MESSINA. La querelle tra il sindaco di Messina Cateno De Luca e il procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia, col secondo che ha richiamato pesantemente il primo per attività della sezione giudiziaria di Polizia municipale che travalicherebbero di molto le competenze dei vigili, e che dovrebbero essere prerogativa delle sezioni di polizia giudiziaria sotto le direttive della Procura, è arrivata alle “carte bollate”.

Dopo la diretta di ieri pomeriggio, in cui De Luca rispediva le accuse al mittente, sentendosi “mascariato, delegittimato e minacciato”, tocca a Dafne Musolino, assessore con delega alla Municipale, di rispondere per le vie ufficiali.

Preliminarmente, Dafne Musolino spiega di aver chiesto lumi al dirigente Domenico Signorelli, e di “non avere mai ricevuto alcuna nota da parte di esso Dirigente (o di altri) con la quale si sia posta in dubbio la operatività della detta sezione o con la quale siano stati contestati eventuali eccessi nell’esercizio delle attività svolte dalla medesima”.

Che ci sia qualcosa che non va all’interno dell’organizzazione del Corpo, lo conferma però Rossana Carrubba, segretario generale del Comune di Messina, che ad un preciso quesito da parte dell’assessore, ha spiegato che “al fine di risolvere l’anomalia, si ritiene di dovere apportare al funzionigramma la necessaria modifica che vede la soppressione delle suddette funzioni di polizia giudiziaria”.

Proseguendo con la nota, l’assessore, come già anticipato dal sindaco nella sua diretta, sostanzialmente si dichiara ignara di quello che fa la municipale in strada (nonostante spesso sulla pagina facebook di De Luca ci fossero foto a corredo dei “blitz” in cui i due erano immortalati accanto agli agenti nel pieno delle operazioni). “La scrivente non ha alcuna conoscenza specifica delle modalità con le quali viene concretamente svolta l’attività da parte degli Agenti ed Ufficiali in servizio presso la sezione operativa di polizia giudiziaria della Polizia Municipale di Messina, restando in capo agli stessi la totale autonomia di azione e la relativa responsabilità per gli atti e le attività svolte“.

Proseguendo, Dafne Musolino entra nello specifico delle rimostranze sollevate da De Lucia, sul ruolo cioè della Municipale come polizia giudiziaria. Citando, tra l’altro, una legge del 1986 e l’articolo 57 del codice di procedura penale, che, scrive l’assessora, “costituiscono l’ambito di operativita della polizia giudiziaria della Polizia Municipale, secondo i quali sono agenti di Polizia Giudiziaria: i carabinieri, le guardie di finanza, gli agenti di custodia (5), le guardie forestali e, nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza, le guardie delle province e dei comuni quando sono in servizio (art. 57 c.p.p.). L’art.5 della legge 65/86, che non limita nelle funzioni di P.G, a sua volta recita: “Il personale che svolge servizio di Polizia municipale, nell’ambito territoriale del/’ente di appartenenza e nei limiti de/le proprie attribuzioni, esercita anche: a) funzioni di polizia giudiziaria, rivestendo a tal fine la qualità di agente di polizia giudiziaria, riferita agli operatori, o di ufficiale di polizia giudiziaria, riferita ai responsabili de/ servizio o del Corpo e agli addetti al coordinamento e contra/lo, ai sensi del l’art. 221, comma 3, de/ codice di procedura penale”.

Cosa ne conclude Dafne Musolino? Intanto che, ribadendo quanto detto precedentemente, “delle attività materialmente poste in essere rispondono gli autori delle stesse che devono conoscere e osservare i limiti posti dalla Legge alla loro azione”, e sottolineando, stando agli articoli che ha riportato all’attenzione di De Lucia, la legittimità dell’azione della Polizia municipale di Messina “in capo alla quale resta intatta la competenza generalizzata in riferimento alla ricerca e accertamento di qualsiasi reato con le sole limitazioni riferite nello ” spazio” comunale/ provinciale e nel ” tempo” dell’orario di servizio”. (Ad aprile, nel famigerato caso della Renault 4, le indagini della Municipale si sono spinte oltre i confini provinciali, nonostante la faccenda non avesse più nulla a che vedere con Messina).

Espletate le spiegazioni in punto di diritto, Dafne Musolino entra nel vivo dell’argomento: gli sciatori di Madonna di Campiglio, le attività investigative svolte dai Vigili urbani e la famosa lista dei nomi il cui contenuto Cateno De Luca, tre giorni fa, ha detto di non conoscere (cambiando versione rispetto a marzo).

Qui l’assessora offre una spiegazione ampia e articolata, ripercorrendo la vicenda dall’inizio, e continuando con il sostegno verso il Corpo sul quale ha delega: “Nell’ottica di pertinenza ai poteri-doveri della polizia giudiziaria di acquisire informazioni e dati in funzione del delineamento della notizia di reato, vale la pena di evidenziare che, non solo la identificazione di detti soggetti risultava illico et immediate a portata di mano, ma la qualità di dette persone, sotto il profilo della provenienza e di altre loro caratteristiche, era conditio sine qua non per stabilire se si fosse in presenza di una notizia di reato, giacche la ritenuta violazione dipendeva nella sua esistenza da dette qualità e caratteristiche”.

La conclusione è nel segno della collaboratività: “Nel ribadire quindi che l’attività e stata svolta in totale autonomia ed indipendenza dalla Sezione di PG della Polizia Municipale, ci si limita  alle  superiori  riflessioni  che  costituiscono  la mera conclusione di un logico ragionamento:  senza  una  previa  verifica  dei  nominativi,  l’attività della PG non solo non sarebbe stata completa ma avrebbe costituito espressione  di  una  mera delazione, di un sospetto o, peggio di un pettegolezzo. Ad ogni buon conto, non potrà negarsi che tutte le notizie di reato, nessuna esclusa, raccolte o pervenute presso la polizia Giudiziaria della Polizia Municipale, sono state oggetto di comunicazione alla Autorità Giudiziaria e ciò esclude in radice l’ipotizzabilità di qualunque secondo fine”.

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Anonimo
Anonimo
20 Febbraio 2021 9:40

Assessora? Io davvero non capisco questa nuova mania che sta spopolando.
Resta assessore pure al femminile.
Per coerenza, allora, dovreste dire dentisto, piloto, commercialisto, farmacisto etc. quando si parla di uomini.