22.45. Niente, non ci si riesce a votarla, ‘sta “Cambio di passo”. La seduta è aggiornata a lunedi 27 gennaio alle 18. Messina, almeno per altri cinque giorni, ha un sindaco, una giunta e un consiglio comunale.

La diretta di LetteraEmme termina qui.


 

22.30. No, non ci siamo scordati di voi. L’atmosfera surreale nei corridoi del Comune è veramente difficile da illustrare: c’è chi fissa il vuoto, chi cammina a testa bassa recitando mantra incomprensibili, chi osserva incredulo la porta del bar chiusa e intimamente maledice il giorno in cui è nato.

I calcoli in questo momento danno la delibera che dovrebbe passare con 16 voti a favore contro 15. ma il sindaco Cateno De Luca ne vuole diciassette. Tutto molto, molto bello, mentre dall’inizio della seduta sono passate sei ore e mezza.


 

21.50. La migrazione dei consiglieri comunali verso la stanza del sindaco per mettere a punto le modifiche alla “Cambio di passo”. C’è anche Sicilia Futura, i cui tre consiglieri oggi hanno diseerato i lavori d’aula.

Si va verso il voto, ma a questo punto l’ordine del giorno dovrebbe passare.

 


 

21.35. Seduta sospesa per conferenza dei capigruppo. Si decide il da farsi. De Luca, con la consueta verve da teenager in piena tempesta ormonale, mentre il resto dell’aula intorno a lui inizia quasi a putrefarsi, dichiara che ha bisogno di “soli 45 minuti per modificare il documento” per come l’aula si è pronunciata durante il pomeriggio.


 

21.30. “Vorrei concludere e salutare definitivamente il consiglio comunale. Voglio una risposta chiara, non sono io a dover fare altri passi”. Frase criptica di Cateno De Luca, che subito dopo esplicita. “Ho espresso una proposta sulla quale voglio un voto”. La mozione Vaccarino pare quindi non sia passata, e De Luca va allo scontro. Pare.


 

21.10. L’intervento di Cateno De Luca la stampa americana lo definirebbe “verbatim”, alla lettera. I concetti sono quelli noti, di novità non ce ne sono, sull’argomento è stato detto tutto. Una cosa però il sindaco la rifiuta: “Non accetto che si dica che pretendo adesioni fideistiche. Ecco perchè siamo qua a discutere, perchè voglio discutere delle delibere che dovremo votare”.

 


 

20.50. Intervento vagamente oscuro di Calabrò, pacato, aperto e disponibile al confronto per diciannove minuti e trentasei secondi, per poi sbottare, gridando, in un “noi non siamo nè schiavi nè prigionieri” negli ultimi 24 secondi, mentre spiegava che la Madonna della catena (non guardate da questa parte, grazie) è la protettrice delle due sfortunate categorie di cui sopra.

Poi sfida De Luca sul suo stesso terreno, citando Daniele: “i saggi risplenderanno come le stelle del firmamento” o qualcosa di simile. (I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento, e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno, ndr)

De Luca a chiudere, che notoriamente non ha il dono della sintesi tra le sue caratteristiche peculiari.

 


 

20.43. Ah, ecco. “Molte delle delibere della cambio di passo non hanno senso”.

 


 

20.40. Chi si attendeva un assalto frontale da parte di Felice Calabrò del Pd (tutti, i bookmakers lo davano alla parti), si starà grattando la testa, pensieroso e interrogativo.

I primi sette, otto minuti sono un Peana al sindaco cateno De Luca, un paio di siluri al suo predecessore Renato Accorinti (contro cui ha perso al ballottaggio nel 2013, come ha ricordato con autoironia), e qualche fumoso riferimento regionale. Si attende con ansia che ingrani la quarta.

 


 

20.30. Ultimo intervento, tocca a Felice Calabrò (Pd), che parte sgommando con la citazione di un non meglio identificato “Stevenson”.

 


 

20.25. Biagio Bonfiglio (LiberaMe) si rivolge alla stampa, calcando il concetto che “nessuno dei consiglieri è succube di Cateno De Luca, come i giornali spesso scrivono”.

 


 

20.22. Termina Caruso, tocca a Biagio Bonfiglio (LiberaMe), che inizia con una grande verità: “Arrivati a questo punto, dopo gli interventi dei colleghi, gli argomenti di cui parlare sono sempre meno”.

