MESSINA. Dopo settimane di proteste, annunci e polemiche, nel giorno del rientro a scuola per gli studenti messinesi continua a tenere banco la vicenda del Verona Trento, alle prese con problemi agli infissi (le finestre sostituite tre anni fa non sono adatte alle norme anti-Covid) e con la terza uscita, ancora priva della rampa. Questioni, di cui si discute da tempo, che hanno provocato l’ira dei genitori degli studenti. Una settimana fa la protesta davanti al Comune di Messina da parte delle mamme, oggi una lettera aperta, scritta dai genitori degli alunni della III F.

All’Istituto scolastico Verona Trento, scuola del centro della città metropolitana messinese – si legge nella missiva – si sta vivendo uno dei più grandi paradossi cittadini sulle spalle degli studenti (centinaia) e delle loro famiglie (i cui componenti sono migliaia).

La scuola, infatti, benché, dal punto di vista dell’edilizia scolastica e della sicurezza (in generale) sia tra le più efficienti della città, non può aprire i battenti in conseguenza della ormai nota vicenda che attiene alle finestre delle aule (qualche decina) che, con l’attuale sistema a vasistas, non sembra garantire l’opportuna areazione, oggi maggiormente necessitata dalla c.d. pandemia da Covid-19 (ormai non più definibile emergenza proprio in ragione del lungo tempo trascorso dal suo propagarsi) e dalle disposizioni normative licenziate.

Solo in data 22 u.s. è stato comunicato l’avvio delle lezioni, esclusivamente nel diverso plesso della scuola Boer facente parte del medesimo Istituto comprensivo, che in ragione dell’elevato numero degli iscritti complessivi si terranno sino al 30 p.v. per un solo giorno settimanale per ciascuna classe (con orario antimeridiano ridotto).

I genitori degli studenti sono pienamente consapevoli degli sforzi assunti da chi ha l’onere di dirigere e rappresentare l’Istituto e stanno assistendo alla stucchevole diatriba in corso con l’amministrazione comunale in ordine alla soluzione di un problema, a quanto è dato sapere, sollecitata tempestivamente.

Prendono atto delle dichiarazioni odierne con cui è stata confermata la conclusione dei lavori in “tempi brevi”.

Non intendono, tuttavia, attendere oltre il tollerabile e ricordano che il diritto allo studio è presidiato anche da opportune garanzie costituzionali.

In ragione di ciò – riservando adeguate azioni in ogni sede competente nei confronti di chi di ragione – auspicano il positivo e definitivo esito della vicenda (da individuarsi unicamente nella restituzione della scuola agli studenti, ancora da dotare di banchi individuali) con l’estrema sollecitudine che il caso merita”.

Ad unirsi alle proteste, ma con piglio piuttosto polemico, è anche Michele Limosani, direttore del dipartimento di Economia dell’università di Messina, che… “chiama alle armi” i genitori, spronandoli a passare all’azione, invece che scrivere lettere aperte.

“Mio figlio dovrebbe frequentare quest’anno la terza classe della scuola media Verona Trento (si proprio gli anni degli esami e di preparazione al passaggio alla scuola superiore) e non ha ancora cominciato le lezioni. Ma, ancora più grave, non si conosce ancora oggi una data certa di inizio e le modalità con le quali si dovrà poi proseguire. E tutto ciò dopo un secondo semestre dell’anno trascorso in cui, come tanti altri studenti di scuola media, è riuscito a fare “poca scuola” e solo grazie alla buona volontà e generosità di qualche docente. Ora,

· Il dirigente non si fa sentire;
· l’amministrazione comunale nemmeno;
· la politica è distratta, non so da che cosa… e poi figurati se si può interessare dei problemi di una scuola;
· i volenterosi e generosi rappresentanti delle famiglie degli studenti continuano a scrivere “letterine al dirigente” del tipo “Caro amico ti scrivo”… Sic!!! Nessuno di noi ha pensato di organizzare l’occupazione simbolica della scuola in segno di protesta. Siamo troppo impegnati con il nostro lavoro!!!
· La notizia non è di grande interesse per la stampa;
· Le stragrande maggioranza delle famiglie è rassegnata;
Comprendo adesso perché molte famiglie sono tentate di affidare le sorti del governo della nostra vita sociale a chi promette di liberare la nostra terra da queste miserie!!! Peggio di così come può andare!
PS
In attesa ho pensato di scrivere in largo anticipo a Babbo Natale per vedere se può regalare ai nostri figli l’inizio delle attività scolastiche. Chissà che in piena estate non succeda un miracolo!”
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