MESSINA. Sulle tariffe di attraversamento dello Stretto di Messina con l’entrata in esercizio del ponte, la Stretto spa, società concessionaria per l’opera di attraversamento stabile, è passata dal dichiarare un pedaggio di circa 35-40 euro un anno e mezzo fa, ai meno di dieci di tre giorni fa, fino ai 4-7 di ieri.
In una nota diffusa mercoledi scorso subito dopo l’ok del Cipess (comitato interministeriale di programmazione economica) al progetto definitivo, si spiegava che “al netto dell’adeguamento all’inflazione alla data di entrata in esercizio del ponte, si stima una tariffa base per le autovetture inferiore a 10 euro“, e addirittura “con riduzioni significative per i viaggi frequenti”, precisando però che “la puntuale definizione delle tariffe si avrà in prossimità dell’apertura al traffico del ponte“. Due giorni dopo, cioè ieri, la stessa Stretto di Messina ha ulteriormente ribassato il prezzo, spiegando che “il pedaggio previsto per le autovetture sarà compreso tra circa 4 e 7 euro per tratta, con il valore più favorevole andata e ritorno in giornata”, nonchè tariffa di attraversamento più bassa da una comparazione tra le grandi infrastrutture estere a pedaggio.
Eppure l’analisi costi-benefici originariamente studiata dall’università Bocconi di Milano nel 2012 e aggiornata dalla stessa Stretto di Messina Spa nel 2023, per il secondo stralcio del progetto definitivo pubblicato in primavera del 2024 (quello approvato in settimana dal Cipess), disegnava scenari molto diversi e tariffe decisamente superiori. Nel documento, infatti, si leggeva che “Per le classi di pedaggio dei veicoli stradali in transito sul Ponte, sulla base delle indicazioni provenienti dalle relazioni sugli scenari di traffico, si ipotizzano valori coincidenti con le classi tariffarie dei traghetti al 2023“. E cioè dai trenta e qualcosa agli oltre 40 euro.
Come si è arrivati all’abbattimento del 90% sul prezzo ipotizzato in un anno e mezzo, senza che gli scenari finanziari ed economici siano mutati significativamente? Non si sa. La Stretto Spa si limita a spiegare che “sono state individuate tariffe ottimali che garantiscono l’equilibrio economico-finanziario della concessione e, al contempo, promuovano la continuità territoriale tra Sicilia e Calabria. Il richiamato sistema di finanziamento dell’opera (confermato a 13,5 miliardi di euro, interamente coperti dalle risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2024, ndr) ha consentito di sviluppare un’ipotesi di piano tariffario sensibilmente inferiore agli attuali costi di attraversamento dello Stretto di Messina pur garantendo nel periodo di esercizio dell’Opera l’integrale copertura dei costi operativi e degli investimenti in manutenzione straordinaria”. Ieri si è aggiunta una ulteriore precisazione: “nel periodo di esercizio dell’Opera l’integrale copertura dei costi operativi e di quelli per la manutenzione ordinaria e straordinaria”, afferma la Stretto Spa.
Quindi, o era sovrastimata (di dieci volte) l’analisi costi-benefici della Bocconi, o è fortemente sottostimata la previsione odierna della società.
(immagine in basso tratta dall’analisi costi-benefici inserita nel progetto definitivo)