MESSINA. Ci sono stati attimi di tensione, ieri in consiglio comunale durante la discussione sulla delibera “Cambio di passo”, culminati con un’interruzione e l’ordine, da parte del presidente del consiglio Claudio Cardile di far allontanare un gruppo di spettatori dal loggione, in cui si “fronteggiavano” due fazioni avverse: da un lato i sostenitori del sindaco Cateno De Luca, pronti a sottolineare diversi passaggi delle dichiarazioni di voto dei consiglieri che hanno sostenuto l’ordine del giorno di De Luca (oltre che dei tre interventi del sindaco), dall’altra i contestatori, in maggioranza appartenenti a Cambiamo Messina dal basso.

Una di loro, la consigliera comunale Ivana Risitano, è stata allontanata dal loggione dopo un momento piuttosto concitato  con il sindaco (che nel frattempo, parlando con il consigliere Gaetano Gennaro del Pd che si era opposto alla “cacciata”, ha detto che “la signora ha disturbato in continuazione, e può continuare ad abbaiare quanto vuole, tanto noi andiamo avanti” qui il video). Lo stesso De Luca, nelle precedenti battute non era stato esente da fischi e qualche insulto.

In un post, Ivana Risitano racconta così la sua “cacciata”.

“Presidente! C’è un presidente???” Questo ho detto ieri ad alta voce dagli spalti, durante il terzo intervento urlante di De Luca. Ho chiamato il Presidente. E chi mi conosce sa quanto io sia allergica agli atteggiamenti di reverenza verso “l’autorità”, e quanto sia distante dall’idolatria delle regole. Ma ieri era una denuncia politica: dopo anni in cui la minima alterazione della voce di uno di noi – consiglieri di CMdB, giunta o Accorinti – era istantaneamente seguita da aggressioni dei consiglieri di parte avversa o spegnimento del microfono da parte della presidente, ancora una volta a De Luca veniva permesso tutto. De Luca parla senza limiti di tempo, De Luca sbraita, De Luca insulta, De Luca non ha rispetto di quello spazio, delle persone, delle regole della democrazia. Da cittadina, da attivista, volevo fare appello al garante del dibattito perché lo riportasse nell’alveo del rispetto, e non alimentasse iniquità e disparità di trattamento. E quel presidente, che a De Luca aveva ancora una volta concesso tutto, ha punito la mia frase facendomi allontanare dall’aula. I compagni di Cambiamo Messina dal Basso, presenti anche stavolta alla seduta di consiglio, sono scesi insieme a me, per protesta”.

“Così, di fronte all’ennesima ingiustizia in cui ad una persona, per il solo fatto di avere potere, è permesso tutto, e a chi è “comune attivista” neanche una frase di legittima indignazione, non ho potuto non sentire dentro quel senso di ribellione, unico antidoto alla rassegnazione. De Luca ha inveito anche contro di me con parole di disprezzo: ma io sono fiera di non essere dalla sua parte, di essere “l’altra parte di città”. Sì: così ci ha definiti per tutto il consiglio. Ed è vero. Perché per fortuna un’altra parte di città c’è, ed è quella capace di cogliere dietro la sua compulsivitá amministrativista un pericoloso ed inquietante disegno politico”.

Solodarietà a Ivana Risitano è arrivata da Antonella Russo del Pd. Che ha fatto notare come da ex consigliera, Ivana Risitano avrebbe diritto a presenziare in aula, al contrario di un grosso numero di persone che invece dovrebbero accomodarsi negli spalti.

 

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