MESSINA. Con ritardo (ma nemmeno troppo, considerando lo status di provincia del sud Italia), ma anche a Messina, negli anni ’60, è arrivata la rivoluzione “beat”, nata in Inghilterra con Beatles, Rolling Stones, Who, Kinks e Small Faces, proseguita in Usa con centinaia di gruppi “garage” (dai Music Machine ai Seeds, dai Count five ai Chocolate Watchband) e rimbalzata in Italia con Equipe 84, Dik Dik e Nomadi.

Una generazione di musicisti in erba esce dalle cantine e inizia ad esibirsi (magari dopo essersi fatta le ossa in chiesa, a suonare accordi blues sugli inni religiosi nelle primissime “messe beat”) in matrimoni, raduni, serate danzanti e concerti nei locali che iniziavano a fiorire in città ed in provincia, prima scimmiottando i grandi del genere, poi riproponendone i brani più famosi (spesso goffamente e ingenuamente tradotti), e poi iniziando a scrivere canzoni proprie. Una stagione in cui non era raro (anzi, era la norma) che più gruppi condividessero, ad incrociare, gli stessi membri, e che le formazioni cambiassero di mese in mese, a seconda degli impegni di studio e professionali dei membri.

Qualcuno di quei gruppi conoscerà un moderato successo a livello nazionale, molti, quasi tutti, si scioglieranno dopo aver incrociato gli strumenti per qualche anno e fatto ballare una intera generazione di messinesi, tra amplificatori Davoli e Lombardi, organi Farfisa, batterie Hollywood, chitarre Meazzi e bassi Eko, tutti nomi ormai scomparsi o trasformati radicalmente, manufatti di un’epoca eroica che ormai vive solo nei ricordi di chi c’era.

Una stagione riportata in auge tempo fa, con un post, da Nino Principato, che grazie ai contributi fotografici e biografici tratti dal libro di Filippo Briguglio e Rosanna Gangemi, “In fondo al viale. Sui passi di un cantautore siciliano: Salvatore Trimarchi“, ha messo in fila una intera generazione di musicisti messinesi. Questi.

(ps. i componenti delle band sono ovviamente mutati nel corso degli anni. Segnalateci eventuali errori)

I GRIFI. Nino Cavatore, Organo. Sergio Pappalardo, basso e voce. Sarò Crifò, chitarra e voce. Santino Laganà, batteria (in formazione, in altri momenti, anche Pietro Todaro)

 

 

BLACK STONESEmilio Velletri, voce. Giuseppe Martinez, chitarra. Giuseppe Romeo, basso. Enzo La Porta, tastiere. Carmelo Imbesi, batteria (Pippo Mantineo subentrerà dopo a Giuseppe Martinez, così come Carlo Simone, a sua volta subentrato a Mantineo. Nino Barrilà subentrerà a Giuseppe Romeo, Rino Nuccio ad Enzo La Porta cui poi subentrerà Luigi Gabriele e Pippo Adorno, subentrato a Carmelo Imbesi)

 

 

 

GLI AVVOLTOI. Armando D’Antonino, voce e tastiere, Tano Intersimone, voce e chitarra. Santino “Chicco” Pensavalle, voce e chitarra. Lillo “Leonardo” Boncordo, voce e basso elettrico. Franco Miloro, voce e batteria

 

 

GLI ANTISOCIALI. Salvatore Trimarchi, chitarra e voce. Orazio Raffone, chitarra. Severino Oliva, basso elettrico. Tanino Giacoppo, tastiere. Enrico Mazza, batteria (in seguito riformato con Severino Oliva basso , Tanino Giacoppo tastiere, Giuseppe Di Prima percussioni, Mario Bonsignore voce solista)

 

 

 

LE ANIME NERE. Lillo Stella, chitarra. Franco Di Bella, organo. Carmelo Mento, basso. Giuseppe Capurro, voce. Alfio Cosenza, batteria

 

 

I NUOVI DELFINI. Giulio Gabrini, Sergio Pappalardo, Salvatore Terranova, Lino Soraci e Piero Totaro (formazione “alternativa con Lino Soraci, basso elettrico e voce, Elio Naccari, chitarra, Pippo Landro, tastiere, Nino Spanò, sax, Salvatore Terranova, batteria)

 

 

