MESSINA. Dopo l’ordinanza della Corte di Appello di Messina, che ha ritenuto legittima la presenza di Donatella Sindoni in Consiglio comunale, almeno fino a pronunciamento nel merito del ricorso presentato in appello da Antonio Catalioto, non si è fatta attendere la replica degli avvocati Antonio Saitta e Maurizio Parisi, legali di Giuseppe Siracusano, pronto a subentrare in Consiglio al posto della Sindoni. 

Per i due avvocati, infatti, l’ordinanza emessa non cambia i risvolti dell’intricata vicenda sorta lo scorso 2 febbraio, quando il tribunale di Messina aveva sancito la decadenza della consigliera eletta nel Pd nel 2013 e transitata in Grande Sud ad inizio 2015.

“Le dichiarazioni trionfalistiche riferite all’ordinanza depositata nei giorni scorsi dalla Corte d’Appello di Messina rese dalla Dr.ssa Sindoni e dal suo difensore (peraltro, neppure costituito nel giudizio a cui si riferisce il provvedimento) meritano alcune precisazioni”, specificano i legali in una nota.

“La Corte – prosegue il documento dei legali – ha accertato che l’appello proposto da un cittadino elettore contro la sentenza del Tribunale di decadenza della Dr.ssa Sindoni è stato inoltrato senza rispettare neppure le più elementari regole del codice, e ciò nel malcelato tentativo di ritardare la decisione, tanto da imporre la rinnovazione degli adempimenti di notifica. La semplice pendenza dell’appello (anche se proposto irritualmente) sospende l’esecutività della sentenza, circostanza che nessuno ha mai messo in dubbio perché disposta espressamente dalla legge. Quando, finalmente, sarà possibile discutere nel merito le impugnazioni (a giugno), si scriverà la parola fine a questa penosa vicenda”.

“Tutto ciò – scrivono Saitta e Parisi – lascia inalterati i fatti nella loro verità oggettiva, della quale la Dr.ssa Sindoni non parla: Assessorato regionale degli enti locali, Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana, Segretario comunale del Comune di Messina, Procura della Repubblica di Messina, Tribunale Civile di Messina, Procura generale presso la Corte d’Appello di Messina hanno sostenuto e sostengono tutti la ineleggibilità dell’interessata. Inoltre, nessuna autorità ha mai negato che nelle more degli appelli e delle impugnazioni il Consiglio comunale possa prendere autonomamente atto della situazione e disporre per via amministrativa la decadenza della consigliera che occupa un seggio in Consiglio comunale da quasi quattro anni pur versando in condizioni di palese e riconosciuta ineleggibilità. Il tempo è galantuomo e con serenità occorrerà attendere la definitiva pronuncia giudiziaria di questo caso tutto messinese, in cui chi ha avuto riconosciuto da tutte le istituzioni preposte, con nessuna esclusione, di essere in torto, approfitta delle incongruenze della legge e rilancia con spavalderia minacciando incomprensibili quanto strumentali denunzie”.

 

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