MESSINA. Si continua a discutere, dopo due settimane abbondanti, del “caso” della Renault 4, che non cessa di generare polemiche, meme satirici e invettive, a partire da quelle del sindaco di Messina Cateno De Luca, che dopo lo spostamento degli artisti di strada da Aci Trezza al comune di Mazzarino ha colto la palla al balzo per attaccare nuovamente il ministro Luciana Lamorgese e il Governo nazionale (accusato ieri persino di voler “coprire” i corrieri della droga e la criminalità organizzata). Una storia, quella della vettura, di cui si è parlato tantissimo ma che ha ancora dei rivolti non chiari. A partire dalle incongruenze contenute in una relazione della Polizia Municipale di Messina, pubblicata sui social dal primo cittadino nel pomeriggio di martedì 7 aprile.

Secondo quanto si evince dal documento, privo di data, i passeggeri dell’ormai celebre Renault 4 sarebbero stati fermati e denunciati dai Carabinieri di Salerno per violazione dell’articolo 1 dell’Ordinanza ministeriale che sancisce il divieto di spostamento fra i comuni, entrata in vigore il 22 marzo. C’è però qualcosa che non quadra con le date, considerato che alcune delle circostanze riportate in via ufficiale nella relazione sembrano non coincidere con i fatti.

La Polizia Locale di Acitrezza (che non ha una polizia locale, essendo una frazione di Aci Castello, ndr) – si legge nella relazione – ha proceduto a porre in quarantena sia i tre occupanti il veicolo che le ulteriori tre persone residenti in Acitrezza venute i contatto con i predetti. Si apprendeva inoltre, che il conducente e la trasportata del veicolo erano già stati fermati e denunciati per violazione dell’art.1 dell’Ordinanza del Ministero della Salute in concerto con il Ministero dell’Interno del 22 marzo 2020 sottraendosi ai controlli, (“da personale dell’Arma Carabinieri di Salerno”, verrà aggiunto in calce al documento)”, si legge nella relazione.

Tuttavia, l‘arrivo a Villa San Giovanni degli artisti di strada, provenienti da Salerno, dove si trovavano già da tempo, risale a tre giorni prima (il 19 marzo), come hanno raccontato gli stessi passeggeri e come dimostrano le tantissime foto e i video postati sul web dagli utenti che hanno immortalato la vettura in viaggio, mentre il loro attraversamento dello Stretto è avvenuto la sera fra il 21, come testimonia il biglietto della Caronte ancora in possesso dei cittadini francesi e da una foto che ritrae la vettura sul traghetto la sera del 21. Alla luce di ciò, risulta quindi inverosimile che gli stessi siano stati fermati e denunciati in Campania il 22 marzo, il giorno stesso dell’entrata in vigore del provvedimento nazionale, quando si trovavano di fatto già in Sicilia.

 

La parte della relazione in cui si fa riferimento alla violazione dell’ordinanza entrata in vigore il 22 marzo. Nel documento non si fa riferimento alla data di approdo dei passeggeri a Messina

Foto scattata sul traghetto e pubblicata sabato 21 marzo alle 22:11

 

 

Non chiaro nemmeno come avrebbero fatto a sottrarsi ai controlli pur essendo denunciati. Ad avvalorare la tesi c’è anche un articolo del quotidiano “Il Mattino”, datato 19 marzo. In base a quanto scritto nel pezzo, i viaggiatori sono stati fermati dai Carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania in una stazione di servizio di Pattano, una piccola frazione a circa 90 km a sud di Salerno. Supportati dai vigili urbani e dei sanitari del 118, i militari hanno poi condotto i tre presso l’ospedale San Luca per sottoporli a dei controlli e lasciarli ripartire una volta appurato il loro stato di salute. «Sono sani, non hanno alcun sintomo e non c’era motivo per trattenerli», si legge su Meridionews, che ha contattato la struttura ospedaliera. Tutto questo, in ogni caso, ben prima dell’entrata in vigore dell’Ordinanza ministeriale citata nella relazione della Polizia Municipale di Messina.

Ad aumentare la confusione è anche il contenuto dello stesso documento, che riporta l’orario di arrivo (22:30 circa) dei tre passeggeri ma non il giorno dello sbarco, malgrado nella stessa relazione si faccia specifico riferimento alla violazione dell’ordinanza entrata in vigore il 22, che ovviamente non avrebbero potuto violare oltrepassando lo Stretto il 21, come testimonia il biglietto del traghetto che i tre hanno conservato.

