22.57. Ma insomma, De Luca si dimette o no? No, non si dimette.

Altra spettacolare trollata da parte del sindaco di Messina.

La diretta di letteraEmme termina qui.

 


22.52. Il dettaglio dei voti:

Argento no, Bonfiglio si, Bramanti no, Calabrò assente, Cannistra no,  Cardile astenuto, Caruso si, Cipolla si , Crifò si, D’Angelo si, De Leo si, Fusco no, Gennaro no, Giannetto si, Gioveni si, Interdonato si, La Fauci assente, La Tona si, Mangano no, Pagano assente, Parisi si, Pergolizzi si, Rizzo si, Rotolo si, Alessandro Russo no, Antonella Russo no, Scavello no, Schepis no, Serra si, Sorbello assente, Vaccarino assente, Zante si.

 


22.51: Sedici favorevoli, dieci contrari, un astenuto, delibera accolta. Non ci sono i diciassette chiesti da De luca, che adesso parlerà.


22.50. Si va al voto. Trattenete il fiato (o anche no, non preoccupatevi, non ve ne faremo una colpa)

 


22:40. Colpaccissimo di scena: direttamente da Roma arriva Nino Interdonato, di Sicilia Futura. La pattuglia di favorevoli all’ordine del giorno aumenta di numero.

 


 

22:36. Dopo un minuto e mezzo, ecco il video di cosa stava succedendo in tribuna:

https://www.facebook.com/1270878586305825/posts/2834009299992738/

 


22.28. Alle dieci e mezza di sera la situazione degenera e gli animi si surriscaldano. L’ex consigliera comunale di Cambiamo Messina dal basso Ivana Risitano, dal loggione, si rivolge al presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, sottolineando lo sforamento dei tempi da parte di Cateno De Luca, che nel frattempo ignora ostentatamente le critiche che provengono dal loggione (un terzo degli applausi e delle urla di approvazione che interrompono il discorso del sindaco). Ne nasce un parapiglia, e Cardile interrompe la seduta chiedendo l’allontanamento di Ivana Risitano. Dopo due minuti si ricomincia. Abbiamo scherzato.

 


22.30. Tra Cateno De Luca e Gaetano Gennaro ormai è finita a questione. Il sindaco prende la parola e sostanzialmente lo accusa di ogni tipo di nefandezza. Ogni frase di De Luca, tra l’altro, è sottolineata da casino dal loggione, senza che il presidente del consiglio comunale abbia nulla da eccepire.

De Luca parla con voce affannata: sente la contesa, ci tiene a rispondere.

 


22.15. Giovannella Crifò, decana del consiglio comunale (occupa senza soluzione di continuità il suo scranno in consiglio comunale dal 1994, un record quantomeno europeo), contraddice gli ordini di scuderia e non solo si presenta in aula, ma si prodiga in sperticate lodi verso De luca: “Non poteva esserci sindaco migliore“.

Tra Serra prima e Crifò adesso, dal loggione partono applausi incontrollati e urla belluine di sostegno. Dal punto di vista del tifo, De Luca ha già vinto.

 

 


 

22.10. Salvatore Serra si inalbera: “Il gruppo misto  non ha padroni”, spiega per sottolineare l’autonomia. Pieno sostegno all’attività amministrativa, e accorato appello a che De Luca non si dimetta.

Nota di colore: Serra è diventato protagonista di un meme che sta girando parecchio in città, per un siparietto della scorsa seduta.

 


 

22.05. Gaetano Gennaro interviene per dichiarare il voto del Partito Democratico. Ovviamente sarà no, e ci avremmo scommesso tutti i cinquanta centesimi che abbiamo in tasca.

Nel dichiarare, però, Gennaro scocca dardi al curaro (perdonate la loquela stilnovistica). “Il gruppo Misto è il nuovo gruppo del sindaco”, con riferimento all’addio del suo collega di partito fino a tre ore fa, Libero Gioveni. “Quante delibere produrranno gli assessori? Non lo sappiamo. Il sindaco vuole sapere solo cosa farà il consiglio”.

