MESSINA. «Nel corso dell’ultimo anno e mezzo l’unica cosa che è aumentata è il numero dei post su Facebook. Il resto è solo ordinaria amministrazione, perfettamente in linea con quanto avveniva in precedenza. A cambiare sono solo le modalità di comunicazione, in un clima di costante mistificazione e propaganda».

Così il capogruppo del M5s Andrea Argento, autore di un accesso agli atti, commenta i dati sulle operazioni della Polizia Municipale relativi ai verbali elevati per sosta irregolare, alle multe per violazione del codice della strada e ai sequestri nel corso degli ultimi anni.

«I numeri – spiega – parlano chiaramente e mostrano uno scenario inequivocabile: malgrado i mille post sui social da parte del sindaco Cateno De Luca, i toni da sceriffo, la repressione “virtuale” e i continui attacchi all’operato dei vigili, rispetto alle precedenti amministrazioni la situazione è rimasta pressoché invariata. L’unico dato significativo è quello relativo al sequestro di frutta e verdura, a fronte però di un calo vertiginoso degli oggetti sequestrati agli ambulanti, di cui il sindaco si è recentemente vantato sui social. Nonostante i continui proclami e le invettive contro “quelli che c’erano prima”, tutto il resto è uguale a prima: dalle multe per sosta selvaggia alle sanzioni per violazioni del codice della strada. Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, a cosa servano tutti i blitz teatrali a cui abbiamo assistito in questi mesi, se a conti fatti non è cambiato nulla», prosegue, citando nello specifico lo stato degli impianti sportivi cittadini, a partire dall’Ex Gil, “uno dei tanti esempi di come gli interventi estemporanei non portino a nulla, se non qualche like”.

«Tutto ciò – conclude – è l’ennesima dimostrazione della differenza che intercorre fra la realtà dei social e le condizioni effettive in cui versa Messina, che negli ultimi anni è solo peggiorata, sotto tutti i punti di vista, ma per fortuna i cittadini stanno iniziando a capire cosa si nasconde dietro alla “coltre di fumo” e alla continua campagna elettorale a cui stiamo assistendo, come se fossimo in un perenne reality show».

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