Hortus mirabilis

(Autori vari; Moscabianca edizioni; 2021)

Dal sito dell’editore: «Benvenuti in un giardino straordinario, popolato da piante bizzarre e stupefacenti, talvolta misteriose e letali, ma tutte accomunate da una caratteristica: sono germogliate dalla fantasia di uno scrittore. Hortus mirabilis è un’antologia di racconti di botanica inesistente: ogni capitolo una pianta, ogni pianta una storia firmata da una penna italiana. Le illustrazioni a colori che accompagnano ognuno dei tredici racconti danno vita, pagina dopo pagina, a una galleria di meraviglie naturali in cui perdersi per riscoprire la forza immaginifica del regno vegetale.

Da leggere perché lasciarsi “infestare” dalla contaminazione è l’unico approccio per superare l’egoismo antropocentrico

 


 

Mirabilia

(Renato Bruni; Il Saggiatore, 2021)

Dal sito dell’editore: «Una mostra è l’insieme delle vie che essa è in grado di aprire nella mente del visitatore, e se ben fatta non si limita a una fruizione passiva che faccia dire “ho visto i girasoli di Van Gogh”, ma “guardando i girasoli di Van Gogh ho scoperto una cosa nuova”. In Mirabilia questa scoperta riguarda il sorprendente mondo delle piante svelato nelle opere di Dürer, Degas, Hokusai, Rivera, Duchamp, Warhol, Banksy e molti altri, dalle dinamiche ecologiche all’archeobotanica, dal sapore dei pomodori fino alle “vertical farms” e alle rivoluzionarie frontiere della ricerca.

Da leggere per osservare la storia dell’arte da un punto di vista inedito

 


 

La saggezza del giardiniere

(Gilles Clèment; Derive approdi, 2021)

Dal sito dell’editore: «Interrogare le tecniche e le conoscenze del giardiniere significa certo modificare le prospettive e disporre il paesaggio nella forma di un quadro, ricomporre i rilievi e le aiuole, organizzare gli spazi destinati agli incontri e allo svago, ma anche semplicemente guardare, pronti a cogliere quell’imprevisto della vita che lo straordinario Gilles Clément ci ha ormai insegnato ad aspettarci. Nei suoi giardini, nei nostri e nella vita sociale che grazie al suo pensiero e al suo lavoro inizia a costruirsi.Il giardino è quel recinto destinato a proteggere quanto abbiamo di meglio: il meglio dei frutti e degli ortaggi, il meglio della flora che ci nutre e che nella sua diversità sfruttiamo, il meglio degli alberi e dei fiori, il meglio dell’arte che li dispone in uno spazio di bellezza e preservazione. In questo consiste la millenaria arte dei giardini, che nei secoli si è dispiegata tra architettura e decorazione. Ma oggi l’arte dei giardini ha una sfida maggiore: preservare e contribuire a rilanciare la vita in tutti i suoi aspetti, valorizzando e aiutando a diffondere quella biodiversità vegetale e animale che le nostre forme di vita sempre più minacciano».

Da leggere perché Gilles Clemènt è sempre fonte d’ispirazione per il futuro

 


 

L’albero di là

(Lorenzo Marone; Aboca, 2021)

Dal sito dell’editore: «Matteuccia porta con sé un segreto e sul corpo ormai vecchio ha cucite le cattiverie della gente, come tante punture di spillo. Ha passato gli anni dell’amore a fare la guerra, insieme a sua madre Angelina e all’amata amica Gentile. È stata partigiana per necessità più che per scelta, ha fatto parte di quella generazione per la quale compiere il proprio dovere val più di qualsiasi atto d’eroismo. Era staffetta, portava agli uomini nel bosco viveri, medicinali, armi, comunicazioni, ma non s’era mai sentita guerriera, vedeva le cose a modo suo.Alla fine del conflitto non ha più trovato la voce e s’è ritirata dal mondo degli uomini, preferendo andar dietro l’invisibile. Sin da bambina ha imparato a conversare con il vento e il temporale e nei momenti di stanca torna a rifugiarsi sotto la grande quercia, nel bosco di là, come lo chiamano quelli del paese, che la considerano una comunista, una femminista, una matta, perché ormai in pochi si ricordano del passato che si porta dietro. Quel passato che le ha tolto la parola e la segue come un’ombra scura da una vita intera. Quel passato che ora è venuto a presentare il conto».

Da leggere perché probabilmente la storia di tutti noi è legata ad un albero.

 


 

Vite di alberi straordinari

(Zora del Buono; Aboca, 2021)

 

Dal sito dell’editore: «Animata da un profondo desiderio di scoperta, unito allo studio della botanica, Zora del Buono ha deciso di viaggiare per un anno intero tra l’Europa e l’America del Nord per visitare gli alberi secolari di quelle zone. Con la sua Rolleiflex analogica in borsa, ha reso omaggio a esemplari straordinari, paragonabili a veri e propri individui dotati di personalità, raccontando aneddoti, suggestioni, storie cresciute insieme e attorno a loro nel corso del tempo. Come quella del tasso di Ankerwycke, un albero alto quasi 15 metri e largo ben 9, sotto al quale si sarebbero svolti gli incontri romantici tra Enrico VIII e Anna Bolena; o dell’Hiroshima Survivor, un bonsai di pino bianco giapponese sopravvissuto alla bomba atomica e che oggi si trova a Washington; o di Dicke Marie, “Maria la grassa”, una quercia di quasi 900 anni che fu ammirata dal giovane Goethe e dai fratelli Humboldt; o di Pando, forse il più antico essere vivente del pianeta, un insieme di 47.000 pioppi tremuli, tutti cloni dell’albero originale, la cui età stimata è di 80.000 anni».

Da leggere perché tutti dovremmo fare un viaggio come quello di Zora o almeno imparare da questi giganti verdi

 

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