Giovanni Caruso è tornato sul ruolo del consigliere comunale: lui è il recordmen di presenze in aula, quindi due o tre cose da dire sull’argomento le ha.

 


 

20.20. Mentre interviene Giovanni Caruso (Bramanti sindaco), e l’aula tradisce un certo aleggiante senso di morte imminente, noialtri rendiamo onore al lavoro della linea verde di LetteraEmme.


 

20.07. Giovanni Scavello (Lega), infierisce sulle nostre sinapsi ormai inservibili, lanciando sul tavolo un “ultroneo”, riferito al documento di cui si parla (“che è del tutto inutile, le sfide che lei ha lanciato le ha raccolte tutte”, ha spiegato ai colleghi increduli per tanta cattiveria gratuita nei loro confronti) che è più o meno il colpo di grazia definitivo.


 

20.00. Dopo una serie di batti e ribatti, Cardile toglie la parola a Fusco, il cui intervento si era un po’ arenato sugli scogli delle sue questioni personali.

Sarà la stanchezza, ma la discussione sta sfiorando vette di psichedelia non raggiungibili nemmeno leccando il dorso del rospo bufo. 


 

19.55. Terzo siparietto di giornata tra il presidente Claudio Cardile e Pippo Fusco del movimento 5 stelle. Entrambi sfoggiano un aplomb e una retorica che porta direttamente a quando il parlamento era ancora a Torino, intorno al 1861. Galantuomini d’altri tempi, diciamo.

 


 

19.50. Un pugno di ferro in un guanto di velluto: questo è l’intervento di Antonella Russo (e De Luca, riconoscendole un valore non comune in aula, presta molta attenzione e annuisce a tratti). Poi la consigliera del Pd passa a maramaldeggiare. “Lei parla sempre dei no preconcetti: perché non si parla dei sì preconcetti, di chi non trova mai nulla da dire, da contestare, emendare? Quella è fede, non politica“.

E a questo proposito, noialtri di letteraEmme ci sentiamo citati, per la seconda volta nel pomeriggio quando parla di “teocrazia” e della fissazione del sindaco per la religione.

 


 

19.40. Quello di Antonella Russo è uno degli interventi più attesi. Molto a suo agio coi numeri, si limita a sottolineare l’ovvio: “Lei parla di risanamento finanziario. Ma oltre al suo soliloquio, questo è mai stato certificato dal ministero dell’Interno o dalla Corte dei Conti?”

E’ l’unica ad aver sollevato l’interrogativo (legittimo e fondato).

Nel frattempo, Gaetano Gennaro chiarisce il suo giudizio su Carlotta Previti, scusandosi e spiegando che la ritiene una delle migliori componenti della giunta.

 


 

19.30. Dopo i fuochi d’artificio, subentra la stanca. Nello Pergolizzi ha pronunciato un pieno endorsement al sindaco Cateno De Luca, il più sostenuto fino adesso. Nello Pergolizzi è stato uno dei più attivi consiglieri comunali due consiliature fa, una vera e propria spina nel fianco dell’allora sindaco Giuseppe Buzzanca nonostante fosse stato eletto in Alleanza nazionale, come Buzzanca. Oggi è una dei più accaniti sostenitori del sindaco Cateno De Luca, malgrado sia stato eletto in LiberaMe, nel centrosinistra, quindi teoricamente all’opposizione.

 


 

19:09 Riprende la discussione riprende la parole De Luca nel suo intervento fiume, che replica nuovamente a Gennaro. Tocca ad Alessandro De Leo e quindi a Nello Pergolizzi: «In quest’Aula ci sono dei guastatori che non lavorano nell’interesse della città». Poi l’iperbole: «Io credo che lei sia il miglior sindaco degli ultimi 20-30 anni».

 

 

18.48. Gli animi nel loggione, che sembra una curva sud promiscua durante un derby, si surriscaldano: il presidente Claudio Cardile sospende la seduta.

