MESSINA. Carica a testa bassa, il sindaco Cateno De Luca: due giorni fa la clamorosa “rivelazione”, secondo cui sei assessori (compreso lui) hanno pendenze coi pagamenti dei tributi comunali, contestualmente sanate da tutti: ieri l’interpretazione data dall’ex assessore Daniele Ialacqua, sulla scorta del Testo unico degli enti locali e di un precedente a Mazara del Vallo, secondo cui, per questo motivo, De Luca ed i suoi assessori “morosi” sarebbero a rischio decadenza. E in serata De Luca ha risposto.

In effetti il comma 1, punto 6, dell’articolo 63 del  decreto legislativo 267/2000, sostiene che “non può ricoprire la carica di sindaco e altre cariche colui che avendo un debito liquido ed esigibile verso il Comune o la Provincia, ovvero verso istituto o azienda ad essi dipendenti è stato legalmente messo in mora, ovvero avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti abbia ricevuto invano notificazione dell’avviso di cui all’articolo 46 del Dpr 29 settembre 1973 n 602 (Avviso di accertamento)”.

“Quindi lei sta sostenendo che noi avremmo ricevuto un avviso di accertamento. Avrà i suoi informatori e lo invito a pubblicare le copie di questo avviso di accertamento”, lo sfida De Luca. “Noi non abbiamo ricevuto alcun avviso”. Poi parte con l’attacco: “Voi avete fatto prescrivere centinaia di milioni di euro di tributi perchè quando vi siete insediati non avete avviato l’attività che abbiamo avviato noi, e avete fatto prescrivere i tributi dal 2007 in poi. E quindi non avete fatto nulla, un danno incredibile. Noi invece abbiamo avviato quasi 30mila avvisi di accertamento, molti ripetuti, abbiamo bonificato la banca dati e il 31 ottobre saranno inviati oltre 10mila avvisi di accertamento per la Tari per il valore di oltre 10milioni di euro che riguarda soltanto il 2014. E stiamo andando avanti per chiudere questa partita della vera lotta all’evasione. Mentre voi li mandavate a campione”.

Quindi il sindaco spiega il perchè della sua morosità: “Io cambio residenza ad agosto del 2018, non ho avvisato il mio commercialista e non avevo più i benefici della cosiddetta prima casa. Dovevo pagare l’Imu degli ultimi cinque mesi del 2018. Cioè, ancora devono scattare tutti i meccanismi per andare a verificare queste situazioni. Quindi io sono fuori per 1000 motivi, e lo è anche la Giunta perchè quando abbiamo avviato questa riflessione è logico che siamo stati chiari tra di noi e abbiamo detto che quando si sarebbe partito con il progetto tutti saremmo dovuti essere in linea e dare l’esempio. Tutti quanti possiamo avere problemi ma noi siamo i rappresentanti del popolo e dobbiamo dare prova della nostra limpidezza. Con grande trasparenza abbiamo ammesso la nostra situazione e l’abbiamo regolarizzata. Inoltre volevo rassicurarla – continua De Luca –  anche su quelle che sono le procedure, e qua la Corte di Cassazione, con sentenza 10197 del 2015, ha evidenziato che affinchè si possa sancire l’incompatibilità è necessario che il sindaco e il consigliere abbiano ricevuto la cartella esattoriale e non l’abbiano impugnata”.

Non basta: “E vogliamo andare oltre, perchè lei ha citato anche un’altra legge, la legge regionale n 31 del 1986, che disciplina solo ipotesi di inelegibiltà e incompatbilità che riguardano i consiglieri comunali e provinciali che nulla hanno a che vedere con l’omesso versamento dei tributi. Ma vogliamo anche precisarle un altro passaggio, ovvero l’articolo 69 del Tuel che dice che se l’omesso pagamento del sindaco dovesse rientrare in queste ipotesi, il consiglio comunale dovrebbe contestargliela al sindaco ed egli avrebbe dieci giorni per eliminare tale causa. Cosa che io già ho fatto prima di mandare a me stesso l’avviso di accertamento”, incalza De Luca.

Dopo la spiegazione riparte l’attacco: “Il fatto che sono usciti nomi da questo Palazzo è la prova che c’è in atto una vendetta contro un sindaco e una Giunta che ha smontato un Palazzo e lo sta rimontando secondo i principi di efficienza, efficacia, economicità e flessibilità”.

 

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