I SUPERMEN. Tobia Rinaldo, chitarra e voce. Erminio Genovese, tastiere. Gino Cardia, basso. Nicola Pino, batteria. Pino – Berto Majolino, chitarra ritmica. Giacomo De Troja, tastiere. Pippo – Maximilian Aliquò, voce solista. Pino Rizzo, voce solista

 

 

 

SUNDOWNERS. Francesco Anastasi, voce e batteria. Santino Anastasi, chitarra. Gino Anastasi, chitarra e basso. Michele Italiano, tastiere. Nino Favatella, tastiere. Nicola Catanese, sax

 

 

SOUNDS. Anacleto Busà, chitarra solista e voce. Tanino Munafò, chitarra ritmica. Beppe Magazzù, basso. Marco Dentici, batteria. (dal 1967 Salvatore Trimarchi, chitarra e voce)

 

 

I SOTTOSCRITTI. Pippo Adorno, prima chitarra e voce. Lillo Pistone, seconda chitarra e voce solista. Franco Aversa, tastiere. Ercolino, batteria

 

 

 

I SOLITARI. Gianni Fucile, chitarra e voce. Peppe Oreto, chitarra. Pippo Russo, basso. Enzo Sgroi, tastiere. Tommaso Pagano, batteria.

 

 

I SENATORI. Sergio Pappalardo, basso elettrico e voce. Pino Picciolo, chitarra e voce. Pino Allegro, chitarra. Franco Petinato, tastiere. Pino Barbaro, batteria

 

 

 

THE ROYALS. Pucci Davoli, voce. Mario D’Antoni, chitarra. Francesco Mento, organo. Ernesto Piccini, batteria. Renzo Sippelli, basso

 

 

LA REINCARNAZIONE. Giuseppe Capurro, voce. Orazio Romeo, chitarra. Franco Di Bella, tastiere. Lillo Stella, basso

 

 

I RAGNI. Michele Misano, voce solista. Luciano Signorino, voce e chitarra solista. Franco Signorino, chitarra basso. Antonio Sorrenti, sassofono e carino. Rosario Sorrenti, tromba. Giacomo Calzavara, batteria

 

 

 

GLI OPERA. Filiberto Ricciardi, voce e tastiere. Pippo Mantineo, chitarra. Pino Allegro, basso elettrico. Vincenzo Maccagnani, batteria


 

 

I MERCURIANI. Giuseppina Rizzo, voce. Elio Trimarchi, chitarra. Antonio Andaloro, chitarra. Antonio Padalino, basso. Nino Favatella, tastiere. Salvatore “Turiloro” Andaloro, batteria. Nicola Catanese, sax

 

 

 

I MARTIN 38. Nino Gravina, voce e chitarra. Pippo Puleo, voce e batteria. Gregorio Rizzo, basso. Masino Rasà, tastiere. Dal 1967, Filippo Prestileo, voce e tastiere. Peppe Magazzù, voce e basso (Nel 1968, Giorgio Papa, basso)

 

 

 

THE LORDS. Salvatore Cavallaro, voce e chitarra. Ninni Arcuraci, tastiera. Arturo Orecchio, basso elettrico. Fortunato Munaò, chitarra. Totò Traina, sax e flauto. Gianni Calabró, batteria

 

 

 

I GREEN RATS (SORCI VERDI): Pippo Lanzafame, cantante. Bruno Laganà, tastiere e fiati. Nino Giaimis, chitarra. Nicola Arena, chitarra basso. Tanino La Versa, batteria

 

 

THE RATS. Tanino La Versa, batteria. Giovanni Caggegi Voce. Carmelo Creazzo, basso. Sandro Abate, chitarra ritmica. Nello Cucinotta chitarra solista e voce. 

 

 

 

I GENS. Filiberto Ricciardi “William”, voce. Gilberto “Bimbo” Bruno, chitarra. Ettore Cardullo, basso. Pippo Landro, tastiere. Pino Salpietro, batteria

 

 

I GHEPARDI. Tonino Macrì, chitarra. Stefano Cavallaro, basso. Nuccio Pagano, batteria. Dino Zuccalà, voce. Nicola Aricò, tastiere. Pinuccio Gucciardo, chitarra 

 

 

I G MEN. Dino Vadalà, voce. Franco Bertino, chitarre. Roccaldo Ottanà, basso. Francesco Vadalà, tastiere. Antonello Tommasini, batteria

 

 

