MESSINA. Ciclicamente, più o meno ogni venti giorni, torna fuori l’argomento Autorità portuale. Da sopprimere ed incorporare nel Sistema portuale del Tirreno meridionale sotto Gioia Tauro, secondo il governo. Da rimodulare per farne il centro di un sistema più ristretto, dello Stretto, secondo la maggioranza dei commentatori messinesi.

Tra chi se ne è occupato maggiormente c’è Capitale Messina, che oggi apre uno spiraglio di ottimismo. “Non tutto è perduto. Forse c’è ancora qualche chance per salvare dalla soppressione la nostra Autorità Portuale, e quest’ultima possibilità, ė nelle mani del Presidente della Regione Siciliana. Ma bisogna fare presto – scrivono – Due sono le cifre, gli orizzonti temporali di questa scommessa: 30.6.17 e 31.8.17. Il 30 giugno 2017 è infatti la scadenza della proroga che il Presidente del Consiglio dei Ministri con decreto dell’11 gennaio 2017, ha disposto per il mantenimento dell’autonomia finanziaria e amministrativa dell’Autorità Portuale di Messina a parziale soddisfacimento dell’istanza del Presidente della Regione Siciliana, che il 8 agosto 2016 aveva chiesto il mantenimento, per un periodo di diciotto mesi, dell’autonomia dell’Autorità portuale di Messina «per assicurare la continuità procedurale» di talune attività di rilievo in itinere tra cui: «le procedure di gara di appalto in corso per la valorizzazione del quartiere fieristico, la definizione dell’iter procedurale per la realizzazione della piattaforma logistica di Tremestieri, la realizzazione di un pontile industriale in località Giammoro, oltre a tutte le azioni di consolidamento e sviluppo delle due realtà portuali».

“Il 31 agosto 2017 è invece la data ultima prevista dalla riforma Madia, cioè la legge “madre” dalla quale ha origine il Decreto di riforma del sistema portuale, che il Governo ha a disposizione per adottare “uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive” della riforma (art.8 comma 6). Cosa fare allora? – domanda Gianfranco Salmeri di Capitale Messina – La prima mossa dovrebbe essere quella di richiedere una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2017, la stessa concessa all’Autorità portuale di Salerno. Ed è possibile che il Governo nazionale per motivi opportunistici, a tre mesi dalle elezioni regionali, la concederà, o se non altro e sembra la soluzione più probabile, lascerà la situazione in stallo fino a novembre. Nel frattempo l’imperativo categorico, per il presidente Crocetta, dovrebbe essere quello di non concedere assolutamente “l’intesa”, prevista dall’articolo 8 del Decreto Delrio, per la nomina del Presidente della costituenda Autorità portuale di Gioia Tauro, qualsiasi sia il nominativo proposto. Questa ė la trincea principale della battaglia per la difesa dei nostri porti: se Crocetta dà l’intesa è tutto perduto. Dopodiché, se il Governo procederà comunque alla nomina, il passo successivo dovrà essere quello dell’impugnazione del provvedimento in sede di giustizia amministrativa”.

Secondo Capitale Messina, quindi, la strada sarebbe quella della guerra amministrativa. “In parallelo a questa legittima iniziativa di resistenza in difesa del territorio messinese, il Presidente siciliano dovrebbe tempestivamente aprire una trattativa col Governo nazionale per raggiungere una intesa sui decreti correttivi e/o integrativi della riforma, previsti appunto dall’art. 8 comma 6 della Legge Madia. Con lo strumento della revisione del decreto, si potrebbe scongiurare la soppressione dell’Authority messinese o quantomeno ottenere condizioni di autonomia gestionale e garanzie di tutela dei porti di Messina e Milazzo”.

“Questo scenario – concludono da Capitale Messina – così come prefigurato, ci sembra l’unica strategia per salvare l’indipendenza e  la prosperità dei nostri porti. Ora sta a Crocetta di dimostrare nei fatti, quanto egli ha dichiarato più volte, ossia l’intenzione di difendere l’autonomia del sistema portuale messinese”.

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