Fermammo persino il vento. Racconti e letteratura di partigiani

(Autori vari; Shake edizioni, 2021)

Un universo di racconti, pagine di diario, resoconti militari, documenti politici che riguardano la Resistenza è enorme e, al contempo, quasi sconosciuto. La letteratura “ufficiale” della Resistenza si basa su un’impalcatura composta dalle pagine di Calvino e Fenoglio, le testimonianze di Renata Viganò e Luigi Meneghello, il racconto del lager di Primo Levi, oltre a Pavese e Vittorini (anche se gli ultimi due non parteciparono direttamente alla Guerra civile). Ma la letteratura che i partigiani scrissero a partire dall’armistizio dell’8 settembre è una costellazione di interventi meno noti e volentieri dimenticati dall’editoria. Fermammo persino il vento raccoglie i racconti scritti da partigiani che, a diversi livelli, si impegnarono nella Resistenza e che scelsero, in seguito, la strada della letteratura per elaborare e condividere la loro esperienza. Diventarono poi scrittori, sceneggiatori, registi, giornalisti, saggisti, contribuendo così a creare un immaginario della Resistenza e dell’Antifascismo, un’epica se vogliamo, in grado di costruire una memoria comune. I racconti che presentiamo in questo volume sono stati per la maggior parte pubblicati a caldo, in molti casi mentre al Nord la guerra civile infuriava ancora, e prima a Roma e poi a Firenze le attività culturali uscivano finalmente dalla clandestinità. E trattano anche zone del vissuto partigiano finora rimaste fuori dal canone resistenziale, come, per esempio, l’attrazione omoerotica fra combattenti. Raramente ripubblicati, questi testi rappresentano oggi uno straordinario viaggio nel tempo. Sono racconti che mentre espongono da una parte la scarsa preparazione militare e i loro dubbi sulle conseguenze delle azioni, sottolineano dall’altra la necessità del sacrificio in vista di un futuro libero dalla dittatura fascista. Racconti di Vasco Pratolini, Renata Viganò, Angelo del Boca, Corrado Alvaro, Alba De Céspedes, Saverio Tutino, Paolo Murialdi, Gino De Sanctis, Toti Scialoja, Oreste Del Buono, Luciano Bolis, Antonio Meluschi e altri.

Da leggere per ricostruire un tassello mancante della nostra memoria comune

 


 

Le partigiane

(Buckler, Vergalli; People, 2022)

Sono storie di incredibile coraggio e di immensa libertà, quelle che troverete nelle pagine di questo libro. Sono le storie, narrate in prima persona, di dieci donne che decisero di partecipare alla Resistenza e che, dopo il 25 aprile, continuarono a fare grandi cose per la Repubblica. Troppo spesso identificate come figure minori della Resistenza – una costante che purtroppo riguarda tuttora le donne in ogni campo -, imbracciarono anch’esse le armi, in montagna e in città, fecero le “staffette”, ciclostilarono volantini con cui diffondevano le proprie idee. Idee di pace, idee di libertà, idee di uguaglianza, idee per un’Italia e un’Europa diverse da quelle in cui erano cresciute. Da Ada Gobetti a Teresa Mattei, passando per Renata Viganò e Ursula Hirschmann.

Da leggere perché è uno sguardo diverso da cui guardare la Resistenza: quelle delle donne che hanno avuto un ruolo fondamentale nella lotta verso la libertà.

 


 

Kobane, diario di una resistenza

(Rojava Calling; Alegre, 2015)

La resistenza popolare a Kobane ha mostrato l’esistenza di una terza via tra il fascismo islamico dell’Isis e l’imperialismo occidentale che si nutre di islamofobia. E sempre in Rojava, regione a maggioranza curda del nord della Siria, è nato l’esperimento del “confederalismo democratico”, sistema di autogoverno che rimette in discussione gli Stati-nazione e che persegue un’economia solidale, riaffermando il principio di autodeterminazione dei popoli.
Eppure questa esperienza fondamentale di lotta all’Isis, che potrebbe rappresentare anche un punto di svolta nella questione curda aperta da quasi un secolo, viene boicottata dal Governo turco e ignorata dai media occidentali. Non solo, tuttora il Pkk di Abdullah Öcalan è annoverato tra le organizzazioni terroristiche, al pari proprio dell’Isis che combatte.
Collettivi e singoli – tra cui Zerocalcare che cura la prefazione a fumetti di questo volume – hanno sentito la necessità di recarsi a Kobane e a Suruç, in territorio turco a pochi metri dal confine, dando vita alla staffetta italiana “Rojava calling” per portare solidarietà concreta e dare visibilità a chi non si è mai arreso e continua a lottare per la propria autonomia.
Questo libro è il loro diario di viaggio collettivo, raccontato in prima persona plurale dalle decine di attivisti che si sono succeduti nelle staffette.