I GABBIANI. Franco Russo, chitarra. Pino Cordaro, batteria. Alberto Petronio, tastiere. Marco Spadaro, basso

 

 

 

THE CARDINAL POINTS (I PUNTI CARDINALI). Arnaldo Galli, batteria e voce. Nino Venuto, chitarra e sax. Piero Astria, basso e sax. Franco Lavigna, chitarra. Mariano Previti, tastiere (in formazione ci fu anche il futuro senatore Nanni Ricevuto)

 

 

 

 

I NOMADI (omonimi della band di Augusto Daolio). Nino Minutoli, chitarra, voce. Giandomenico Pellegrino – basso, voce. Enzo Riggio – chitarra, voce. Enrico Rogas – batteria, voce (fecero parte della band anche Peppe Magazzù, Mimmo Papa e Vincenzo Sgroi)

 

 

Da segnalare inoltre gli Alta tensione (Franz Albanese, flauto e chitarre; Saro Costa, chitarre, Peppe Lo Surdo, tastiere, Cesareo Gregorio, voce e flauto, Rocco Salvo, basso, Nicola Mangano, batteria), Gli Anfibi, The Albatros, I Vox Five, The Flowers, The Javels, Terza Dimensione, Gli OO7, I Musicals, I Nati Stanchi, I Fantasmi ’70, The Athoms, The Black Birds, Le Faine, The Phantom Five e tante altre band che vi invitiamo a segnalarci nei commenti (così come eventuali errori), magari con foto a corredo.

 

Di seguito il contributo di Nino Principato:

Era il 22 marzo 1963 quando usciva il primo album dei Beatles “Please Please Me”, il mitico gruppo musicale britannico che avrebbe rivoluzionato la musica leggera internazionale: era l’annuncio che un’epoca stava per finire e ne stava per iniziare un’altra, segnata da grandi eventi, da grandi impegni internazionali, da grandi mutamenti nel mondo giovanile.

E in quell’anno, due amati e popolarissimi personaggi uomini della speranza e uomini della pace ci avrebbero lasciati per sempre. Giovanni XXIII, “il Papa buono” eletto nel 1958 che indicò “il segno dei tempi”, moriva il 3 giugno 1963; John Kennedy, il presidente degli Stati Uniti d’America e l’artefice del suo rinnovamento, veniva assassinato con tre colpi di fucile a Dallas, il 22 novembre. Nel 1964 gli “Shadows” raggiungevano ancora il successo con “Geronimo” mentre i nostrani “Equipe 84” si imponevano all’attenzione del pubblico con la loro versione di “Tell me” dei Rolling Stones: il titolo italiano era “Quel che ti ho dato”.

Ma protagonista incontrastata del beat italiano era Patty Pravo, regina del “Piper” di Roma nato nel 1965, magnifica interprete di quel “Ragazzo triste” che “aveva inneggiato alla caduta delle ipocrisie tra i due sessi”. Il 1966 era stato l’anno della svolta, del rinnovamento e non solo musicale. In gennaio Gianni Morandi vinceva la “Prova del Nove” abbinata alla lotteria di Capodanno (prima che si chiamasse “Canzonissima”) con “Non son degno di te”, che noi già adolescenti ascoltavamo continuamente struggendoci ai primi turbamenti d’amore. E alle feste in casa, con le luci rigorosamente accese e la fonovaligia di “Selezione” che qualche compagno era riuscito a farsi acquistare, con sacrifici, a rate dai genitori, si sognava immersi in sentimenti puliti, col cuore che accelerava i battiti ai rari contatti ravvicinati del cosiddetto “ballo della mattonella”.

Noi, i ragazzi dei cortili di Messina, partecipavamo alle prime contestazioni giovanili per il pacifismo, il nostro inno era diventato quel “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” del Gianni nazionale, e scioperavamo a scuola. Ma il 1966 era stato anche l’anno del boom del beat italiano e dei complessi: “I Corvi”, che si esibiscono con un vero corvo appollaiato al manico del basso; “I Nomadi” che cantano “Come potete giudicar” e diventano la bandiera del nascente conflitto generazionale; i “Pooh”; “The Rokes”; “I Giganti”; l’”Equipe 84” che vinse al Cantagiro con “Io ho in mente te”, versione italiana di “You were on my mind” di Barry Mc Guire e dei “We Five”; i “Dik-Dik” e, naturalmente, Adriano Celentano e “I Ribelli”.

