MESSINA. Ventisei milioni di euro (tredici ciascuno per le due città) per una mobilità efficiente e sostenibile, con un sistema di collegamento frequente e veloce per pedoni via bus, via mare e via ferrovia: è l’avvio della vera conurbazione dell’area dello Stretto, dopo i protocolli d’impresa, i tavoli tecnici, le cabine di regia. Messina e Reggio Calabria firmano due patti, uno per i trasporti e l’altro per la protezione civile, il cui significato  è talmente palese che non servirebbe spiegarlo, ed è il fatto che non siano stati firmati prima ad essere incredibile. Otto km di mare che sembrano invalicabili, e due città che per prime in Italia hanno subito la devastazione di un sisma.

Il patto, presentato dai sindaci Renato Accorinti e Giuseppe Falcomatà, è stato siglato dagli assessori alla Mobilità Urbana e Trasporti delle due città, Gaetano Cacciola e Giuseppe Marino: l’Hub multimodale messinese sarà finanziato coi fondi del Pon Metro

Poco prima Falcomatà, in qualità di delegato Anci, aveva espresso le perplessità dell’associazione rispetto ad alcuni “dogmi” sullo sviluppo territoriale: “Non sono le politiche di coesione, ma quelle ordinarie, che devono colmare il gap tra sud e nord. Dovrebbe valere il principio del riequilibrio territoriale: i programmi di spesa nel settore pubblico allargato destinino nelle otto regioni del mezzogiorno un quantitativo di risorse proporzionale al bisogno della popolazione”. Come? “Aumentiamo gli incentivi fiscali per le aziende, i comuni non sono consumifici. Il pubblico non ha il dovere di creare direttamente occupazione, ma di mettere in condizione di creare occupazione”, ha spiegato Enzo Bianco, sindaco di Catania.

A chiudere la mattinata è stato l’intervento di Marianna Madia: “Sapevo di venire a casa di Renato, quindi non mi sono messa la giacca”. Esordisce con la battuta strappa applausi, il ministro della Pubblica amministrazione, la cui presenza ha garantito l’attenzione del Governo nei confronti dell’iniziativa dell’Anci e del comune di Messina, coglie l’occasione per fare il punto sulla riforma della pubblica amministrazione. “Ci mettiamo intorno a un tavolo per capire quali problemi state incontrando nell’implementazione, e raccoglieremo i vostri feedback”, ha proposto il ministro.

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