Cenere

(Grazia Deledda; Utopia)

Grazia Deledda  (1871 –1936) è stata una scrittrice sarda ed è stata la prima donna italiana a venire insignita del premio Nobel nel 1926. Cenere, pubblicato per la prima volta nel 1903, è un romanzo che appartiene alla maturità artistica della scrittrice e presenta tutte le caratteristiche stilistiche che l’hanno resa famosa sino all’illustre premio Nobel: “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano»

Sullo sfondo di una Sardegna arcaica, selvaggia e dal paesaggio sublime si stagliano i protagonisti del romanzo: Olì è una ragazza povera molto giovane che si innamora dell’uomo sbagliato. L’amore sarà la sua sfortuna poiché in procinto di diventare madre verrà disonorata e cacciata dal padre.  Bellissimo l’intreccio tra le storie di due donne che si dividono, nel tentativo d’alleviarla, l’amarezza del proprio destino: Olì verrà infatti accolta in casa da una madre vedova ed è qui che verrà al mondo Anania. Oli, sopraffatta dalla miseria e sognando un futuro migliore per il proprio bambino decide di compiere un gesto estremo abbandonandolo dinanzi alla casa paterna. Il bambino sarà educato, grazie ad un benefattore, e riuscirà ad avere un destino migliore come la madre aveva sperato: tuttavia egli è ossessionato dall’assenza di quella donna e dal dolore mai risolti dell’abbandono. Completati gli studi giuridici, e in procinto di sposarsi Anania si mette alla ricerca disperata di Olì e trovandola in uno stato pietoso decide di rinunciare al matrimonio (nessuna donna avrebbe accettato una suocera libertina e quindi indecorosa e causa di vergogna) per starle accanto. La donna decide ancora una volta di mettersi da parte per Anania e si toglie la vita per liberarlo dell’infamia della sua presenza.

Da leggere perché è un elogio disperato e bellissimo all’amore tra madre e figlio


 

Riga 42. Max Ernst

(Grazioli, Zucchinali; Quodlibet, 2021)

Se si pensa al Surrealismo in pittura si pensa a Max Ernst. L’arrivo della cassa con i suoi collage per la leggendaria mostra alla libreria-galleria Au Sans Pareil nel 1921 è raccontata dai testimoni come l’inizio di una nuova era: lì non era più Dadaismo, c’era del nuovo, c’era il sogno, la visionarietà. Niente di più attuale, in tempi di “svolta iconica” e di postcollage e postmontaggio.
Abbiamo tutti negli occhi una quantità di opere di Max Ernst, eppure se ne è scritto e tradotto poco in Italia. Il presente volume cerca di colmare almeno in parte questo vuoto, ripercorrendone, attraverso testi storici, analisi di riferimento e nuovi contributi, le vicende e le invenzioni. Dopo il collage, Ernst reinventa il frottage, poi il grattage, ma insieme ridefinisce molta iconografia e crea immagini del tutto nuove. Le tecniche per lui sono lo strumento per sollecitare la visione e assistere al processo di invenzione mentre si sta svolgendo, senza programma precostituito, bensì caricando di senso le figure di mano in mano che emergono; vedere cioè “il funzionamento reale del pensiero”, come diceva André Breton nel Manifesto del Surrealismo.

Da leggere perché il Surrealismo è ancora un’avanguardia

 


 

Myanmar Swing

(Carla Vitantonio; Add, 2021)

Dopo aver vissuto quattro anni in Corea del Nord, Carla Vitantonio atterra a Yangon, la più popolosa e vivace città del Myanmar. Proprio come il Paese che la ospiterà, sta attraversando una travolgente trasformazione, sballottata tra vecchi conflitti e promettenti novità. Il suo incarico è quello di direttrice regionale per un’importante Ong, l’obiettivo è assistere le persone disabili tramite numerosi programmi, tra cui quello di assistenza alle vittime delle mine antipersona. All’inizio non è semplice, in Myanmar tutto segue una logica impossibile da decifrare e ci vuole tempo per trovare il proprio posto. Poi, grazie a due gatti, una bicicletta su cui sfrecciare tra i pericoli delle strade birmane, una comunità queer tra le più aperte del continente asiatico e le trattative nella giungla con le milizie ribelli, l’autrice inizia a sviluppare un legame sempre più profondo con queste lande remote e con le persone che le abitano, offrendo ai lettori uno sguardo unico – di donna, attrice, attivista, cooperante – per comprendere un altro pezzo di Asia. Come in un Gioco dell’oca governato dal karma, Myanmar Swing segue gli andamenti del caso e si affida alle inattese retribuzioni positive e negative che questo comporta, diventando una sorta di guida spirituale a un contesto imprevedibile, tuttora dominato dalla violenza politica e da dinamiche inaccessibili alla volontà popolare.

Da leggere per ricordare un paese che sta subendo gli effetti di un recentissimo colpo di stato

 


 

Il libro delle lacrime

(Heather Christle; Saggiatore, 2021)

Heather Christle è come tutti noi: piange. Spesso, in alcuni momenti della vita; poco, in altri. Come capita a tutti, fin da quando siamo piccoli. Piangiamo per gli amici scomparsi e per i figli che nascono, crescono, giocano sul tappeto di casa. A volte, piangiamo senza motivo. A volte, piangiamo per troppi motivi. Ci ricordiamo tutte le lacrime versate, i pianti a dirotto, i singhiozzi? No, con tutta probabilità. Ma cosa direbbero, di noi e della vita, quei pianti, se potessimo riscostruirne la storia e la geografia? È questo l’ambizioso progetto di Heather Christle: rintracciare le lacrime che hanno punteggiato non solo la sua esistenza, ma anche quella degli altri; chiedersi perché e come piangiamo, scoprire che cosa accomuna occhi lucidi e pianti disperati.

Da leggere perché anche le lacrime sono importanti


 

Il grande amore. Vita e morte con Bill Evans

 (Laurie Verchomin; Minimum Fax, 2021)

Laurie Verchomin ha ventidue anni e lavora come cameriera in una chiesa sconsacrata di Edmonton, Canada, riconvertita in ristorante cinese e discoteca, quando nel locale arriva a esibirsi il trio jazz di Bill Evans. Il grande pianista ha cinquant’anni, è già molto malato e sa che non gli rimane molto da vivere. L’incontro con Laurie è destinato a trasformare gli ultimi mesi che gli restano, ma anche per Laurie niente sarà più lo stesso. Trasferitasi a New York per stare accanto a quell’uomo dal corpo martoriato, ne scoprirà ben presto la disperata vitalità, la capacità di trascendere il male con la forza della musica e dello spirito. Una potenza inarrestabile, che troverà in «Laurie», il capolavoro che Bill le dedica, la sublimazione e l’esito perfetto. Memoir, storia d’amore, ritratto di un genio, riflessione sulla morte, il libro di Laurie Verchomin è stato autopubblicato nel 2010, e grazie al passaparola ha raggiunto la grande comunità degli appassionati, trasformandosi in un vero e proprio oggetto di culto.

Da leggere perché il vero amore va oltre il corpo

 

 

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