Citazione leziosa sul “sindaco che va in moto a Palazzo Zanca”, e colta sul muro di Berlino e sull’Aventino.

 


 

21.50. Brevi interventi di Alessandro De Leo (misto), che dichiara il sì alla delibera, e un po’ più lungo di Massimo Rizzo (che si piglia la questione con Antonella Russo), che fa notare come la maggior parte delle delibera contenute nella “cambio di passo” siano atti dovuti.

 


 

21.40. De Luca risponde a tutti i consiglieri comunali. Niente di particolarmente interessante, ma una parola la riserva a tutti. Momento simpatia con Dino Bramanti: “Probabilmente qualche neurone bisogna sistemarlo dopo 18 mesi”.

Ancora non era arrivata, e stavamo tutti in pena, ma la citazione religiosa prima o poi deve spuntare fuori, e lo fa nella risposta ad Alessandro Russo: “Tu lo dici”, tuona De Luca, novello Gesù Cristo che si rivolge a Ponzio Pilato.

 


21.30. Prende di nuovo la parola Cateno De Luca, e il volume si alza di trenta decibel.

Il sindaco è sempre stato istrionico nei suoi interventi, ma dopo un anno e mezzo è arrivato a livelli da actor studios. Voce rotta dallo sforzo, modulazione dell’intensità, pause ad effetto. Anche qualche frase di quella che fa battere il cuore: “Siamo qui per rappresentare una città, non una parte politica. Qui vogliamo capire se ognuno di noi vuole continuare ad un certo ritmo”.

 


 

 

 

21.15. Tocca a Dino Bramanti della Lega, che al ballottaggio, un anno e mezzo fa ha subito gli strali del candidato sindaco cateno De Luca, dichiara il voto negativo suo e della Lega. Poi si toglie un macigno dalla scarpa, dopo le angherie subite in campagna elettorale, al grido di “Placidinoooo”.

Il suo carattere, da neurologo, le dico che è da contenere abbondantemente“. Applauso dal loggione, tuoni in lontananza.

 


21.09. Biagio Bonfiglio, capogruppo di LiberaMe, annuncia il voto favorevole del gruppo di LiberaMe. Capolavoro tattico di Cateno De Luca. 

Interessante notare come chi voterà “sì” sente il bisogno, a un certo punto del discorso, di mettere i puntini sulle “i”, e imputare a De Luca qualche turpitudine. Una qualsiasi, tipo excusatio non petita.

 


 

20.56. Antonella Russo, così come il collega di partito Gaetano Gennaro, annuncia che voterà no. Così come Alessandro Russo, che interviene in difformità rispetto al suo capogruppo in LiberaMe Biagio Bonfiglio, e che voterà no contrariamente al suo gruppo.

E dopo la Lega, e il gruppo di centrodestra che fa capo al deputato regionale Luigi Genovese, anche LiberaMe si spacca. E di questo, di aver spaccato gli schieramenti, i due Russo rendono merito al sindaco Cateno De luca.

 


 

20.50. Spezziamo una lancia in favore di Antonella Russo (Pd), che finalmente ha sdoganato, lasciandola a verbale, la locuzione “a ufo”, che noialtri di LetteraEmme abbiamo eletto a cifra stilistica.

 


 

20.48. Parola ai Cinque stelle, con Cristina Cannistrà: “Finora il sindaco ha raccontato la sua storia. È riuscito a scoperchiare un calderone che ha consentito i vorrei ma non posso di uscire. Con il Salva Messina aveva la maggioranza d’aula, ma ha deciso di insultarci lo stesso. E noi siamo rimasti qua. Poi ha deciso di attaccare la sua maggioranza dicevano che le tiravano a giacchetta”.

Come ampiamente previsto, i Cinque stelle voteranno contro l’ordine del giorno.


 

20.40. Pienissimo endorsement di Pierluigi Parisi della Lega, in un intervento pieno di metafore che dipingono De Luca più meno come Bartolomeo Colleoni. Non solo voterà sì, ma a giudicare dalle sue parole, se potesse gli darebbe il pin del suo bancomat, tanta è la fiducia che ripone nell’azione amministrativa di De Luca.