Da leggere perché come tutte le resistenze questa straordinaria esperienza parla non soltanto al popolo curdo ma al mondo intero.

 


 

Eroiche

(Inna Shevchenko; Perrone, 2020)

Inna Shevchenko ha un destino fuori dal comune. Nata in una famiglia della classe media ucraina, è, a soli 28 anni, la leader del movimento internazionale Femen. Dopo dieci anni di attivismo femminista, ha deciso di rendere omaggio a quelle donne che l’hanno aiutata a demolire le imposizioni della società patriarcale. In “Eroiche”, racconta i personaggi che l’hanno portata a questa liberazione. Alcune, come Sailor Moon o Maria Botchkareva, le hanno fatto capire la forza delle donne. Altre, come Eva, l’hanno spinta a rifiutare la morale religiosa sessista e a mordere il frutto della conoscenza. Inès Arman, Nellie Bly e altre, giornaliste, ingegnere o politiche, le hanno dimostrato che le donne hanno gli stessi talenti degli uomini e meritano di far sentire la loro voce. Con questi frammenti personali e impegnati, Inna Shevchenko ci accompagna sulle tracce dei modelli femminili che le hanno permesso di costruire le sue idee e ci coinvolge nella rivoluzione delle donne.

Da leggere perché nonostante le lotte femministe le donne continuano ad essere le vittime più colpite ed anche nel 2022 lo stupro ai danni delle donne civili ucraine viene considerato un’arma di guerra. Vergogniamoci.

 


 

Non sono vinta

(Virginia D’Andrea; Rina edizioni; 2020)

La D’Andrea, tipo violento per temperamento e volubile riscuote nell’opinione pubblica cattiva fama, avendo sempre mantenuta una condotta morale riprovevole. Fornita di discreta intelligenza educazione e cultura, si dedicò dapprima all’insegnamento, ma abbandonò poi la professione per darsi completamente alla propaganda sovversiva». Era il 1919 quando, con queste parole, la prefettura di Bologna tratteggia un profilo dettagliato di Virgilia D’Andrea definendola «pericolosissima anarchica sovversiva». Maestra elementare, poeta, giornalista, D’Andrea si distingue per essere riuscita a far convergere la sua fede anarchica con una forte inclinazione poetica di cui si serve, come la descrisse Errico Malatesta, «per lanciare una sfida ai prepotenti, uno sprone agli ignavi, un incoraggiamento ai compagni di lotta».
Questa antologia raccoglie scritti e produzione poetica di D’Andrea in un arco temporale tra il 1919 e il 1932, ricostruendo il suo percorso politico e civile in difesa dell’anarchia e dell’antifascismo. Sono pagine vere, poetiche, accorate, che dimostrano un instancabile lavoro e una lotta incessante per lanciare un grido di opposizione all’oscuro flagello fascista. Sono la testimonianza del contributo e del sostegno per la difesa comune della libertà, ispirandosi agli ideali di giustizia civile, incitando alla rivolta, polemizzando contro la supremazia e il dottrinarismo ecclesiastico e lo sfruttamento da parte dell’autorità dello Stato, rivendicando i principi di solidarietà e collaborazione per combattere la maschera falsa, vile e ignominiosa del terrorismo reazionario che inganna e opprime il popolo. È uno sentimento di ribellione, e di conforto emotivo allo stesso tempo, quello che anima ogni parola, ogni verso di D’Andrea, celebrando l’eroismo e il sacrificio dei compagni d’esilio, Borghi, Bresci, Gori, Lucetti, Sacco, Vanzetti, che come lampi di luce, fiamme solitarie, torce nella notte indicano la via per la redenzione e la difesa di un ideale di emancipazione sociale e di fratellanza tra tutte le genti calpestate dalla barbarie del totalitarismo. In un periodo storicopolitico in cui si ritorna a parlare di nazionalismo, fascismo, di odio verso lo straniero e repressione, questa raccolta restituisce il contributo e l’impegno intellettuale, politico e civile diVirgilia D’Andrea.

Da leggere perché questo periodo è ancora molto attuale la critica antifascista di una donna contro l’oppressione e a favore della libertà.

 

 

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