 

 

 

Perché i tre (con cagnolino al seguito) erano in viaggio verso la Sicilia? A spiegarlo, tramite un post su Facebook, è stato nei giorni scorsi Boris Drozom, l’uomo che ha ospitato i tre ragazzi ad Aci Trezza, specificando che i passeggeri si trovassero nel Sud Italia già da mesi. Dunque non sono partiti negli ultimi giorni dalla Francia o dal Nord Italia per raggiungere la Sicilia, come è stato più volte riportato, ma si sono incamminati verso sud perché privi di un luogo per affrontare la quarantena disposta dal Decreto. Un caso di esigenza comprovata, quindi. «Sono giunti a Villa San Giovanni prima che la Sicilia chiedesse di inasprire i controlli – spiega Boris – e hanno comunicato le loro intenzioni alla Protezione Civile, registrandosi nel portale online della Regione Sicilia, che richiede la registrazione a coloro che entrano nell’isola».

A Villa, secondo il racconto di Boris, sono rimasti per giorni e notti, finché, tenuto conto del rischio di lasciarli per strada (violando le ordinanze), sono stati fatti imbarcare sul traghetto. Una volta giunti ad Aci Trezza, sono stati poi posti tutti in quarantena obbligatoria, e non sussiste alcuna prova che abbiano mai violato l’isolamento (malgrado le numerose foto fake circolate sul web, riprese anche dal sindaco Cateno De Luca): un appartamento di 30 metri quadri in cui vivevano otto persone, fra cui un minore. “Abbiamo chiesto alla Caritas di poter provvedere al recapito a domicilio degli stessi dei beni alimentari di cui hanno necessità, vista la quarantena obbligatoria. È stato disposto il controllo della quarantena come previsto dalla legge. Stiamo procedendo con ulteriori accertamenti per successivi provvedimenti”, spiegò il 23 marzo l’assessore ai Lavori pubblici del comune di Acicastello Salvo Danubio. Nessuna altra notizia è stata pubblicata sul suo profilo.

Cosa è accaduto dopo? Lo racconta Luca, un ragazzo di 35 anni che ha deciso di ospitare i ragazzi, che terminate le due settimane di quarantena si sono recati nella sua casa di campagna di Mazzarino: «Sono stati mandati qui dai servizi sociali di Aci Trezza perché otto persone in 30 mq non ci potevano stare», spiega, facendo riferimento anche all’unico documento consegnato loro, ovvero un’autocertificazione già compilata (“lì non avevano una stampante”) in cui si riporta la motivazione dello spostamento: casi di assoluta urgenza “per trasferimento in un comune diverso, come previsto dall’art. 1, comma 1, lettera B del Decreto del Presidente dei Ministri 22 marzo 2010.

 

L’autocertificazione che avevano con sé gli artisti di strada al momento dello spostamento da Aci Trezza a Mazzarino

Anche il sindaco di Mazzarino, autore tre giorni fa di un video bellicoso e indignato, in un secondo filmato è sceso a più miti consigli, gettando acqua sul fuoco e, pur mantenendo le sue perplessità sulla vicenda, ha spiegando che i tre ragazzi francesi saranno vigilati e controllati, ma ha invitato ad avere rispetto e solidarietà “verso chi in questo momento non ha nulla”. Senza mai parlare di illeciti.

 

 

4 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Roberto Micari
Roberto Micari
9 Aprile 2020 7:10

Ma che me ne fotte… la Repubblica italiana sta lasciando morire aziende …i lavoratori invece di avere sussidi vengono invitati a fare debiti…. la politica italiana sinistra e di un europa usuraia trascinerà le future generazioni in una società precaria…e voi pensate a de luca

Svegliaaaaaa….

mm
Editor
9 Aprile 2020 13:52
Reply to  Roberto Micari

effettivamente è singolare che ci si occupi del sindaco della città in cui si vive e si lavora, giusto

Mario Lametta
Mario Lametta
9 Aprile 2020 14:48

Ancoraaaaa ma i nomi degli sciatori?? come è finita? Quelli non interessano più vero?

Nino
Nino
11 Aprile 2020 2:14

Ah, perchè era stato De Luca a dire queste assurdità? Finalmente! Oltre questa, ci sarebbero altre fake news che sta cercando di diffondere ad arte. Non si capisce se “ignora” le leggi dello stato o se ad arte plagi l’elettorato con grado di istruzione medio basso per fare campagna elettorale in tempo di pandemia. De Luca come Salvini e Meloni. Primo o poi lo vediamo al TG1 in prima serata.