 

20.35. La questione si fa seria. L’emendamento proposto da Cateno De Luca al suo stesso ordine del giorno passa, ma con 15 consiglieri a favori (il sindaco ne volevo 17). Non solo non si capisce cosa succederà quando si voterà l’ordine del giorno, ma in aula e fuori le voci si rincorrono tipo il gol di testa di Zoff su calcio d’angolo.

 


 

21.30. Voto al subemendamento: 15 favorevoli, 8 contrari, 3 astenuti, subemendamento (proposto da Piero La Tona) accolto. Anche il secondo subemendamento passa liscio. Si tratta di modifiche al regolamento di consiglio.

Il voto è “originale”, diciamo. Ci sono consiglieri che un emendamento lo bocciano e nell’altro si astengono. Tutto molto interessante.

 


 

20. 27. Di nuovo Gaetano Gennaro. Intervento politico, come suggerisce il suo look alla Abramo Lincoln. “Questo voto serve a capire chi saranno i compagni di viaggio del sindaco”.

Nel suo intervento, su venti parole, Gennaro pronuncia (volutamente) trenta volte la parola “politica”. Poi annuncia il voto contrario suo e della collega di partito Antonella Russo.

 


 

20.25. L’intervento di Massimo Rizzo (LiberaMe) si può riassumere in “ritiriamo i nostri tre emendamenti, perchè superati dal maxiemendamento proposto dal sindaco“.

 


 

20:15. Tocca a Pietro La Tona (Sicilia futura), che non solo inizia il suo intervento senza alcuna citazione, ma sfodera la katana e inizia a menare fendenti che nemmeno un ninja.

“Non vogliamo assessorati, forse il sindaco si è confuso. Ma non è l’unica cosa su cui si è confuso il sindaco, dicendo che Sicilia Futura non voterà le delibere finché non avrà un assessorato. Signor sindaco, prima della campagna dell’europee, Sicilia futura ha votato il 60% delle sue delibere e siamo secondi solo a Libera Me. Riteniamo che con quest’Amministrazione non si possono fare degli accordi politici, perchè lei fa solo accordi politici strumentali, com’è stato alle europee. Con noi non ci sarà alcun accordo e la sua piattaforma non potrà avere il nostro favore”.

Sicilia Futura la scorsa volta aveva abbandonato l’aula. Oggi invece due consiglieri su tre sono presenti: “Perché siamo di nuovo in aula? Perché con il nostro emendamento è stata stralciata tutta la parte politica. Ora resta solo la parte amministrativa e siamo disposti a dialogare su questa. I veri coraggiosi siamo noi, per aver votato i suoi atti senza avere alcun ritorno elettorale, e invece per i suoi sostenitori facevamo solo il nostro lavoro”.

Alla fine, nonostante gli attacchi, Sicilia Futura voterà favorevole, a patto che l’emendamento modifichi la delibera.

 


 

19.56. One man show di Cateno De Luca: senza interruzioni, parla oltre i dieci minuti concessi dalla presidenza del consiglio, e spazia a 360 gradi, con un breve applauso dal loggione alla fine del discorso.

In ordine sparso, quello che ha affermato De Luca: “Sono esuberante ma sono anche ambizioso, e se non lo fossi stato non sarei qui. Se siamo qua a discutere è perché c’è stata una condivisione con il consiglio comunale, con il voto al “Salva Messina”.
Voglio andare avanti nell’Amministrare la città, ma ci voglio andare con compagni di viaggio. Quest’anno sarà ancora più pesante e non possiamo permetterci certi giochi in quest’aula. Vogliamo continuare a costruire, per questo siamo venuti in contro ai consiglieri con questo documento che io ho elaborato. Non è una prova muscolare, perché quella la facciamo con i problemi di tutti i giorni, questo “cambio di passo” rappresenta la sacrosanta volontà di portare la città ad un ritmo ancora più forte. Ci siamo, alla luce del sole e con una programmazione, non con l’improvvisazione. Abbiamo posto la questione degli argomenti da affrontare, poi si entrerà nel merito e lì ognuno farà valere la sua posizione, in democrazia. Ma è con la stessa democrazia che ognuno di voi deve garantire al sindaco di programmare i lavori del 2020″.

