MESSINA. Su 22 alberi, tra quelli tagliati in viale Giostra per i lavori del parcheggio d’interscambio, solo due sono stati giudicati a “pericolosità estrema”, con prescrizione di abbattimento immediato, mentre ai restanti 20 non è stata assegnata una specifica classe di propensione al cedimento, “in attesa di decisioni da parte del Dipartimento competente sulle azioni da intraprendere”. E alla fine sono stati tagliati anche loro. Ventidue sui 57 presenti nell’area di viale destinata ad ospitare il parcheggio.
E’ quanto emerge dalla perizia stilata a febbraio da MessinaServizi, la partecipata del comune di Messina che si occupa di verde pubblico, sui platani del viale Giostra, più precisamente il filare tra il viale e il controviale che va in direzione monte, abbattuti a metà marzo per, aveva spiegato all’epoca l’azienda, un difetto all’apparato radicale che ne avrebbe pregiudicato la stabilità. Le piante oggetto di studio erano collocate in uno spartitraffico tra il massetto del torrente e la strada del controviale. “La posizione dei soggetti arborei – spiega la relazione – ha fortemente condizionato lo sviluppo dell’apparato radicale, che ha potuto espandersi esclusivamente verso il lato strada del controviale, mentre sul lato opposto, verso il torrente, non si è sviluppato a causa della esigua porzione di terreno disponibile tra il colletto delle piante il massetto, che risulta essere di circa 20 cm”.
Per questo, l’analisi dei tecnici ha trovato “criticità comuni a tutti gli esemplari”. Quali, esattamente? “Presenza di un tubo di ferro del diametro di 10 cm, decorso parallelamente al filare incluso nei tessuti legnosi alla base delle piante, ridosso del colletto, danni da scavo rilevanti a carico dell’apparato radicale, con tagli e rimozioni radici fino a ridosso del colletto, asimmetria nello sviluppo radicale, con crescita limitata al lato strada e forte compromissione delle radici sul lato del torrente. Queste condizioni determinano una riduzione della stabilità complessiva dell’alberata, aumentando il rischio di cedimento”, scrivevano i tecnici a inizio febbraio.
E quindi gli alberi erano da abbattere? Si. E no. Perchè, nell’analisi delle singole piante, gli stessi tecnici rilevavano come la maggior parte fosse in “condizioni ottime” e lo stato vegetativo manifestava una “pianta sana e vigorosa”. Allo stresso tempo, nelle stesse schede, venivano rilevate anomalie contrassegnate dal coefficiente 3, “difetto grave” alle radici (con ferite visibili, danni da scavo o amputate), al colletto (con lesioni o ferite aperte e cavità o carie), inclinazione dei tronchi, lesioni da taglio alle branche e interferenze quali “area di radicazione limitata, sottoservizi, e vicinanza agli edifici”.
Alla luce di tutto questo, la relazione firmata dal direttore generale di MessinaServizi Michele Trimboli, raccomandava l’abbattimento delle due piante compromesse per eliminare il rischio di cedimento con successiva pianificazione della compensazione arborea, e indagini di stabilità più approfondite con prove di trazione tomografia sonica, per verificare l’effettiva resistenza meccanica degli esemplari residui. Nonostante questo, alla fine si è deciso per l’abbattimento di tutto il filare.