MESSINA. Ci vanno giù pesante gli attivisti di MessinAccomuna, che all’approvazione da parte del Consiglio comunale della piattaforma proposta dal primo cittadino rispondono dicendo che il sindaco ha in realtà delle “alleanze precostituite“, smitizzano la figura di Cateno De Luca quale sindaco di rottura, contro i poteri forti e avverso alla vecchia politica.

“L’inutile e sbrodolata kermesse del ‘cambio di passo’, con psicodrammi, fughe dietro la Santa, minacce, appelli, trattative, obiettivi non raggiunti e conseguenzialità non rispettate, rivela accordi e alleanze che risalgono a prima del 10 o del 24 giugno 2018. E restituisce l’opposto della superficiale immagine di cavaliere solitario che viene cucita sopra De Luca“, scrivono infatti in un comunicato.

“Il sindaco ha vinto le elezioni non per caso o per sua forza elettorale, ma per alleanze precostituite. Dietro di lui ci sono (e c’erano): D’Alia, Picciolo, Navarra, Calderone e Buzzanca”, elencano in una nota .

Il contrario, secondo il laboratorio di partecipazione politica, del suo predecessore, che di MessinAccomuna fa parte. “Accorinti aveva vinto col voto di opinione e per fiducia nella sua storia personale. Chi voleva sconfiggere Genovese si era aggregato, senza poter negoziare nulla. Franza, che voleva finanziare parte della campagna elettorale, si è sentito rispondere: ‘No, grazie; noi andiamo a mani nude contro le portaerei nucleari’. E gli emissari del clan Santapaola, intercettati, dicevano dell’amministrazione Accorinti: ‘In tre minuti ho capito (e io coi politici ho esperienza) che non è gente influenzabile dalla vecchia casta‘ “.

“Di qui la necessità – proseguono – di estinguere questa esperienza. Per chi non l’avesse capito, anche la candidatura di Antonio Saitta serviva a togliere ad Accorinti il voto della ‘borghesia delle ztl'”.

 

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