 


 

19.45. … trasformato immediatamente in un palcoscenico da comizio. De Luca avrebbe dovuto illustrare l’emendamento, invece si è lanciato in una filippica pro domo sua, vanamente interrotto dal presidente del consiglio Claudio Cardile. 

De Luca, in evidente iperventilazione (ma con tempi invidiabili per teatralità), ne approfitta per accusare alcuni non meglio specificati consiglieri comunali di organizzare manifestazioni, invitarlo e poi chiedergli di non mettere le foto, e in genere dipingendosi come vittima del consiglio. Cardile, da “padrone di casa”,  prova a riportarlo sui corretti binari (l’illustrazione dell’emendamento), ma si arrende all’irruenza di De Luca, che continua coi fatti suoi per altri cinque minuti.

 


 

19.42. Prende la parola il sindaco Cateno De Luca, per presentare l’emendamento alla suo stesso ordine del giorno “Cambio di passo”. Potrebbe essere il più importante momento della serata

 


 

19.40. “Dentro il partito Democratico non ci sono “no” a prescindere. Semmai fino ad oggi il problema sono stati i “sì” a prescindere”. Tagliatina di faccia di Gaetano Gennaro, capogruppo del Pd, a Libero Gioveni. Il tutto con molto savoir fare e fair play. Sembra di essere alla camera dei Lord.

 


 

19.31. Ci spiace Libero, ma  nonostante il discorso tinto di epicità ed accorato, la scena te l’ha rubata Giovanna Crifò, di Forza Italia, che stamattina aveva annunciato, col suo intergruppo (quello che fa capo al deputato regionale Luigi Genovese), di non partecipare alla seduta, e che invece proprio adesso ha preso posto nel suo banco. Una buona notizia per il sindaco Cateno De Luca.

 


 

19.26. Primo colpo di scena: “Libero Gioveni passa al gruppo Misto e abbandona il Pd. “Una decisione sofferta”, ha spiegato Gioveni.

 


 

 

 

19.25. Con la consueta ora di ritardo, inizia la terza seduta di consiglio comunale sull’ordine del giorno “Cambio di passo”, la piattaforma programmatica sul voto della quale il sindaco Cateno De Luca deciderà se continuare la sua avventura amministrativa alla guida del Comune di Messina, o se si dimetterà (a marzo) per andare ad elezioni a maggio.

La prima volta, una settimana fa, un “nulla di fatto”, con la sospensione della seduta per impegni istituzionali di De Luca (l’accensione del cero alla beata Eustochia). La seconda volta un altro rinvio, con sindaco e consiglieri a emendare il documento per rendrrlo più digeribile, alla ricerca di quei diciassette voti che per De Luca sono “condicio sine qua non” per continuare l’avventura da sindaco di Messina.

Uno spiegone della situazione, in breve: trentadue consiglieri comunali, maggioranza a diciassette, posizioni molto fluide. Il Movimento 5 stelle ha perso un paio di esponenti, il Pd è incerto sulle singole posizioni, tra intransigenza e apertura, LiberaMe è almeno per metà schierata col sindaco, la Lega ha dichiarato che non intende votare la piattaforma, Sicilia Futura mercoledi scorso è uscita dall’Aula prima del voto (ma oggi rientrerà), Forza Italia è frantumata: il deputato regionale Luigi Genovese da una settimana è diventato il più acerrimo contestatore di De Luca, e il suo gruppo oggi ha dichiarato che diserterà la seduta: il resto del centrodestra andrà “a sentimento”.

Si prevedono ampie strategie d’aula, fra cui “uscite” prima del voto per poter mantenere il numero legale, e “transumanze” varie. Sarà una lunga serata. Forse. 

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