MESSINA. Deputato regionale per tre legislature, e nessuna di queste portata a termine. È lo strano “record” di Cateno De Luca, che per tre volte non è riuscito a completare i cinque anni all’Ars. La prima, durata due anni e interrotta per le dimissioni dell’allora presidente Totò Cuffaro. La seconda, solo un po’ più lunga: quattro anni, e dimissioni arrivate una settimana prima che anche questa legislatura si interrompesse per le dimissioni di Raffaele Lombardo, all’epoca governatore. L’ultima, iniziata un anno fa, è durata poco meno di un anno: dimissionario per dedicarsi a fare il sindaco di Messina. Cosa ha prodotto a Palermo Cateno De Luca nei suoi complessivi sette anni a Palazzo dei Normanni?

 

Nella XIV legislatura (dal 2006 al 26 gennaio 2008, quando per la prima volta nella storia repubblicana, l’assemblea viene sciolta anticipatamente, a causa delle dimissioni del presidente della Regione Totò Cuffaro), Cateno De Luca è un novizio, eletto con il Movimento per l’Autonomia con 8775 preferenze, quindi transitato nel gruppo misto, e in quanto tale non particolarmente attivo: appena 2 disegni di legge e una interrogazione da primo firmatario, e da cofirmatario 7 disegni di legge, 2 interrogazioni, 1 interpellanza, 5 mozioni e 7 ordine del giorno. Curiosamente, i disegni di legge riguardano entrambi l’incompatibilità (condizione in cui ricadrà dal 24 giugno al 24 ottobre 2018 per il doppio ruolo da sindaco di Messina e deputato dell’Ars). Si legge: “Emerge sempre più la consapevolezza che la carica di deputato regionale deve essere assolta a tempo pieno e cioè senza alcun altro incarico di natura istituzionale e/o elettivo. Attualmente, ci sono molti deputati  regionali che ricoprono altre cariche come ad esempio  quella di sindaco, di consigliere provinciale,  di  consigliere comunale  di comuni di media e piccola entità, e/o di assessore di piccoli comuni creando anche notevoli difficoltà ai lavori   dell’Assemblea  regionale siciliana e delle Commissioni parlamentari. È da ritenere, infatti, che anche il cumulo dei predetti  incarichi contribuisce a determinare molto spesso la mancanza di numero legale all’Assemblea regionale siciliana e nelle  Commissioni che sono costrette a rinviare nel settanta per cento dei casi le sedute senza poter legiferare. La carica di deputato regionale è incompatibile con qualsiasi carica di natura istituzionale negli enti pubblici di qualsiasi livello”.

Tra le interrogazioni va segnalata quella riguardante gli “Interventi in favore dei comuni della provincia di Messina colpiti dal violentissimo nubifragio del 25 ottobre 2007“, mentre da cofirmatario ha apposto la firma su un disegno di legge sulle “Norme sulla costituzione di nuove province regionali, e sugli ordini del giorno “Misure per l’inserimento nella ‘Lista Grandi Progetti’ del programma operativo FESR del completamenti di svincoli autostradali del comune di Messina e degli approdi di Tremestieri (ME)”, e “Interventi a sostegno dei familiari delle vittime della collisione dello Stretto di Messina“.

È con la legislatura seguente, la XV, che l’astro di De Luca inizia a brillare: eletto di nuovo con l’Mpa con circa 10000 voti, e di nuovo transitato nel Gruppo Misto, da “figlioccio” del governatore Raffaele Lombardo si trasforma nella sua spina nel fianco, fino a dimettersi il 17 luglio del 2012, qualche giorno prima della scadenza della legislatura dovuta alle dimissioni di Lombardo. Una legislatura burrascosa, la sua, dalla sospensione dal dal 21 giugno al 19 luglio a causa dell’arresto per l’inchiesta sul cosiddetto “sacco di Fiumedinisi”, (il cui processo d’appello inizierà il 22 novembre) alla lettera di fuoco scritta a Lombardo il 20 maggio 2010 contro l’ipotesi di “governo dei tecnici” (che poi si avverò e portò alla rottura), fino ai migliaia di emendamenti (1289 nel 2010, addirittura cinquemila nel 2011, riportava il sito Livesicilia , ma De Luca stesso parla di “oltre ventimila” nel suo libro “Lupara Giudiziaria”) durante la discussione delle finanziarie di aprile, alla pubblicazione del “Libro bianco sugli sprechi della Regione Siciliana”.

Cresce pure l’attività da parlamentare: da primo firmatario presenta 6 disegni di legge, 2 interrogazioni parlamentari, 0 interpellanze, 3 mozioni, 3 ordini del giorno, da cofirmatario 11 disegni di legge, 3 interrogazioni, 0 interpellanze, 5 mozioni e 17 ordini del giorno.