(nella foto, il loggione)

 


 

18.43. Che l’intervento di Gaetano Gennaro abbia toccato un nervo scoperto, dopo l’ecumenismo dei colleghi, è testimoniato dal fatto che De luca la prende malissimo e ridiventa Scateno. Il video


 

18.40. … e infatti è De Luca show. Arriva il video

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18.35. Gaetano Gennaro c’è andato giù leggero più o meno come un panzer contro una scolaresca.  “Lei è sicuro di poter rispettare il suo cronoprogramma? Per farlo sono i suoi i suoi assessori che dovrebbero cambiare passo. Per sopperire ne sono stati nominati di nuovi e non hanno avuto nemmeno la decenza di presentarsi al Comune, e ne abbiamo uno, Enzo Trimarchi, che teniamo a loro paga inutilmente, mentre contemporaneamente facciamo fare il tirocinio al suo sostituto”.

Poi le tumpulate finali: “Se lei non dovesse avere i numeri la invito a dimettersi ora. Stasera. La città è stanca di quella tiritera. Se vuole fare il sindaco lo faccia se ne è capace, altrimenti se ne vada”. Poi ancora a attacchi alla Giunta, “che non fa nulla”. Ultima coltellata: “L’elenco delle cose di cui non si parla è molto più lungo delle 100 delibere che ci ha portato lei”.

De Luca ride amaro e affila le armi per la risposta.

 


 

18.24. Gennaro prosegue scatenatissimo e punta il dito contro l’assenza totale di assessori “in un momento topico come questo”: «In due giorni non è venuto nessuno. È passata per un attimo l’assessore Carlotta Previti, si è fatta firmare un documento come fanno le segretarie dal capo ed è andata via (disappunto nel loggione, Cateno De luca manifesta perplessità). È a loro innanzitutto che il sindaco dovrei chiedere un cambio di passo».

Finora l’affondo più ficcante.

 


 

18.18. Tocca a Gaetano Gennaro del Pd, uno dei più acerrimi avversatori di Cateno De luca (che sfoggia un look alla Abramo Lincoln niente male). E infatti inizia con una tagliatina di faccia: “Mi auguro che non scada anche nel ridicolo. Qua siamo difronte il sindaco non il Presidente del Consiglio dei Ministri”.

 


 

18.15. In tutto questo sembrano saltati gli impegni pomeridiani del sindaco, che alle 17:45 doveva premiare dei ragazzi e inaugurare un locale, i cui titolari staranno ancora aspettando con lo spumante in mano e le forbici pronte a tagliare il nastro.


 

18.06. Tocca a Massimo Rizzo, collega di partito di Russo. Che immediatamente sottolinea una circostanza molto importante, che raramente viene citata: l’approvazione di un’ottantina di delibere di iniziativa consiliare. Un tasso molto elevato, sconosciuto al precedente consiglio.

Poi “prende a prestito” un’espressione di Fabio Mazzeo, giornalista messinese ex portavoce del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin: “Demopazzia”.

 


 

18.02. Alessandro Russo si prende tutto il tempo disponibile, e fa un intervento molto politico, il primo “puro” da quando è iniziata la seduta. In ordine sparso: “Sindaco, lei deve fare chiarezza: lei questa città la vuole governare o vuole tornare alle urne?Nessuno è innamorato di queste poltrone. È facile gettarla in caciara con la demagogia per poi tornare al voto. Nessuno ha fatto opposizione preconcetta, nemmeno i 5 Stelle e il Pd”.

 


 

18.00. Si inizia a delineare quello che succederà. Alessandro Russo (LiberaMe) invita il sindaco a fare sua la proposta di Benedetto Vaccarino (modificare l’oggetto ed il contenuto della delibera, da atto di indirizzo a “Comunicazione sulla piattaforma programmatica denominata –Cambio di Passo”).

Anche Russo non rinuncia a sfoggiare i suoi studi classici e cita la ὕβϱις. Oggi tutti scatenatissimi.

 


 

17.51. La seduta non si preannuncia breve, e noialtri di letteraEmme ci sostentiamo come possiamo, non appartenendoci la morigeratezza e la sobrietà.
Qualora vogliate contribuire, sapete dove trovarci.


 

17.47. Arriva l’intervento (atteso per capire certi orientamenti d’area) di Alessandro Russo, che però è subito vittima di “censura”: il microfono non funziona bene ed esordisce con un tono di voce alla Sandro Ciotti durante una crisi d’asma. Allarme rientrato dopo pochi secondi.


 

 

17.45. Momento di gloria per LetteraEmme. Giandomenico La fauci cita un nostro articolo, sulla maggioranza di fatto che De Luca ha sempre avuto in aula. Questo articolo.

