a vario titolo da associazione a delinquere, sfruttamento, favoreggiamento e agevolazione della prostituzione.
Saverio calabrese, riporta il blog della parrocchia, è originario di noto, in provincia di Siracusa, città in cui nacque nel 1950. A Messina si trasferì a seguito del padre, maresciallo dei carabinieri, nel 1954, e qui effettua gli studi con una laurea in filosofia dell’Università di Messina. La sua vocazione, riporta il blog, risalirebbe al 1987, in occasione di una missione popolare alla parrocchia messinese di San Luca, predicata dagli oblati di Maria Immacolata.
Secondo La Repubblica, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, in via cautelativa, ha sospeso il sacerdote dal ministero pastorale. “Se le autorità competenti – riporta una nota della Curia – lo consentiranno, l’arcivescovo auspica che il provvedimento al quale don Calabrese è stato sottoposto, possa essere trascorso in un luogo diverso dal territorio parrocchiale per ovvie ragioni riconducibili alla serenità e al rispetto per la comunità monteparanese”. Monsignor Santoro rivolge ai parrocchiani” il primo pensiero di paterna vicinanza in questa difficile prova. Attendendo le motivazioni non ancora pienamente conosciute circa le misure restrittive nei confronti di don Saverio, per il quale non verrà meno l’interessamento della Diocesi”, si legge sul sito online.
Secondo la procura di Taranto, si tratta di un “sodalizio di ampiezza transnazionale dedito allo sfruttamento della prostituzione ai danni di alcune giovani ragazze prevalentemente provenienti dall’Est Europa, che venivano collocate su strada, indotte alla prostituzione, e sottoposte a protezione dietro il pagamento di somme di denaro”