Una musica oggi tanto vecchia da non avere tempo, la musica di un sogno. Un sogno, un’illusione che aveva le parole di “California Dreamin” (“Sognando la California”) con la quale le “gazzelle africane” nostrane dominavano Festivalbar e Juke box: forse, davvero, c’era una volta un mondo in cui era più facile sognare per noi, ormai non più bambini ma ragazzi del cortile, che vivevamo con la ricchezza della fantasia. Già, i cortili delle case popolari con i cantinati illuminati di sera che risuonavano di note musicali perché non c’era isolato di Messina che non avesse un complesso. Classica formazione di quattro elementi, chitarra solista e ritmica (generalmente le più economiche Eko “made in Italy”, giacchè Fender e Gibson avevano costi più proibitivi), basso, organo Farfisa e batteria Meazzi o Hollywood e via, a sognare di sfondare, un giorno, nel mondo dello spettacolo.

Gruppi che avevano nomi strani, cui non difettava certo la fantasia: “Gli Accattoni” (1964-1967); “Gli Avvoltoi” (1967-1971); “I Black Stones” (1967-1977); “I Delfini” (1961-1967); “I Gens” (1966-1975); “The Green Rats” (1965-1972); “I Giganti” (1962-1966); “The Lords” (1963-1965); “I Ragni” (1968-1971); “I Sounds” (1965-1968); “I Friends” (1962-1964); “I Castellani” (1961-1963). A Messina, lo stesso anno della conquista del nostro pallido satellite nel 1969, il complesso nostrano dei “Gens” portava al successo la canzone “In fondo al viale”. Scritta dal grande cantautore messinese Salvatore Trimarchi, il disco vendette 250.000 copie in tutto il territorio nazionale, entrò in classifica dei dischi più venduti e vi restò per quasi un anno. Era anche la consacrazione in musica del mitico ritrovo Irrera di piazza Cairoli, alla fine del viale San Martino (“In fondo al viale/in quel caffè, dove va gente/che non sa cosa fare/ho conosciuto lei”).

A tutti loro, e a tutti gli altri, è dedicato questo ricordo.

(foto tratte dal libro di Filippo Briguglio e Rosanna Gangemi, “In fondo al viale. Sui passi di un cantautore siciliano: Salvatore Trimarchi)

 

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Francesco Venuto
4 Gennaio 2019 13:56

I Consoli e The impression. In entrambi i gruppi ha suonato (Chitarra) Egidio D’Angelo, oggi medico in Norvegia. Nel suo profilo facebook ci sono le foto. Qui la sua storia pubblicata nel 1998 https://fuoricronaca.altervista.org/blog/un-medico-grintoso-da-messina-alla-norvegia/#more-45

Patrizia
Patrizia
20 Gennaio 2019 19:26

Nei Cardinal Point,basso e sax è Piero Aspria

armando siciliano
2 Febbraio 2019 19:34

Evidentemente, pur avendo vissuto nella stessa città lo stesso periodo, abbiamo avuto emozioni diverse, non c’è dubbio.
P.S.: Armando Siciliano, l’editore del libro che parla di Salvatore Trimarchi: “In fondo al viale”.

pippo adorno
pippo adorno
8 Luglio 2019 1:03

ciao. sono pippo adorno. devo dirti che ci sono alcuni errori, soprattutto in qualche nome di componenti gruppi messinesi. ho notato che le foto, i nomi dei componenti e le storie sono stati presi dalla mia pagina facebook, che poi da 3 anni a questa parte ho chiuso. anche nino principato ha scritto una cosa non vera. se vuoi potremmo parlarne. rispondi al mio commento e posiamo risentirci.pippo

Francesco Mertoli
Francesco Mertoli
29 Settembre 2020 11:39

The Without Name – gruppo di Villafranca Tirrena (ME), composto da Mertoli Gioacchino (basso e voce), Nino Crisafi (chitarra e voce), Nino Mazza (chitarra e voce), Nino Sindoni (batteria) e Rosario Messina (tastiera).

The without name.jpg
Salvatore Calogero
Salvatore Calogero
22 Gennaio 2024 19:25

AVVENTURA 73 componenti
tastiere Nicola Gullì, chitarre Mario Feminò e Nuccio Tomasello, al basso Salvatore Feminò, voce solista Salvatore Calogero.