Nei disegni di legge, incredibile a dirsi, torna di nuovo l’incompatibilità (“tale concentrazione porta a un limitato impegno  istituzionale per evidente impossibilità, anche temporale, di seguire, con effettivi risultati per le comunità di riferimento, più cariche politiche ed  amministrative ,quali, ad esempio quelle di deputato regionale e di presidente delle province regionali  e/o di  sindaco di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore a ventimila abitanti. È evidente, inoltre, che il cumulo di incarichi istituzionali in capo alla stessa persona, comporta anche una dequalificazione dei risultati che dovrebbero essere garantiti alle nostre comunità”, scriveva all’epoca, inconsapevole che in futuro si sarebbe trovato nella stessa posizione). Arriva un cavallo di battaglia che, nel suo programma da sindaco, ha intenzione di proporre a Messina: il casinò: un disegno di legge, infatti, riguarda la “Istituzione di una casa da gioco nel comune di Taormina“. E poi sviluppo della nautica da diporto, funzionamento dei consigli di circoscrizione (che in campagna elettorale ha dichiarato di voler abolire), nuove norme per l’accesso al credito e nuovi criteri per l’assegnazione dei seggi negli enti locali.

Nelle interrogazioni appaiono “chiarimenti sulla gestione del personale del Consorzio ASI“, e “Iniziative a sostegno dell’attività di sindacato ispettivo dei consiglieri comunali di Catania”. Messina appare in una mozione e in un ordine del giorno sullo stesso tema (Iniziative a seguito dell’evento alluvionale del 1° ottobre 2009 che ha interessato i comuni di Messina, Scaletta Zanclea e Itala). Fra gli ordini del giorno anche la questione abitativa (utilizzo dei fondi inutilizzati ex Gescal per il recupero del patrimonio edilizio regionale).

Fra gli atti da cofirmatario sempre il casinò a Taormina, quindi due atti sull’Ente porto: la “Cessazione delle attività dell’Ente autonomo portuale di Messina e subentro dell’Autorità portuale di Messina-Milazzo nella gestione ed amministrazione del punto franco”, e l'”Immediato scioglimento dell’Ente Porto di Messina“. Quindi “Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 1995, n. 4 – Ente autonomo regionale ‘Teatro di Messina“, “immediata attivazione dei posti in deroga richiesta dall’Ufficio scolastico provinciale di Messina”, e l’istituzione del Centro di eccellenza oncologico presso l’ospedale Papardo di Messina.

Nell’ottobre del 2012 Cateno De Luca (nel frattempo pochi mesi prima eletto sindaco di Santa Teresa di Riva), si presenta addirittura per la presidenza della Regione con “Rivoluzione siciliana”. Gli dice male, e resta anche fuori dall’Ars, per rientrarvi un anno fa, a novembre 2017 con l’Udc – Sicilia Vera. Eletto con circa 5400 voti, come consuetudine passa al Gruppo Misto dopo pochi giorni.

La sua attività da parlamentare inizia bene: da primo firmatario presenta 2 disegni di legge, 2 interrogazioni parlamentari, 8 mozioni e 3 ordini del giorno, mentre è cofirmatario di 1 mozione e di 1 ordine del giorno. I disegni di legge riguardano la “modifica dell’articolo 17 della legge regionale in merito alla relazione che ogni anno i sindaci devono presentare sullo stato di attuazione del programma amministrativo (in pratica chiede sanzioni per chi non lo fa), e l’istituzione nei comuni siciliani dell’Assessore Junior (stage formativo per giovani fra i 18 e i 25 anni).

Un “conflitto d’interesse” invece nelle interrogazioni parlamentari: il 4 giugno, in piena campagna elettorale e a sei giorni dal voto per le amministrative, chiede provvedimenti per il recupero somme relative all’incarico di Rup di Giampilieri di Gaetano Sciacca, suo diretto contendente alla carica di sindaco (in merito ai compensi aggiuntivi presenta anche un ordine del giorno, sempre il 4). Altra interrogazione, contro il sindaco di Alì Terme, per presunte violazioni di legge.

Di Messina si parla solo in un ordine del giorno del 30 aprile (Accordo transattivo con l’Azienda Trasporti e il Comune di Messina in materia di trasporto pubblico locale. La questione è il chilometraggio) e in una mozione da cofirmatario sulla Zes.

Da febbraio, la sua attività da parlamentare si dirada fino a scomparire del tutto a giugno, in piena campagna elettorale. Ha però il tempo, ad aprile, per presentare oltre 700 emendamenti in finanziaria. Quelli più importanti, però, sono stati cassati dalla Ragioneria dello Stato (ma De Luca ci ha riprovato).

 

 

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