 


 

17.40. Si entra nella fase di stanca. Rapido intervento di Nicoletta D’Angelo, che una settimana fa ha abbandonato Ora Messina, e che dichiara il suo voto favorevole e se la prende con Fusco, oggi bersaglio di chiunque.

Giandomenico La Fauci fa il brillante, ricordando la sessione di consiglio di avantieri: “Siamo passati dai senza se e senza ma a scusate, ho un appuntamento. De Luca, che aveva due appuntamenti, è però ancora in aula.

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17:31 Si riprende ancora con Zante e si riprende ancora con le citazioni. Stavolta tocca a  Umberto Eco. Poi dopo lunghi elogi al sindaco chiede a De Luca di abbassare i toni. «Un neo me lo consenta di trovarlo: i mercatali non devono essere messi in ginocchio. Si aspetti da parte mia le barricate»

Un minuto dopo tocca a Ciccio Cipolla, che come la collega Giannetto lascia il M5s e passa al Gruppo Misto: «Trovo irragionevole tornare a votare senza una vera alternativa, con partiti e movimenti spaccati dall’interno, così come è rischioso tornare a nuove elezioni e avere un sindaco (De Luca) con un consiglio comunale a lui del tutto allineato» Il voto comunque è favorevole: «Stimolante la sfida e la voglio accettare».

Tocca a Sorbello: «Anche Genovese rinunciò al suo ruolo di deputato quando divenne sindaco. Era una dovuta precisazione». Poi la battuta: «Anch’io voglio fare una citazione. Come dicono i francesi: che lei si dimette io non ci cridu mancu su vidu».  


 

17.17. Due minuti dopo il colpo di scena: Dario Zante (Forza Italia) non aveva nemmeno iniziato a parlare, e approfittando dell’assenza di Piero la Tona tutti si stanno sbizzarrendo in citazioni (Zante era partito con Carlo Levi).

Mentre concedeva a De Luca il coraggio di avere abbandonato un seggio sicuro all’Ars per le “due lire” di stipendio da sindaco, dal loggione qualcuno rileva che lo ha fatto dopo avere vinto. E si scatena il finimondo. “De Luca dà del cretino e dell’imbecille a una persona presente sugli spalti. Interviene Serra, che si rivolge a Ialacqua presente sugli spalti. Partono le urla “buffone” dagli spalti. QUI SOTTO IL VIDEO

Il presidente Claudio Cardile interrompe la seduta

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17.15. Non dice nulla di particolarmente nuovo De Luca, tranne smentire che voglia andare ad elezioni, cosa che era sembrata chiara, netta e palese fino a sabato sera. “Chi presuppone che io sia qui per fare la prova muscolare non conosce bene la mia storia, in riferimento a una prossima campagna elettorale: ognuna ha la sua storia. non è consigliabile andare alle elezioni in questo momento.

 


 

17.07. De Luca in grande spolvero. Rivolgendosi ad Andrea Argento (M5s) gli annuncia di sapere che lo stesso Argento sarà candidato alla regione (e Argento fa la faccia scettica), e poi gli dice “Magari un giorni ci incontriamo alla Regione, io da Presidente e lei da opposizione“.

Applausoni dal loggione, diviso tra sostenitori vari del sindaco e qualche contestatore (l’ex assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua tra Cambiamo Messina dal basso).

Nota: la campanella con De Luca è molto più clemente che con gli altri consiglieri.

 


 

17.02. Frase motivazionale del sindaco che dobbiamo riportare per forza (e che stranamente nessuno dei consiglieri pare avere colto): “Non so se può essere accusato chi inciampa perché corre o chi sta a guardare in attesa che gli altri inciampino“.


 

17.00. Il sindaco inizia bello spumeggiante, prendendosi la questione con Pippo Fusco ed i 5 stelle, per poi riconoscergli l’onore delle armi di aver sempre assicurato il numero legale in aula per le votazioni. Poi un repetita iuvant: “Se avete votato il SalvaMessina, perchè non votare gli atti conseguenti?”, più o meno.

Poteva non arrivare poi un attacco? No che non poteva. De Luca cita parole durissime che sostiene siano state a lui rivolte in maniera indiretta “da un elemento della Uil” non meglio specificato.

