MESSINA. La Corte di Appello del tribunale di Messina ha rigettato la richiesta di sospensiva sul ricorso alla sentenza vinta da Atm per le differenze riconosciute dalla Regione per i contributi chilometrici dal 2012 al 2016. I giudici non sono entrati nel merito della questione.

In primo grado, Atm e Comune di Messina avevano ottenuto la vittoria del contenzioso con la Regione Siciliana, che aveva versato un contributo inferiore rispetto alle aziende di Catania e Palermo per i chilometri percorsi. In pratica, era stata riconosciuta una differenza fra i contributi per il trasporto pubblico versati nel periodo compreso fra 2012 e il 2016 e quelli realmente spettanti, indennizzo che ammonta a poco meno di 10 milioni di euro. E altrettanti dovrebbero essere nel triennio che va dal 2017 al 2019.

Su questa sentenza, la Regione ha presentato ricorso e richiesta di sospensiva degli effetti. I giudici di secondo grado, oggi, hanno rigettato la seconda, riservandosi di entrare successivamente nel metodo. L’istanza dell’Atm era stata promossa dall’ex assessore ai Trasporti del Comune Gaetano cacciola e dall’ex presidente dell’azienda trasporti Giovanni Foti.

Nel dettaglio, i fondi non erogati ammontano a circa 771mila euro per il 2012,  216mila per il 2013, oltre 489mila per il 2014, 3,6 milioni per il 2015 e quasi 326mila per il 2016. A questi si aggiungono circa 3,6 milioni spettanti al Comune e i 781mila euro accantonati dalla Regione per via della causa penale con Atm sui presunti chilometraggi gonfiati. Mentre non sono chiare le cifre per l’indennizzo fra il 2017 al 2019, anche se dovrebbero aggirarsi intorno agli stessi numeri.

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