Una nota “procedimentale”. De Luca ha preso la parola per rispondere ai consiglieri: in realtà, non sta rispondendo, ma si sta levando un paio di sassolini dalla scarpa. “Voi dite che io vengo dal paesello, ma pensate che potevo fare il guappo a Fiumedinisi e Santa Teresa? Pensate che lì siano cretini?”

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16.52. Il presidente Claudio Cardile dà la parola al sindaco Cateno De Luca (che tra qualche minuto dovrà andare via per una premiazione di studenti e l’inaugurazione di un negozio”. Mezza rivoluzione tra i consiglieri, Cardile si impone, De Luca sovrasta tutti “Ma devo rispondere ai consiglieri che sono intervenuti…”.


 

16.50. Tocca a Serena Giannetto, transfuga del Movimento 5 stelle, che inizia superando a destra Piero La Tona di Sicilia Futura, citando Pericle (all’inizio e alla fine). Il suo intervento è ecumenico (e letto con non troppa verve, diciamo), e oscilla tra citazioni “alte” e frasi da Smemoranda (“Se la normalità è ipocrisia io preferisco la mia pazzia”, sorvoliamo), con un buon equilibrio. “Io voglio darle tempo. Oggi non vado a caccia delle sue dimissioni. Messina ha bisogno di correre veloce e raggiungere obiettivi importanti”, dice a De Luca..

Alla fine annuncia l’uscita dai Cinque stelle. Urla di felicità dal loggione, applausi sarcastici dai suoi ex colleghi.

 


 

16.40. Salvatore Serra del gruppo misto, uno di quei consiglieri che più attivamente dovrebbero sostenere l’amministrazione, è vestito come Fonzie col giubbotto di pelle (il regolamento d’aula imporrebbe almeno la giacca, ma diciamo che c’è da sempre una certa elasticità in materia).

La prende larga attaccando Luigi Di Maio e citando Matteo Salvini e SIlvio Berlusconi, iniziando non esattamente in tema.Poi raddrizza il tiro, spiegando che andare al voto adesso sarebbe un dramma e che intende partecipare alle delibere di giunta, (come De Luca aveva proposto già un anno fa) senza diritto di voto.

Almeno è stato breve.

 


 

16.35. Tocca ad Andrea Argento (Movimento 5 stelle), che sembra molto agguerrito, sebbene esordisca con un’apertura: «Non ho mai avuto la sensazione che le sue stanze siano mai state chiuse». Poi arrivano gli attacchi. « Lei ha un rapporto con i consiglieri totalmente distorto. In pubblico gli elogi e gli scappellotti in privato“.

Poi una risposta indiretta a Gioveni. “La passata amministrazione non aveva una maggioranza ma non mi pare che ogni due giorni minacciava le dimissioni”. Applausi dal loggione.

In un crescendo rossiniano (ha iniziato con un tono, ha concluso tre ottave sopra) Argento spara ad alzo zero. a: “Qui non siamo a Fiumedisi o a Santa Teresa, un conto è allenare in eccellenza e un altro è allenare la Juventus. E questa volta scattano i buu dalla parte avversa degli spalti. Per me è vero che se ne deve andare. Lei non può stare qui. Questa città non ha bisogno di continui colpi di teatro. Questa richiesta di fiducia non ce n’era alcun bisogno. Lei ha potuto amministrare sempre come ha voluto.Noi voteremo contro, non ci piacciono le cose fideistiche”. Altri applausi.

 


 

16.20. Altra campanella, Gioveni non si ferma più. In pratica è favorevole a tutto quanto fatto dall’attuale amministrazione, e contrario a tutto quello fatto dalla precedente.

A un certo punto, mentre inizia a elencare le trasferte dell’ex sindaco Renato Accorinti, il loggione inizia a rumoreggiare (e Cardile non sa più come fermarlo). Non contento, si piglia anche altri due minuti per concludere con un hashtag (che per sei volte chiama “astag”). #finoallafine, per chi è interessato.

Nello specifico, di cosa ha parlato per venti minuti? Prende atto dei risultati economici raggiunti, della salvaguardia dei posti di lavoro, dice ok alla cabina di regia, con tre capogruppo delle tre aree (cdx, cdx e 5 stelle).e “d’accordissimo!Q sul cambiare significato del voto di astensione.

Posizioni che nel Pd non troveranno troppo entusiasmo.

 


 

16.10. Siparietto di Libero Gioveni, che parla a nastro e non si accorge del tempo che passa. Suona la campana: “Presidente, veramente ho parlato dieci minuti?” Il presidente del consiglio Claudio Cardile conferma, ma concede la proroga. “A chiudere”, intima. Gioveni riprende come se nulla fosse.

 


 

16.00. Inizio non troppo scoppiettante: Pippo Fusco (Movimento 5 stelle) interviene per chiedere scusa per i toni utilizzati nella scorsda seduta, e richiama ad una maggiore sobrietà, per cinque minuti.

Rispetto a due giorni fa c’è una novità: per la prima volta dopo lo “strappo” delle scorse settimane i consiglieri del M5s Serena Giannetto e Ciccio Cipolla sanciscono la loro distanza dal gruppo sedendosi dall’altra parte dell’Aula.

 

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15.55. Una exit strategy per il sindaco, che ad oggi non ha i numeri per far passare il documento (ma anche per i consiglieri, che potrebbero continuare ad essere tali pur salvando la faccia) ci sarebbe.

Nella scorsa seduta, Benedetto Vaccarino, parlando a nome del gruppo di consiglieri di Forza Italia, Ora Messina e Ora Sicilia che fa capo a Luigi Genovese, ha lanciato la proposta di modificare l’oggetto ed il contenuto della delibera, da atto di indirizzo a “Comunicazione sulla piattaforma programmatica denominata –Cambio di Passo”

“Ciò consentirebbe al Consiglio di non esprimere il proprio voto, bensì di conoscere l’attività amministrativa gestionale del 2020 del Sindaco De Luca che troverà riscontro nelle delibere che di volta in volta saranno portate per l’approvazione”,  ha detto Vaccarino due giorni fa, salvando in pratica capre e cavoli.

 


 

15.50. Inizia la seduta di consiglio comunale sull’ordine del giorno “Cambio di passo”, la piattaforma programmatica sul voto della quale il sindaco Cateno De Luca deciderà se continuare la sua avventura amministrativa alla guida del Comune di Messina, o se si dimetterà (a marzo) per andare ad elezioni a maggio.

Due giorni fa un “nulla di fatto”, con la sospensione della seduta per impegni istituzionali di De Luca (l’accensione del cero alla beata Eustochia). Oggi si riprende da dove c’eravamo interrotti. In attesa di capire se gli incontri, le telefonate e i confronti di questi due giorni abbiamo portato i loro frutti, il sindaco stamattina ha annunciato che si dovrà assentare per mezz’oretta, il tempo di premiare degli studenti e di inaugurare un negozio. Il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile ha dichiarato che di sospendere la seduta non se ne parla. Chi attendeva una distensione tra le parti dopo le scintille degli ultimi cinque giorni è stato accontentato.

Uno spiegone della situazione, in breve: trentadue consiglieri comunali, maggioranza a diciassette, posizioni molto fluide. Il Movimento 5 stelle ha praticamente perso almeno un paio di esponenti, il Pd è incerto sulle singole posizioni, tra intransigenza e apertura, LiberaMe è almeno per metà schierata col sindaco, la Lega ha dichiarato che non intende votare la piattaforma, Sicilia Futura è uscita dall’Aula prima del voto (e non sembra intenzionata a rimanerci nemmeno oggi), Forza Italia è frantumata: il deputato regionale Luigi Genovese da una settimana è diventato il più acerrimo contestatore di De Luca, e il suo gruppo sembrerebbe (condizionale d’obbligo) piuttosto compatto: il resto del centrodestra andrà “a sentimento”.

Si prevedono ampie strategie d’aula, fra cui “uscite” prima del voto per poter mantenere il numero legale, e “transumanze” varie. Sarà una lunga serata. Forse. 

 

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Stefano La Rosa
Stefano La Rosa
22 Gennaio 2020 15:54

Mandiamolo a casa!

Nicolò
Nicolò
22 Gennaio 2020 17:06

Sempre la solita farsa apocalittiche…disgustoso!

Nicolò
Nicolò
22 Gennaio 2020 17:11

Sempre la solita farsa salvapoltrone …disgustoso

Turiddu
Turiddu
22 Gennaio 2020 20:11

Un sindaco come questo nn si vedeva dai tempi dei podestà ha schiavizzato i consiglieri .

Rick dalton
Rick dalton
22 Gennaio 2020 21:49

Questa gente non sta bene.
S. Freud

Tornate a casa, lo sappiamo come finisce